Disprassia, cos’è, sintomi e cura
Per disprassia s’intende un mutamento della capacità di compiere un movimento volontariamente. Letizia Sabbadini, presidente dell’Associazione italiana disprassia dell’età evolutiva (AIDEE), ha definito la disprassia come una : “difficoltà a pianificare e compiere movimenti intenzionali in serie o in sequenza”. È una malattia, o per meglio disturbo, che rende contorte e macchinose gran parte delle azioni che un uomo compie normalmente nell’arco della giornata, come ad esempio scrivere (causando, dunque, disgrafia), mangiare, vestirsi.
La disprassia è una patologia che può comportare anche gravi deficit di tipo neurologico in età evolutiva: oltre a difficoltà nell’attività motoria, quindi di tipo fisico, ma può creare anche problemi di linguaggio, di percezione (come ad esempio del tempo e dello spazio) e di elaborazione del pensiero. Studi scientifici effettuati in Inghilterra nel 2007 certificano che soltanto 6 bambini su 100 tra i 0 ed i 12 anni è effetto da disprassia, rilevando una maggiore incidenza in bambini di sesso maschile piuttosto che nelle femmine.
Le cause della disprassia non sono ancora del tutto note, la congettura più accreditata pare sia un’immaturità di alcuni circuiti nervosi del cervello. Il rischio di una possibile comparsa di tale patologia è decisamente più elevato in bambini nati prematuri o sottopeso, o nati da mamme che bevono alcolici o fanno uso di droghe durante la gravidanza.
Questo disturbo può presentarsi in due stadi: nello stadio primario la disprassia si manifesta da sola, e non essendo collegata ad altre malattie o disturbi è sicuramente più controllabile. Nello stadio secondario, la disprassia si manifesta in associazione ad ulteriori disturbi o patologie come l’autismo o la sindrome di down.
I sintomi della disprassia
Esistono una molteplicità di sintomi per la disprassia soprattutto a seconda delle fasce di età infantile, che possono essere divise in: da 0 a 2 anni, da 2 a 6 anni e da 6 a 12 anni.
Da 0 a 2 anni i sintomi più preoccupanti sono la difficoltà nell’afferrare oggetti e soprattutto un ritardo nello sviluppo psicomotorio, quindi è facile riscontrare una difficoltà nel gattonare, camminare o parlare in età parecchio tardiva rispetto alla norma; da 2 a 6 anni è da ritenere preoccupante l’iperattività, la mancanza di concentrazione e la difficoltà nel compiere semplici esercizi motori, come correre o lanciare una palla; infine, la goffaggine, comportamento infantile ed i sintomi precedentemente citati che si presentano in maniera più massiccia, sono i veri campanelli d’allarme per i bambini di età compresa tra 6 e 12 anni.
Diprassia e cura
Sicuramente vista la tipologia di patologia particolarmente importante, parlare di guarigione in riferimento alla disprassia sarebbe azzardato, ma possiamo dirvi che si guarisce dalla disprassia seguendo determinate accortezze. Visto che si tratta di un disturbo che può essere motorio, verbale od oculare, i primi passi da fare per avviare una guarigione sono rivolgersi ad uno psicologo, ad un neurologo e ad un logopedista, anche a seconda dei sintomi manifestati dal bambino.
Il primo consiglio che viene dato ai genitori dagli esperti, è sempre quello di non abbattersi soprattutto perché se si tratta di disprassia di stato primario in quanto è più facile affrontarla ed avviare un percorso di guarigione.
Certo, è ovvio che, soprattutto all’inizio, sarà doloroso vedere il proprio figlio avere delle difficoltà nella quotidianità, avendo bisogno di aiuto nel vestirsi, nel mangiare e nei semplicissimi compiti a casa. Ma potrebbe essere ancor più doloroso ravvisare complicazioni nel fare amicizia, considerando che i coetanei potrebbero vedere il bambino affetto da disprassia come “diverso”.
Ecco perché è fondamentale richiedere un supporto psicologico non solo per i genitori che dovranno affrontare le difficoltà del bambino nel compiere i gesti quotidiani ma soprattutto un supporto per il bambino che dovrà imparare a gestire il rapporto con i pari.
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