Tutti i dubbi sui linfonodi
L’aumento delle dimensioni dei linfonodi può rappresentare, in alcuni casi, uno dei sintomi di un tumore, o addirittura il segnale che la malattia cancerosa si sta diffondendo. Ne parliamo con Villa Regina Arco di Trento, casa di cura specializzata nell’offrire ai propri ospiti servizi di riabilitazione linfologica intensiva e prestazioni di alta qualità dal punto di vista sanitario.
Perché i linfonodi diventano più grossi
Quasi sempre i motivi per cui i linfonodi diventano più grossi sono di natura benigna: ciò è vero soprattutto per quelli che si trovano sotto la mandibola, sotto il mento o ai lati del collo. Per esempio, quando si ha un mal di gola o il raffreddore, è normale che essi aumentino di dimensioni, e una volta che si sarà guariti si sgonfieranno da soli. I linfonodi all’inguine, a loro volta, possono arrivare a 2 centimetri di diametro in persone che non hanno problemi di salute, a maggior ragione nel caso in cui esse siano abituate a stare all’aperto a piedi nudi per tanto tempo. Per quel che riguarda i linfonodi situati sotto le ascelle, il loro gonfiore può essere una reazione a un trauma o a un’infezione correlati alla mano o al braccio, anche se in alcune circostanze sono associati al cancro alla mammella.
Quando bisogna andare dal medico
Il consiglio è di rivolgersi al proprio medico se ci si accorge che il rigonfiamento con il passare del tempo aumenta di volume o comunque persiste per diverse settimane. Un altro caso in cui occorre contattare il medico è quello in cui non solo le ghiandole sono ingrossate, ma la parte del corpo interessata è fonte di dolore, calda e arrossata: comunque la diagnosi non sarà associata, in questa eventualità, a un tumore.
La teoria del linfonodo sentinella
I linfonodi sono collocati nelle vie linfatiche più o meno come le perle di una collana. La teoria del linfonodo sentinella afferma che quando alcune cellule vanno a formare delle metastasi dopo essersi staccate da un tumore passando per le vie linfatiche, il primo linfonodo a essere colonizzato sarà quello della stazione linfonodale a valle del tumore. In ciascuna sede, infatti, esiste un linfonodo che raccoglie per primo la linfa che arriva dai tessuti. Nel momento in cui una massa tumorale viene asportata per via chirurgica, è sempre d’uopo verificare che non ci siano cellule neoplastiche in corrispondenza del linfonodo sentinella.
Come si identifica il linfonodo sentinella
Per riuscire a identificare il linfonodo sentinella viene iniettata, nei dintorni del tumore, una sostanza radioattiva in quantità minima. Così si può accertare quale è il linfonodo che viene raggiunto da quella sostanza per primo: una volta asportato, quel linfonodo può essere analizzato in laboratorio, in modo che si possa capire se ci sono o meno cellule tumorali e stabilire quanto deve essere approfondito l’intervento che verrà eseguito. Si può evitare, in questo modo, la prassi che era in vigore fino a qualche tempo fa di asportare in ogni caso i linfonodi a valle del tumore.
La linfadenectomia
La linfadenectomia rappresenta proprio l’intervento di rimozione dei linfonodi: il suo scopo, come si è detto, è quello di far capire se il circolo linfatico è stato invaso dalle cellule tumorali. La valutazione del linfonodo sentinella si applica in modo particolare per la chirurgia dei tumori del seno, anche se in principio era stata introdotta per i melanomi: essa permette di evitare l’asportazione dei linfonodi nei casi in cui non è davvero necessario procedere. Il tipo di trattamento che dovrà essere messo in pratica in seguito all’intervento chirurgico e la prognosi dipendono proprio dalla presenza o meno delle cellule tumorali nel circolo linfatico.
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