Disturbi alimentari: cosa sono e quali sono le cause
Negli ultimi anni, si sente sempre più spesso parlare di disturbi alimentari, anche se, in molti casi, manca una comprensione profonda di cosa si tratta e quali sono le cause. Cercare di andare a fondo della questione può aiutare anche a riconoscere per tempo il problema, cercando di aiutare la persona che ne soffre o evitando di caderci se si è direttamente interessati.
Disturbi alimentari: cosa sono
Non sempre, e non per tutti, il rapporto che si ha con il cibo è sano e piacevole. Se per molti, mangiare è un vero e proprio piacere, per altri diventa un vero e proprio problema. Questo accade quando ci sono dei disturbi alimentari, che molto spesso sono connessi a tanti altri problemi della psiche umana, che non lasciano vivere al meglio la situazione.
Iniziamo con il fare il punto della situazione, dicendo che quelli che vengono definiti disturbi del comportamento alimentare, o anche DCA se si vuole utilizzare la sigla, sono delle vere e proprie patologie che si riconoscono da una alterazione delle abitudini alimentari. Altro campanello d’allarme è la perdita di peso che avviene quasi sempre in maniera repentina e senza limiti. Le persone che soffrono di suddetti disturbi, infatti, non riescono a rendersi conto, nella maggior parte dei casi, di avere un problema e continuano a perseverare nel non mangiare o nel mangiare troppo procurandosi il vomito.
Possiamo dire che si tratta di patologie che colpiscono tutti, donne e uomini, anche se l’incidenza maggiore si tra le giovani adolescenti. Questo, però, non significa che adolescenti di sesso maschile o donne e uomini maturi siano esenti da tali problemi che, in alcuni casi, possono interessare finanche i bambini.
Disturbi alimentari: come riconoscerli e quali sono
Come riconoscere questa tipologia di disturbi. Per sommi capi, possiamo dire che chi soffre di DCA, di solito, si riconosce dai suddetti segnali:
- pratica del digiuno o della restrizione dell’alimentazione,
- crisi bulimiche, ossia grandi abbuffate di cibo che vengono accompagnate dalla costante sensazione di perdere il controllo,
- vomito autoindotto,
- abuso di lassativi,
- esercizio fisico svolto in maniera ossessiva per cercare di perdere peso.
Va da sé che non sempre questi sono i segnali inconfutabili di un disturbo alimentare, ma possono essere considerati dei campanelli d’allarme da prendere in considerazione quando si cerca di capire se un soggetto è affetto, o meno, da DCA.
Ma quali sono i disturbi alimentari? Ce ne sono diversi ma, possiamo dire che, quelli principali sono, senza dubbio, l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata, che spesso viene definito anche come Binge Eating Disorder o BED.
L’anoressia nervosa
Approfondiamo il discorso sull’anoressia nervosa, che si rivela una vera e propria piaga di questi ultimi anni. Per chiarezza, diciamo che chi soffre di questo tipo di disturbo alimentare, di solito presenta questi sintomi, che sono comuni alla maggior parte dei casi:
- perdita di peso evidente e rilevante,
- non accettazione del proprio corpo,
- paura di ingrassare anche se si è fortemente sottopeso,
- amenorrea e altri disturbi connessi al ciclo mestruale.
Per essere precisi, si deve analizzare l’etimologia della parola anoressia che significa, letteralmente, mancanza di appetito. Tuttavia, ciò è impreciso, perché solitamente le persone che soffrono di questo disturbo non perdono l’appetito che, anzi, rimane e diventa un vero e proprio demone da sconfiggere. Le persone che soffrono di anoressia nervosa hanno il terrore di ingrassare e hanno paura proprio del loro senso di fame e, pertanto, lottano contro quest’ultimo, alla ricerca della magrezza assoluta.
Si deve anche notare che, oggi come oggi, questa patologia è diffusa in quasi tutti i paesi industrializzati e ricchi, dove non ci sono problemi connessi al cibo e colpisce sopratutto le donne, che sono ossessionate dalla magrezza di modelle, attrici e quant’altro. Come detto in precedenza, questi problemi scoppiano, solitamente, nel momento preciso dello sviluppo: molte ragazze, infatti, non riescono ad accettare i cambiamenti del loro corpo e, pertanto, ricorrono al digiuno, al vomito ecc, per cercare di controllare la situazione. Sebbene si verifichi raramente, anche le donne over 40 non sono immuni dal problema.
Quali sono i sintomi specifici dell’anoressia nervosa? Il primo è, senza dubbio, il rifiuto del cibo, anche se si ha fame. Si ha paura di ingrassare e si avverte la necessità di controllare l’alimentazione. La dieta ferrea, l’esercizio fisico, il procurarsi lo stimolo del vomito ogni volta che si ingerisce del cibo, sono tutti sintomi di questa patologia.
In molti casi, si assiste a una vera e propria perdita di obiettività di quelle che sono le proprie forme e la propria magrezza e questo è un altro sintomo di questo tipo di anoressia. La perdita continua di peso viene esaltata come autocontrollo e forza di volontà.
La bulimia
Come per l’anoressia, anche in questo caso i sintomi sono più o meno gli stessi. Nello specifico, possiamo definire come bulimia nervosa quella situazione in cui una persona ingurgita moltissimo cibo per poi cercare di espellerlo per non ingrassare. In questo caso, quindi, si parla di vomito autoindotto, utilizzo di lassativi, digiuni e intenso esercizio fisico.
C’è da notare, però, che nella maggior parte dei casi, le persone che soffrono di bulimia presentano un peso corporeo normale. Tuttavia, si riconoscono perché hanno evidenti danni ai denti, dovuti al vomito che li corrode, pelle ispessita sulle nocche e, inoltre, spesso soffrono di disturbi mentali come la depressione, l’ansia, le manie di suicidio e di persecuzione.
Disturbi alimentari: la cura
I problemi connessi all’alimentazione hanno, quasi sempre, dei disturbi psicologici alla base. Proprio per questo motivo, la prima cosa da fare è cercare di risolvere quelli. Solo l’aiuto di un esperto può dare dei risultati, perché le persone che soffrono di questi disturbi devono trovare conforto nell’aiuto psicologico e in un iter riabilitativo che parte dalla mente e che va a curare anche il corpo, che in alcuni casi è talmente stremato da richiedere il ricovero in strutture di sostegno.
Medici, specialisti, psicologi si devono affiancare alla famiglia e alle persone care della persona che soffre di questi disordini alimentari, in modo tale da rendere possibile la riabilitazione. Si dovrà spingere chi soffre di queste malattie a ritrovare la fiducia in se stessi, nel proprio corpo e, in un secondo momento, si dovrà cercare di far riprendere la corretta alimentazione, in modo tale da rimettere in sesto anche il corpo, oltre che la mente.
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