Anastomosi e fistole, tutto quello che c’è da sapere
Anastomosi è un parola che deriva dal Greco “anastomosis” che significa “sbocco”, si usa sia in botanica che in medicina. In botanica per indicare l’incontro o la fusione di elementi che fanno da conduttori o da fasci vascolari; in medicina invece si intende il collegamento fra due organi o tra elementi di natura organica quali: vene, arterie, nervi, fibre connettivali e miocardiche. In parole più semplici possiamo dire che l’anastomosi è il collegamento fra due organi.
Può essere naturale o artificiale perfino anomala o patologica.
Anastomosi naturali, patologiche o chirurgiche
Le anastomosi naturali sono congenite e indispensabili in quanto permettono quella comunicazione tra organi necessaria allo svolgimento delle loro funzioni fisiologiche.
Le più conosciute sono presenti nel sistema circolatorio sia tra i vasi arteriosi che tra quelli venosi ed il loro compito è di garantire la circolazione del sangue anche in caso di occlusioni o restringimenti (stenosi).
Le anastomosi patologiche sono quelle che si formano senza una “necessità fisiologica”, in altre parole non dovrebbero essere presenti nel nostro organismo. Esse vengono chiamate “fistole” e non sono altro che piccoli canali. Spesso si sentono nominare: “fistole bronco-esofagee” piuttosto che “ano-rettali”, le due parole unite insieme stanno ad indicare le parti tra le quali avviene il collegamento anomalo.
L’anastomosi chirurgica infine non è altro che una anastomosi “artificiale” cioè nata dalle mani di un chirurgo allo scopo di ripristinare un collegamento tra vasi sanguigni o tra due parti di uno stesso organo al fine di riportarlo al corretto funzionamento.
Fistole, come si creano e come curarle
Come già accennato la fistola non è altro che una anastomosi “innaturale” che può insorgere in seguito ad una lesione, ad un intervento chirurgico o addirittura per via di una infiammazione o di una infezione.
Il rischio di sviluppare una fistola porta come conseguenza quello di contrarre una setticemia anche grave.
I sintomi che può dare variano in base alla zona del corpo in cui si manifesta
Quando la fistola ad esempio interessa la zona ano-rettale i sintomi più comuni saranno: bruciori, sanguinamento, perdita di pus dall’ano, arrossamenti e accumulo di liquidi. Se la fistola invece è interna, tra esofago e bronchi, il sintomo sarà sicuramente dato da una polmonite.
L’esame con il quale si diagnostica una fistola è l’ecografia previa visita medica ovviamente.
La terapia da seguire per la sua eliminazione dovrà essere a base di antibiotici al fine di scongiurare una infezione ma l’intervento chirurgico più o meno approfondito sarà comunque necessario poiché la fistola va bonificata dal pus poi asportata.
L’intervento viene effettuato in day hospital per i casi più semplici, negli altri può richiedere un ricovero più prolungato.
Tipi di anastomosi chirurgiche
Le anastomosi chirurgiche possono essere effettuate con diverse tecniche a seconda della zona sulla quale si opera e delle parti che si intende collegare.
Nell’anastomosi TERMINO-TERMINALE i bordi terminali degli organi presi in considerazione vengono suturati l’uno sull’altro; in quella LATERO-LATERALE le pareti degli organi vengono poste l’una vicina all’altra e suturate: nella TERMINO-LATERALE viene cucita la parte terminale di un organo con quella laterale dell’altro, infine nella LATERO-TERMINALE la chiusura viene fatta con la parte laterale di uno degli organi su quella terminale dell’altro.
Dopo uno degli interventi sopra citati possono insorgere complicanze come ad esempio una “dilatazione”. E’ un processo nel quale durante la cicatrizzazione dell’anastomosi può avvenire un restringimento degli organi cavi rimessi in comunicazione con essa, provocando così un’occlusione che va di nuovo dilatata in endoscopia.
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