
Pappatacio, cos’è, i pericoli e come liberarsene
Molto spesso le nostre serate estive, soprattutto all’aperto, sono rovinate dagli insetti. Quelli più fastidiosi sono quelli che creano problemi con le loro punture. Oltre alle famigerate zanzare, ci sono i pappataci. Il pappatacio è un insetto che tende a pungere con frequenza gli esseri umani, provocando arrossamenti, gonfiore e prurito. Ma quali sono le caratteristiche di questi animali e come è possibile fermarli? Vediamolo più approfonditamente in questo articolo.
Cosa sono i pappataci
In molte zone di Italia, soprattutto nelle campagne e nelle litoranee sono particolarmente diffusi i pappataci, e creano un certo fastidio estivo. È particolarmente difficile individuarli o vederli in volo, ma se si sentono punture, è possibile che ce ne siano in giro.
Il pappatacio conosciuto anche come flebotomo, è un insetto molto piccolo, persino di dimensioni inferiori rispetto alla zanzara, dotato di ali più grandi rispetto al corpo. Proprio a causa della sua grandezza è difficile da vedere. Durante la giornata preferisce rimanere inattivo, nascondendosi, per poi entrare in azione silenziosamente nella notte, senza produrre alcun ronzio. Da qui il nome che deriva da “Pappa e tace”.
Come per le zanzare, a pungere sono le femmine e sono dotati di un apparato boccale pungente-succhiante. Hanno una scarsa propensione al volo e quindi preferiscono muoversi con lunghi balzi, senza però effettuare lunghi spostamenti.
La particolarità è che tendono a pungere velocemente in più punti, soprattutto sul corpo e sulle braccia, e che possono essere potenzialmente mortali per i nostri animali domestici, essendo portatori della leishmaniosi.
Come combatterli
Tra le cause che portano alla proliferazione dei flebotomi ci sono il caldo e l’umidità: non è un caso che il periodo in cui si sviluppano maggiormente è da maggio a luglio, ma può protrarsi in caso di estate particolarmente piovosa.
Come prima cosa è fondamentale evitare che invadano la casa, quindi bisogna fermarli prima. Essendo molto piccoli infatti, le zanzariere non sono in gradi di fermarli. È molto importante ad esempio, evitare la formazione di ristagni nei sottovasi delle nostre piante, ambiente ideale per i pappataci. È importante tenerli puliti, mentre per contrastare la crescita di larve in molti consigliano di inserire delle monetine di rame. Allo stesso tempo ci sono alcune piante che possono avere proprietà repellenti, come il geranio, il rosmarino e il timo.
In caso non si fosse riusciti a prevenire l’entrata nell’ambiente domestico, esistono oggi alcune soluzioni come lampade fotocatalitiche che producono anidride carbonica, come fa il respiro umano, in modo da attrarre i flebotomi ed ammazzarli. Si consiglia inoltre, durante la giornata, di lasciar passare i raggi solari e di areare bene gli ambienti.
Puntura dei pappataci
Il pappatacio punge per la sopravvivenza della propria specie: come per le zanzare, le femmine di questo insetto hanno bisogno di alcune proteine contenute nel sangue umano ed animale. Le proteine serviranno per completare il ciclo vitale e rendere le uova fertili, in modo che possano avere una maturazione completa.
La puntura provoca prurito e gonfiore, derivante dalla reazione allergica provocata dalle sostanze contenute dalla saliva di questi insetti, che vengono iniettate dopo aver concluso il pasto. Queste sostanze hanno un effetto anticoagulante, ma hanno anche come conseguenza l’attivazione del sistema immunitario che per rispondere all’attacco, rilascia istamina che nella sua azione di contenimento, è responsabile del prurito e del gonfiore.
Per curare le punture di pappataci può essere esistono alcuni rimedi naturali come l’allume di potassio: questo aiuta a ridurre il fastidio legato alle irritazioni, semplicemente inumidendolo e strofinandolo sul punto della puntura. Altra soluzione può essere il tea tree oil, sempre applicato sul punto colpito dalla puntura.
La puntura di pappataci in rari casi può portare alla cosiddetta “febbre da pappataci”, a causa di un virus portato da questi insetti, molto simile alla sindrome influenzale, con un innalzamento della temperatura per 2-3 giorni e dolori articolari.
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