Priapismo, cause e terapie per una patologia pericolosa
Patologia che causa dolore, fastidio e imbarazzo, il priapismo è una erezione del pene persistente, involontaria e anomala, che dura oltre le quattro ore e non è necessariamente accompagnata da eccitazione o desiderio sessuale che invece sono naturali nell’uomo.
La definizione di priapismo
Il termine priapismo, per etimologia, deriva dal nome del dio greco Priapo, figlio di Afrodite considerato simbolo della fertilità e dotato di un membro mostruosamente pronunciato in lunghezza e rigidità, che era simbolo di vita: a lui erano dedicati, nell’Antica Grecia, particolari riti orgiastici (detti appunti priapistici), trasformati poi a Roma nelle feste falloforie. La patologia, invece, si distingue in due tipologie principali: priapismo ischemico (a basso flusso) e quello non ischemico (ad alto flusso). Nel primo tipo, l’asta del pene è particolarmente rigida e dolente, mentre il glande è morbido; viene considerato un’emergenza medica e, se non trattato in tempi utili, determina lesioni permanenti ai tessuti del pene, la fibrosi dei corpi cavernosi e in ultima ipotesi la disfunzione erettile. L’altro, invece, non provoca una necrosi, ma la disfunzione erettile: in questo caso, il pene appare caldo, eretto ma non troppo rigido e, dunque, meno doloroso. Esiste poi il priapismo notturno, variante abbastanza frequente della disfunzione, che dà come sintomo improvvisi indurimenti del pene più o meno dolorosi, che però talvolta non disturbano neppure il sonno.
Le cause del priapismo
I due tipi di patologia si differenziano anche per le cause di origine. Il priapismo ischemico infatti è provocato da un insufficiente deflusso di sangue venoso dall’organo riproduttivo maschile, che non riesce a far defluire correttamente il sangue. Il priapismo non ischemico deriva invece da un trauma, che in genere porta alla rottura di un’arteria interna del pene, oppure può dipendere dalla formazione di una fistola artero-venosa o comunque da un flusso arterioso non correttamente regolato. Da quanto scritto è chiaro che è fondamentale per ogni uomo riconoscere questa emergenza urologica, soprattutto alla luce del sempre più diffuso e a volte indiscriminato utilizzo, a scopo puramente ricreativo, di farmaci contro la disfunzione erettile (come cialis, viagra, alprostadil, levitra o papaverina). Ma il priapismo può essere anche sintomo di malattie ematologiche (come leucemia e talassemia), di cancro alla prostata, di disturbi neurologici o traumi del midollo spinale, o in rari casi conseguenza di infezioni e infiammazioni genitali (come uretrite, prostatite e cistite) o addirittura psicologico e idiopatico.
L’incidenza del priapismo
In genere, in medicina si indicano come erezioni “prolungate” quelle che raggiungono la durata di quattro ore; nei casi ulteriori si parla appunto di questa patologia, che può verificarsi a tutte le età dell’uomo. Secondo dati recenti, l’incidenza di priapismo nella popolazione mondiale è comunque bassa (si parla di una forbice tra 0,5 e 0,9 casi per 100 mila persone all’anno). Diversa la situazione dei pazienti con anemia falciforme, malattia ereditaria che provoca anemia emolitica cronica, dove invece la prevalenza di priapismo tocca fino al 3,6 per cento nei pazienti di età inferiore ai 18 anni di età, per raggiungere addirittura una quota del 42 per cento nei pazienti maggiorenni.
La cura per la patologia
In genere, la maggior parte dei casi di priapismo si risolvono grazie a terapie poco aggressive, a cominciare dall’aspirazione di sangue dai corpi cavernosi (spesso tramite irrigazione di soluzione fisiologica non eparinata). Laddove questo non bastasse, si può procedere con l’iniezione di sostanze vasocostrittrici nei corpi cavernosi del pene (da citare etilefrina, fenilefrina, epinefrina, norepinefrina e metaraminolo), prestando però attenzione agli eventuali effetti legati all’entrata in circolo di queste sostanze. Il rimedio più immediato, comunque, è quello di applicare del ghiaccio sulla zona intima, sfruttando l’azione vasocostrittrice data dal freddo, che stimola la contrazione delle cellule muscolari lisce vasali. Tuttavia, visti i rischi legati a questa patologia, il consiglio è di recarsi immediatamente al pronto soccorso per scongiurare lesioni permanenti.
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