Malattie cardiovascolari, anche la tecnologia tra le cause
Le malattie cardiovascolari sono ancora la principale causa di morte in Italia, ma con la corretta prevenzione e le giuste diagnosi si può tentare di vincere questa battaglia. L’arma in più è rappresentata dalla tecnologia, che sta consentendo la produzione di apparecchi sempre più avanzati e precisi.
Quasi la metà dei decessi in Italia di persone under 75 anni di età avviene a causa di malattie cardiovascolari, e in particolare la cardiopatia ischemica è la prima causa di morte nel nostro Paese, con il 28 per cento del totale, mentre gli accidenti cerebrovascolari seguono al terzo posto dietro i tumori. Inoltre, in caso di sopravvivenza a un attacco cardiaco si diventa un malato cronico, che modifica di molto la qualità della propria vita: i cittadini affetti da invalidità cardiovascolare sono il 4,4 per mille della nostra popolazione.
Tanti problemi di cuore
Fornisce dati ancor più precisi (e preoccupanti) il professor Michele Gulizia, presidente dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, in apertura della 47 esima edizione del Congresso nazionale di categoria: gli attacchi di cuore hanno provocato 184.800 decessi, mentre gli ictus quasi 94 mila morti nel solo 2013. Numeri che, spiega Gulizia, “suggeriscono di fare attenzione al cuore e ai pericoli a cui va incontro ogni giorno, evitando i fattori di rischio”. Una possibile prima risposta c’è già, ed è stata presentata proprio al convegno di Rimini: si tratta della “Banca del cuore”, una card, rilasciata in modo gratuito dalle Cardiologie, che contiene i dati clinici sulla salute cardiovascolare del paziente (come elettrocardiogramma o dati di pressione arteriosa) e nella quale è possibile inserire altre informazioni e preziosi dati clinici. Questa proposta, prima del genere in tutto il mondo, ha “regalato” a Gulizia la massima onorificenza italiana da parte della presidenza del Consiglio, la medaglia per l’alto valore scientifico, assistenziale e sociale del progetto di prevenzione.
Pericolo risparmio
Ma la relazione di Gulizia entra anche nel merito di un problema particolare e grave, quello della scarsa qualità degli apparecchi per gli elettrocardiogrammi disponibili nelle strutture ospedaliere del nostro Paese, che non consentono di effettuare analisi accurate del tracciato e, di conseguenza, rischiano di non individuare eventuali patologie nascoste. Il parco degli strumenti in Italia, dice Gulizia, “è molto vecchio e in tanti casi non consente di eseguire elettrocardiogrammi secondo le attuali norme e le migliori e più aggiornate linee guida”. Addirittura, poi, ci sono macchinari che sui pazienti reali “sono in difficoltà nel riprodurre decentemente un Ecg, per cui concedono agli operatori la possibilità di ritocchi estetici ai tracciati con l’impiego di filtri anomali che possono deteriorare le morfologie reali dei pazienti”, causando in questo modo “falsi positivi e falsi negativi che possono compromettere pesantemente le diagnosi”.
Prodotti di qualità
Una delle spiegazioni del ricorso a questi apparecchi non all’altezza è dato dal tentativo di risparmiare a tutti i costi a discapito della qualità, senza riflettere sulle eventuali conseguenze di macchinari non precisi o addirittura malfunzionanti. Il dito è puntato, in particolare, sugli strumenti realizzati in Asia e in Cina, che non seguono le indicazioni comunitarie. Al contrario, però, il commercio propone anche apparecchi di altra pasta, come i diversi modelli di elettrocardiografo in grado di garantire precisione e praticità di utilizzo.
La svolta tecnologica
Un altro assist importante ai medici e ai pazienti arriva dai progressi tecnologici: a Torino, presso il laboratorio Neuronica del Politecnico, è stato infatti inventato uno speciale elettrocardiografo da polso, grande quanto un orologio digitale ma in gradi di svolgere le stesse funzioni dei grandi macchinari, a cominciare dalla lettura dell’elettrocardiogramma. Indossando il dispositivo è possibile inviare i dati al proprio smartphone, che innanzitutto li tradurrà attraverso una specifica applicazione e, in caso di necessità, provvederà automaticamente a trasferirli al cardiologo, allertandolo sullo stato di salute del paziente. Il futuro è dunque vicino, con il monitoraggio costante – anche a distanza – di tutti i cardiopatici, a costi contenuti.
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