Calendula, proprietà, benefici e controindicazioni
Calendula L., è un genere di piante della famiglia delle Asteraceae, originario di Europa, Nord Africa e Medio oriente. Comprende 12 specie la più conosciuta delle quali è la Calendula officinalis, che può essere usata a scopo ornamentale, curativo e alimentare.
La pianta della Calendula e la sua coltivazione
Il genere calendula comprende circa una ventina di specie di piante erbacee annuali o perenni, dal fusto spigoloso alto fino a 70 cm, foglie alterne, spesse e lanceolate. Il fiore è simile alla margherita, a capolino, di colore vario dal giallo al rosso-arancio, e diametro di circa ½ cm. La fioritura compare all’inizio dell’estate e continua sino ad autunno inoltrato. Il frutto può essere rostrato (ricurvo e prolungato in una specie di becco privo di spine), cimbiforme (ricurvo, alato, ma privo di becco), anulare (ricurvo, chiuso ad anello, privo di ali e di spine). La pianta, se strofinata, emana un piacevole aroma.
In Italia si ritrovano allo stato selvatico fino a 600 metri sul livello del mare, soprattutto al Sud, e si adatta a diversi ambienti e terreni. La fioritura avviene in primavera-estate.
E’ una pianta che ama stare al sole, anche se alcune varietà crescono senza problemi in posizione di mezza ombra. La calendula è rustica e si adatta bene alle situazioni quindi è una buona pianta ornamentale da poter coltivare in giardino o sul terrazzo. Al contrario non è una pianta da appartamento o da tenere in luoghi chiusi, proprio perché il suo habitat naturale di crescita necessita di aria ed esposizione diretta del sole.
La calendula in campo alimentare e curativo
Della pianta della calendula si utilizzano i fiori e il periodo balsamico per la loro raccolta è appena sono sbocciati perché contengono tutti i principi attivi benefici per il corpo:
- Olio essenziale, costituito da oltre 45 sostanze
- Flavonoidi: glicosidi isoramnetina e quercetina, rutoside
- Triterpenoidi: gicosidi dell’acido oleanolico ed alcoli triterpenici
- Steroli: sitoterolo, campesterolo, stigmasterolo
- Carotenoidi
- Tannini pirogallici
La calendula, una volta raccolta, viene essiccata per la preparazione di tisane estemporanee o per estrazioni come oli vegetali, creme e pomate ad azione eudermica, cioè in grado di migliorare lo stato della pelle. E’ utile in tutti i casi in cui essa risulta irritata e screpolata. Lenisce e protegge la pelle sensibile del neonato, e usata in maniera preventiva contrasta la formazione delle ragadi al seno della mamma, ma è anche capace di cicatrizzare velocemente quelle già presenti.
Nei prodotti cosmetici ed erboristici ad uso esterno troviamo la calendula per nutrire e idratare la cute secca, screpolata, delicata e facilmente arrossabile; in presenza di dermatosi, eritema solare, arrossamenti da pannolino, lievi ustioni, reazioni allergiche ad agenti chimici o dermatiti da fattori ambientali, e infine neutralizza le sostanze tossiche e velenose inoculate dalle punture d’insetti. Il decotto è utile in caso di ulcera gastrica e afte oltre che per alleviare i dolori mestruali.
La tisana di calendula incrementa la secrezione di acidi biliari e la quantità di bile prodotta senza alterare significativamente il contenuto di bilirubina e colesterolo. I saponosidi della calendula abbassano i livelli di colesterolo e trigliceridi.
Gli estratti alcolici determinano una leggera riduzione della pressione arteriosa ed una riduzione dell’attività cardiaca (azione bradicardica). Riesce anche a indurre il sonno.
La tintura madre di calendula viene utilizzata anche essa con gli stessi effetti di decongestionante, antinfiammatorio e antispasmodico nel caso dei dolori mestruali. In ambito ginecologico favorisce la regolarizzazione del ciclo mestruale, particolarmente in donne anemiche.
Possiede anche attività antibiotica, dovuta ai flavonoidi e alle saponine, in particolare contro i batteri Gram-positivi, quali lo staphylococcus aureus e Streptococcus betahaemolyticus.
La calendula inoltre viene utilizzata nella preparazione di piatti a base di fiori eduli, i boccioli dei suoi fiori si possono conservare sotto sale diventando simili ai capperi.
Come fiore decorativo, ma anche all’interno di ricette contadine, è uno dei fiori commestibili più usato e dal gusto particolare e piacevole che si accompagna nelle insalate miste a crudo oppure saltato semplicemente con cipolla e altri fiori per condire pasta o risi caldi.
Infine la calendula è utilizzata per tingere tessuti naturali ed è un pianta rustica che può rendere molto gradevole nel nostro giardino con le sue macchie di un intenso colore arancione.
Cenni storici
Il nome calendula deriva dal latino calendae, cioè “primo giorno del mese”, a indicare che fiorisce il primo giorno di ogni mese per tutto l’anno. Altra ipotesi è che si chiami così da “calendario”, poiché segna il ritmo del giorno aprendosi al mattino e chiudendosi al tramonto. La tradizione contadina vuole che, se al mattino i fiori rimangono chiusi probabilmente pioverà. Per questo motivo, nei testi medievali era indicata col nome di Solis sponsa, ossia “sposa del sole”.
La calendula è nota anche col nome popolare di “oro di Maria”, forse per la proprietà del suo infuso di alleviare i dolori periodici femminili, evidenziandone così il legame con il femminile, con la Grande Madre; d’altro canto il suo seme uncinato ricorda una falce di luna.
Lascia un commento