Come ringiovanire le palpebre senza interventi chirurgici, intervista alla Dottoressa Mariarosaria Serra
Per ringiovanire l’aspetto delle palpebre e rimuovere la loro cute in eccesso, non è necessario sottoporsi a un intervento chirurgico: si può ricorrere, infatti, alla cosiddetta blefaroplastica non ablativa, che consiste in un trattamento innovativo che si può applicare tanto per le palpebre superiori quanto per quelle inferiori.
Dottoressa Mariarosaria Serra, laureata in Medicina e Chirurgia alla Sapienza di Roma e specializzata in Medicina Estetica alla scuola della Fondazione Internazionale Fatebenefratelli, in che cosa consiste la blefaroplastica non ablativa? Ce ne illustra le potenzialità in poche parole?
Questa tecnica offre la possibilità di eliminare le aree puntiformi di cute in eccesso. Dopo che l’area da trattare è stata esaminata con cura e valutata con la massima attenzione, si lascia in posa per circa tre quarti d’ora un po’ di crema anestetica, che permette di ridurre al minimo i fastidi. In seguito si utilizza il Plexer, uno strumento ad hoc con il quale vengono praticati degli spot di 500 micron in corrispondenza del tessuto palpebrale su cui si vuole intervenire, a una specifica distanza gli uni dagli altri. La cute da rimuovere scompare per sublimazione, vale a dire tramite un processo di vaporizzazione: in pratica le cellule passano dallo stato solido allo stato gassoso.
La blefaroplastica non ablativa è pericolosa?
Assolutamento no, anche perché per il trattamento non c’è bisogno di bisturi. Non si ha a che fare, infatti, con un classico intervento chirurgico, dal momento che la cute in eccesso non viene tagliata. Succede, invece, che gli spot che vengono inviati sul tessuto vaporizzano i corneociti superficiali. La cute viene accorciata, in modo tale che possa tornare allo spessore di partenza. I vantaggi offerti da questa pratica sono evidenti, non solo perché la lamina basale non viene coinvolta, ma anche perché non c’è il rischio di sanguinamento. Ma non è tutto, perché un altro beneficio importante riguarda il fatto che i tessuti sottostanti e quelli circostanti non subiscono danni necrotici di alcun genere.
Come si deve preparare il paziente?
Nel corso del trattamento, il paziente ha un ruolo attivo, nel senso che è chiamato a chiudere e ad aprire gli occhi più volti: in questo modo l’operatore ha la possibilità di tenere sempre sotto controllo la zona su cui sta lavorando, evitando di intervenire là dove non ce n’è bisogno. Non occorrono numerose sedute, anzi: una è sufficiente per ottenere i risultati auspicati. Nel giro di non più di mezz’ora il tessuto viene corretto (solo in casi eccezionali può essere richiesta una seduta in più). Una volta terminato il trattamento, è possibile riprendere subito la vita di tutti i giorni, con la sola accortezza di impiegare fondotinta e creme schermanti per proteggere dai raggi UV la zona che è stata trattata.
Quanto tempo ci vuole per notare gli effetti desiderati?
Non occorre attendere troppo per verificare che il trattamento sia andato a buon fine. L’effetto di retrazione palpebrale, infatti, si può notare subito. Non solo la cute in eccesso sulla palpebra viene ridotta, ma si usufruisce anche di un accorciamento della cute nella zona periorbitale. Proprio per questo motivo, la blefaroplastica non ablativa oltre a far apparire le palpebre meno appesantite ha anche la caratteristica di rendere meno evidenti le rughe perioculari.
Quali sono i risultati?
Questo tipo di trattamento di medicina estetica offre, quindi, l’opportunità di avere occhi più luminosi e più aperti rispetto a prima. Se con il passare degli anni è normale che lo sguardo diventi via via più pesante e più stanco, grazie alla blefaroplastica non chirurgica si può dire addio a questi effetti collaterali del trascorrere del tempo, senza che si sia costrette (o costretti) ad affrontare un intervento con il bisturi.
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