Simeticone, meccanismo d’azione e controindicazioni
Il simeticone è un farmaco che aiuta a contrastare i principali sintomi associati all’accumulo di gas nell’apparato gastrointestinale. Principalmente utilizzato anche per alleviare i fastidi come dolori addominali, senso di pienezza e gonfiore.
Cos’è e come funziona il Simeticone
Il simeticone è un agente antischiumogeno orale che contribuisce sensibilmente ad alleviare qualsiasi sintomo dell’apparato gastro-intestinale come eruttazioni, flatulenze, ma anche crampi addominali e borborigmi.
Essendo un farmaco carminativo tende a non contrastare la formazione del gas intestinale quanto piuttosto a favorirne l’espulsione tramite eruttazioni e flatulenze. La sua composizione a base di aerogel di silice fa si che possano diminuire tutte le bollicine intrappolate tra il muco e il bolo gastro intestinale, favorendone la coalescenza.
Tramite tale principio il simeticone contribuisce alla formazione di bolle di maggiori dimensioni che contengono gas libero che viene assorbito con maggiore facilità dalle pareti dell’intestino ed eliminato poi all’esterno tramite movimenti peristaltici. L’azione principale del simeticone è esclusivamente fisica e non dipende necessariamente da un principio chimico o enzimatico.
Oltre a contrastare i sintomi legati al gonfiore e meteorismo il simeticone viene principalmente utilizzato anche come ausilio per la diagnostica per immagini del tratto gastro-intestinale, ovvero per cercare di ridurre le ombre legate alla presenza di aria che si possono creare nelle radiografie.
Simeticone per il trattamento delle coliche dei neonati
Il simeticone però può essere impiegato inoltre anche per il trattamento delle coliche gassose dei neonati. Può essere assunto dagli adulti tramite compresse o gocce in una dose di almeno 60-125 mg, da due a quattro volte al giorno dopo i pasti o poco prima di addormentarsi per il riposo notturno.
Solitamente l’uso di simeticone è limitato agli adulti nella posologia di due compresse 4 volte al giorno dopo i pasti. Inoltre data la mancanza di assorbimento intestinale non è richiesta alcuna precauzione in pazienti anziani o in caso di insufficienza renale o epatica.
Il simeticone si assume per via orale, varie sono le formulazioni presenti in commercio dalle compresse che possono essere anche masticabili, alle capsule o soluzioni liquide, che potrebbero essere sciolte in acqua o in latte artificiale.
Subito dopo essere stato ingerito il simeticone attraversa il tratto gastrointestinale senza ostacolare la digestione e senza essere assorbito. Tale farmaco infatti non altera il volume o l’acidità delle secrezioni gastriche inoltre non esistono effetti collaterali in caso di sovradosaggio.
Le innumerevoli sperimentazioni effettuate negli anni hanno fatto sì che il simeticone fosse un farmaco estremamente sicuro e ben tollerato. Le controindicazioni riguarderebbero infatti esclusivamente un’eventuale ipersensibilità al principio attivo o agli eccipienti contenuti nelle formulazioni.
Prima di assumere simeticone però è necessario informare adeguatamente il medico circa la possibile presenza di allergie al principio attivo o altri farmaci, di medicinali tradizionali o fitoterapici che si stanno assumendo, oltre che se ci si trova in stato di gravidanza o allattamento.
Le compresse di simeticone contengono saccarosio pertanto i pazienti che soffrono di problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, malassorbimento di glucosio- galattosio o deficit di saccarari- isomaltasi non possono assumere tale farmaco.
Per quanto riguarda la gravidanza invece l’assunzione di simeticone è assolutamente sconsigliata data l’assenza di un adeguata mole di studi sull’uso di simenticone per le gestanti. È possibile assumere simeticone solamente sotto stretto consiglio medico, sia in gravidanza che in allattamento qualora il medico ritenga che i benefici siano superiori agli ipotetici rischi.
Non è nota infatti l’escrezione di simeticone nel latte materno e dato che tale farmaco non viene assorbito dal tratto gastrointestinale il rischio sarebbe realmente basso di una possibile trasmissione. Tuttavia durante l’allattamento dovrà essere il medico a valutare il rapporto rischi/ benefici.
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