L’Uricemia: che cos’è e a cosa serve
Quando parliamo di acido urico, dobbiamo tenere in considerazione il parametro che permette di esprimere l’esatta quantità dello stesso in circolo nel sangue, ovvero l’uricemia. L’uricemia è indicata per monitorare e rilevare i livelli di acido urico nel nostro sangue soprattutto in quei casi in cui il paziente è sottoposto ad alcuni trattamenti chemioterapici o radioterapici o indicata per il controllo di pazienti affetti dalla gotta, che sono a rischio di sviluppare i fastidiosi calcoli renali. Se la quantità di acido urico presente in circolo è eccessiva parliamo di iperuricemia; nel caso contrario invece si parla ipouricemia ( quantità di acido urico bassa).
Iperuricemia
Come segnalato in precedenza, l’uricemia indica il tasso di acido urico risultato dal metabolismo delle proteine che sono presenti in diversi tipi di cibi. L’acido urico si trova nel fegato per, poi, passare nel sangue ed essere indirizzato verso i reni, che filtrano dal sangue i prodotti di scarto del metabolismo tramite le urine. Quotidianamente, la quantità di acido urico espulso tramite le urine è circa 450 mg; mentre, quello eliminato attraverso le secrezioni digestive è di circa 200 mg . Può capitare però che i reni non riescano ad eliminare la giusta quantità di acido urico o che si verifichi un eccesso di produzione di acido urico, ovvero la cosiddetta iperuricemia. Questo provoca la formazione di cristalli a livello delle articolazioni, che poi possono infiammare le nostre articolazioni portando a patologie complesse come la gotta. L’iperuricemia, può provocare anche la formazione dei calcoli che tendono a danneggiare i nostri reni.
Spesso, l’uricemia non prevede una sintomatologia specifica, ma nei casi più gravi possono verificarsi i seguenti sintomi: gotta, infiammazione delle articolazioni, coliche renali, brividi, febbre, dolori articolari, edemi, affaticamenti. Il cancro metastatico, le leucemie e il mieloma multiplo sono patologie caratterizzate da un aumento di produzione dell’acido urico nel sangue ( iperuricemia). Le malattie renali croniche, l’acidosi, la tossiemia della gravidanza e l’alcolismo possono determinare un diminuita eliminazione dei prodotti di scarto da parte del metabolismo. L’iperuricemia può essere determinata anche se si sta eseguendo una dieta a base di alimenti come: carne rossa, cacciagione e frattaglie.
Ora vediamo come è possibile ridurre i livelli di acido urico. Come prima cosa, bisogna limitare il consumo di determinati alimenti come: carne rossa, frattaglie, cacciagione, crostacei, salumi e insaccati, mentre andrebbero preferiti cibi come quali latte, uova, formaggi, verdure, frutta e pasta. Inoltre è fondamentale bere molta acqua, tisane e infusi vari durante la giornata e non eccedere con le calorie. Nota bene, sono da evitare tutte le bibite gassate e gli alcolici. Per contrastare questo tipo di fenomeno, si può ricorrere anche ai rimedi naturali o a farmaci da banco.
Ipouricemia
Viceversa, se la concentrazione ematica di acido urico è bassa nel sangue, questa condizione , viene definita ipouricemia. Viene definita ipouricemia se il valore di acido urico presente nel sangue è inferiore ai due milligrammi per decilitro di sangue. Questa situazione si verifica se il soggetto presenta delle patologie particolari ma esistono anche fattori genetici, ereditari o fattori alimentari che possono incidere su ciò.
Alcuni tipi di farmaci quelli uricosurici, usati per curare patologie come la gotta, sono in grado di stimolare l’escrezione renale di acido urico, riducendone la concentrazione ematica nel sangue.
Se si eseguono poi delle diete vegetariane, che prevedono un introito ridotto di alimenti che contengono purina, (carni rosse, insaccati, lardo, fritti ecc.) si può verificare l’isorgenza di ipouricemia; questo capita ma anche nei casi di pazienti sottoposti a nutrizione parenterale.
Esistono poi dei fattori ereditari e dei fattori genetici che influiscono sulla produzione dell’enzima xantina ossidasi, che converte xantina e ipoxantina in acido urico.
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