Parto in acqua: come funziona e possibili vantaggi
Ogni donna che sta per diventare mamma pensa al momento del parto e cerca di capire come vorrebbe che fosse. Si tratta di un evento molto importante nella vita della donna e, pertanto, si tratta anche di una decisione che deve essere ponderata nel migliore dei modi. Una delle scelte che vanno per la maggiore, specialmente negli ultimi anni, è quella del parto in acqua. Pertanto andremo a spiegare come funziona e quali sono i vantaggi dello stesso.
Parto in acqua: caratteristiche principali
Partorire nell’acqua non è solo la moda del momento, ma anche un ottimo modo per soffrire di meno e per provare un dolore minore nel preciso momento dell’espulsione del feto. Del resto, lo sappiamo bene, l’acqua ha un potere calmante e, in quanto tale, partorire in questo modo è molto più semplice.
Quali sono gli elementi chiave di questa tipologia di parto? Iniziamo con il dire che, dato che si tratta di parto in acqua è essenziale la presenza di una vasca che deve essere il luogo in cui il bambino nascerà. Nello specifico, è necessario utilizzare una vasca appositamente studiata, che abbia delle funzioni ben precise e, proprio per questo motivo, si sconsiglia di optare per quella della propria abitazione. Iniziamo con il dire che la vasca deve avere delle dimensioni tali da permettere alla donna di muoversi in libertà e di assumere tutte le posizioni che preferisce per agevolare il parto in tutto e per tutto. Inoltre, anche la profondità è importante e deve essere tale da permettere una spinta verso l’alto notevole. Per quel che concerne le dimensioni standard si parla di 2 x 1,5 metri e di una profondità di 80 cm circa.
Il materiale prescelto deve essere il vetroresina che è un materiale che favorisce la pulizia totale e completa della vasca stessa, che è un punto che non va mai sottovalutato.
Durante tutto il periodo del parto, la temperatura dell’acqua deve sempre essere costante e così anche il calore deve sempre essere mantenuto. Questo particolare si regola grazie a un dispositivo molto simile a quello che si trova nei più comuni idromassaggio. Va detto anche che l’acqua deve essere cambiata di continuo in modo tale da risultare sempre perfettamente pulita. Ricordiamo, infatti, che durante il periodo del travaglio si ha l’espulsione di liquido amniotico, sangue, urine, feci e tutto questo sporca l’acqua che, quindi, deve essere immediatamente cambiata per evitare infezioni o eventuali altri problemi. Il bambino, infatti, deve nascere in un ambiente perfettamente igienico e questo è un aspetto sul quale non si può transigere.
Parto in acqua: come avviene
Come si svolge un parto in acqua? Probabilmente è questa la domanda che ci si pone più spesso. Iniziamo con il dire che la futura mamma può decidere in maniera autonoma quando immergersi nella vasca. Ci sono donne che si immergono prima del travaglio e altre che attendono che si verifichi una dilatazione di almeno 3 o 4 centimetri. Ricordiamo che l’acqua è costantemente a 37 gradi e questo permette di facilitare il rilassamento e, quindi, si rilassano anche i muscoli e le contrazioni diventano meno dolorose. Dopo che la mamma si è immersa nell’acqua, l’ostetrica deve prendere tutte le misurazioni del caso ed effettuare diversi controlli tra cui quello che riguarda il battito cardiaco del feto e della donna.
A questo punto, l’ostetrica deve effettuare un massaggio nella zona lombare, per andare ad alleviare ulteriormente i dolori del parto e, pertanto, la posizione accovacciata sarà un ottimo modo per facilitare il tutto. In questo modo, la donna che sta per partorire può anche chiedere di intensificare il massaggio o la pressione in maniera differente nelle varie fasi del parto.
Nel momento in cui le contrazioni si intensificano e diventano più forti, la donna può usufruire del potere dell’acqua. Durante il parto in acqua, infatti, si può assumere la posizione che si preferisce per provare il dolore meno intenso possibile. Ricordiamo, infatti, che l’acqua porta a una diminuzione di quella che è la forza di gravità e facilita i movimenti, in modo tale da riuscire a far sopportare maggiormente il dolore delle contrazioni.
Quando si arriva al momento fatidico in cui inizia l’espulsione, l’ostetrica deve afferrare la testa del bambino e deve aiutare la fuoriuscita dello stesso. Anche in questo caso l’acqua aiuta la mamma a dare le spinte necessarie. Bisogna anche sottolineare che in acqua tutto è più semplice dato che quest’ultima, specialmente a una temperatura costante di 37 gradi, va a favorire quella che è l’irrorazione sanguigna dei genitali. Proprio per questo motivo, le lacerazioni della zona vagino-perineale sono molto rare e questo è un ulteriore beneficio del parto in acqua.
Oggi sono diverse le strutture, sia pubbliche che private, che offrono alle mamme di optare per questa tipologia di parto che, come detto in precedenza, sta prendendo sempre più piede. Si tratta di un modo del tutto naturale di partorire provando il minor livello di dolore possibile.
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