Memoria eidetica: cos’è?
Probabilmente, non tutti sanno di cosa si parla quando si cita la memoria eidetica. Per questo motivo, siamo qua per fare le dovute specificazioni.
Si deve iniziare con il sottolineare che con memoria eidetica si intende un tipo particolare di memoria, che si può definire come una variante della memoria fotografica o, più in generale, della memoria visiva. Nello specifico, quando si parla di memoria eidetica si intende la capacità del nostro cervello di ricordare immagini, suoni o oggetti nella memoria anche dopo un’esposizione di brevissima durata. Un valido esempio è quello di Mozart che, dopo non aver superato un esame basato su una partitura del Miserere di Allegri, lo ascoltò solo due volte in chiesa e riuscì a trascriverlo a memoria.
Si deve specificare che questo è un fenomeno che va al di là delle capacità della grande maggioranza delle persone.
Memoria eidetica: qualche precisazione
Sebbene si sia sottolineato che si tratta di un fenomeno che non interessa moltissime persone, si deve anche dire che chi è dotato di questo tipo di memoria, ha la capacitò di ricordare diverse informazioni di tipo visuale.
Questo genere di memoria si sviluppa soprattutto nella prima infanzia, quando si è molto più pronti all’apprendimento anche se, è bene sottolinearlo, non si tratta in alcun modo di qualcosa di connesso all’intelligenza del soggetto in questione. Questo significa che la memoria eidetica non è sinonimo di maggiore intelligenza, ma è piuttosto una dote come un’altra che alcuni sviluppano e altri no.
C’è anche da sottolineare che, crescendo, si tende a non conservare questo tipo di memoria anche se, quando questo accade, gli adulti che la conservano sono molto propensi a esercitarla solo in alcuni ambiti. Pertanto, c’è chi la manifesta con stimoli visivi, chi, invece, ascoltando musica come Mozart, ecc.
Memoria eidetica: chi la sostiene
Alcuni studiosi dicono che la memoria eidetica non esiste e che si tratta solo di un vero e proprio mito. Tuttavia, ci sono degli altri studiosi che, invece, la supportano e cercano di spiegarne i meccanismi.
Il primo studio risale al 1964, quando uno studioso che risponde al nome di Ralph Haber, condusse uno studio in una scuola elementare alla ricerca di soggetti dotati di memoria eidetica e, tra i bambini al di sotto dei 5 anni, ne individuò il 4 %. Ad oggi, questi risultati sono messi in discussione, ma rimane comunque il primo tentativo di analizzare questo complesso argomento.
Da quel momento sono stati fatti diversi studi in merito e sono state avanzate anche diverse critiche.
Memoria eidetica: il test
Per verificare se si possiede o meno questo tipo di memoria, si può effettuare un test, che mette in luce la capacità di ricordare ciò che si vede.
Nello specifico, il test si compone di due parti: nella prima viene chiesto di osservare con attenzione una immagine scelta proprio per l’esercizio, mentre nella seconda parte si deve rispondere a delle domande. Grazie all’osservazione della foto, chi è dotato di memoria eidetica potrà rispondere con estrema precisione alle domande che verranno poste. Va da sé che più chiaro sarà il ricordo nella mente di chi osserva la foto, più alto risulterà il punteggio finale del test e, quindi, più si avrà possibilità di essere dotati di memoria eidetica.
Memoria eidetica e autismo
Molto spesso, quando si parla di autismo, si parla di individui alienati dalla società ma con delle doti particolari e delle abilità fuori dal comune.
Stando a vari studi che sono stati fatti in materia, tra queste abilità c’è la memoria eidetica che in questi soggetti può essere molto sviluppata. Nello specifico, si nota che soprattutto in caso di soggetti affetti da Sindrome di Asperger, si ha una memoria eidetica particolarmente sviluppata e si eccelle in diversi settori quali quello logico-matematico, musicali, tecnico-informatico ecc.
Perché si verifica proprio perché in questi casi non ci sono dei ritardi significativi tanto a livello di sviluppo cognitivo che di sviluppo linguistico. Coloro i quali soffrono di Sindrome di Asperger o di autismo ad alto funzionamento hanno difficoltà per lo più nella sfera delle interazioni sociali, della manifestazione dei sentimenti, nel comprendere gli stati mentali degli altri ecc. Tutto ciò, molto spesso, porta a un isolamento sociale che, però, ha questo vantaggio: questi soggetti, nella maggior parte dei casi, si dedicano con ossessività ai dettagli e alla loro osservazione, andando a sviluppare, proprio in questo modo, una memoria eidetica.
Memoria eidetica: si può allenare?
Per rispondere a questa domanda si deve dire che la memoria fotografica o quella visiva possono essere allenate, anche se ciò non significa che si possa sviluppare una memoria eidetica se non se ne è dotati.
Per allenare questo tipo di memoria ci si può impegnare nella osservazione di immagini e particolari, cercando di sforzarsi di ricordare tutti i particolari che la contraddistinguono. In questo modo, con un po’ di allenamento, si può migliorare in tal senso.
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