Trigger Point: terapia e tecnica di massaggio
Cosa si intende per trigger points? Per capirlo, si deve iniziare con il dire che vengono definiti trigger point, alla lettera punti grilletto, tutti i siti di iperirritabilità disseminati per il nostro corpo. Va da sé che il movimento è fondamentale per la vita e, pertanto, la muscolatura che lo permette ha un ruolo di estrema importanza. Tuttavia, solitamente il muscolo è sciolto ed elastico e, quindi, se lo si tocca non fa male. Ma cosa accade alcune volte? Che si fanno dei movimenti che portano il muscolo a contrarsi e a rimanere in una condizione innaturale, di accorciamento. In poche parole, il muscolo si contrae, ma qualcosa lo blocca e lo fa rimanere fisso.
Le cause di tutto ciò possono essere molteplici e, soprattutto, tanti sono i fattori che provocano tal tipo di reazione muscolare: su tutti indichiamo la vita sedentaria, il passare molte ore al pc o il non riuscire a dare al proprio corpo il dovuto riposo. Anche l’esercizio fisico, uno stress emotivo, dei problemi alimentari possono portare a questi risultati.
In questi casi, il rischio maggiore è che un muscolo contratto vada a perdere, nel tempo, la sua naturale elasticità, diventando sempre più rigido alla palpazione, tanto da non essere più in grado di svolgere al meglio la sua attività che faceva in modo che l’articolazione eseguisse determinati movimenti.
Come ci si accorge che un muscolo è contratto? Di solito basta una palpazione di media intensità per provare dolore e questo è un campanello d’allarme.
Trigger point: di cosa si tratta
In queste condizioni si può andare a creare un trigger point. Di cosa si tratta? Un trigger point è quella porzione di muscolo o di fascia muscolare che risulta indurita e dolente alla palpazione.
Per andare a individuare suddetti punti, quindi, è molto utile la digitopressione che, tuttavia, provoca del dolore che è proprio il primo sintomo, nonché il campanello d’allarme. C’è da notare anche che molto spesso il dolore si avverte anche quando si digita a una certa distanza dal trigger point coinvolto.
La prima a parlare di trigger points fu la dottoressa Janet Travell nel 1952. Si tratta, quindi, di un concetto acquisito solo recentemente e la dottoressa in questione, assieme al dottor Simons, hanno passato la loro vita a cercare di fare trapelare tutte le nozioni riguardo questi cosiddetti punti grilletto.
Trigger point: caratteristiche per riconoscerlo
Alcuni trigger points si distinguono per la loro caratteristica principale, ossia quella di causare dolore in altre aree localizzate, anche distanza dal punto stesso.
Un esempio valido in questo caso può esser quello del dolore che si prova andando a comprimere il peroneo prossimale nella zona che si trova immediatamente sotto il ginocchio. Cosa accade? Molto spesso, compiendo tale manovra, si genera un forte dolore anche nella zona del malleolo esterno e questo significa che, senza dubbio, siamo dinanzi a un trigger point.
Ci sono diverse tipologie di trigger points e di solito si parla di trigger poin latente e trigger point attivo. Prima di entrare nel vivo della descrizione delle differenze, è bene individuare dei fattori comuni che sono la rigidità, la debolezza del muscolo coinvolto nonché il dolore nel momento in cui si palpa la zona.
Quali sono, quindi, le differenze? Segnaliamo che il trigger point attivo fa male anche dopo e a prescindere dalla palpazione, mentre il trigger point latente è il più comune e si definisce anche come contrattura muscolare.
Trigger point: trattamento
Esiste un modo per trattare un trigger point? La risposta è affermativa e il metodo ci viene proprio da colei che per prima ha parlato di trigger point, ossia la dottoressa Travell che ha anche messo a punto un trattamento clinico il cui scopo è quello di trapassare il punto critico con un ago, andando a iniettare una soluzione di anestetico locale. Attenzione però, oggigiorno questa tecnica appare superata, dato che in molti sostengono che basti un massaggio specifico eseguito, naturalmente, dalle mani di una persona esperta che abbia acquisito la tecnica appropriata. Anche in questo modo, quindi, si potrebbero ottenere dei risultati, nonché la guarigione, senza bisogno di aghi o anestetici.
Questo massaggio si deve eseguire in maniera impeccabile e, pertanto, in primis si dovrà andare a individuare la rigidità attraverso la palpazione e, una volta individuato il trigger point, si dovrà andare a fare una media pressione che deve essere esercitata sullo stesso punto per almeno 20 secondi. A tutto questo segue la manipolazione di tutte le zone vicine che risultano essere contratte ed irrigidite.
Non si tratta certo di un massaggio indolore, dato che si devono andare a trattare delle zone nelle quali sono presenti delle contratture, ma si tratta di un modo utile e meno doloroso del trattamento con ago previsto dalla dottoressa Travell.
Trigger point e fibromialgia
Molto spesso si tende a parlare di trigger points anche in soggetti affetti da fibromialgia. Tuttavia, in questo cao si tratta solo di una gran confusione, dato che in questi casi si va a parlare di tender points, che sono dei punti localizzati con precisione sul corpo umano, che si trovano sulle inserzioni muscolo-tendinee e sulle articolazioni. In chi soffre di sindrome fibromialgica, questi tender points sono dolorosi se sottoposti a pressione e proprio per questo motivo si fa confusione.
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