Scopriamo in cosa consiste un intervento di ernia inguinale e quali sono le possibili complicazioni
Un intervento di ernia inguinale oggi può essere tranquillamente effettuato in day hospital, ossia con un ricovero in giornata che riduce notevolmente i tempi di recupero e dello stesso intervento. Ovviamente i rischi connessi ad un’operazione chirurgica, anche se effettuata con tecniche all’avanguardia quali la laparoscopia, sono sempre da considerare attentamente. per questa ragione, cercheremo di capire come si interviene su un’ernia inguinale e quali sono le informazioni sul decorso operatorio da tenere a mente.
Ma prima di tutto facciamo chiarezza su che cosa sia un’ernia inguinale.
L’ernia inguinale, una fastidiosa patologia addominale
L’ernia inguinale è una patologia a causa della quale il grasso all’interno dell’addome o dell’intestino tenue si introduce esternamente attraverso un punto debole nella parte inferiore della muscolatura addominale, e più precisamente nella regione a cavallo tra l’inguine e la coscia, oppure entrambe nel caso di ernia bilaterale. L’ernia all’esterno appare come un rigonfiamento su uno o entrambi i lati dell’inguine, che aumenta di grandezza e di gonfiore nel corso del tempo.
Principali cause dell’ernia inguinale
Le cause che comportano la formazione di un’ernia inguinale si dividono in dirette ed indirette.
Le ernie inguinali indirette sono di natura congenita, ed in particolar modo nei maschi nel periodo della formazione della sacca scrotale e della discesa dei relativi testicoli, i quali possono dar luogo a questa ernia. Nelle donne invece un’ernia inguinale ha origine con la fuoriuscita di una parte di organi genitali femminili, anche se ciò è decisamente più raro rispetto ai soggetti di sesso maschile.
Le ernie indirette sono le più comuni, soprattutto nei neonati prematuri a causa della mancata chiusura del canale inguinale.
Un’ernia inguinale diretta è invece originata da un decadimento del tessuto connettivo dei muscoli dell’addome, il quale provoca un indebolimento muscolare causato da stress e da altri fattori che agiscono direttamente quali strappi muscolari, sollevamento di oggetti pesanti, tensione da stitichezza, e aumento di peso.
I sintomi
a prescindere dalla natura diretta o indiretta dell’ernia, i suoi sintomi sono, nell’ordine:
- un piccolo rigonfiamento dell’inguine mono o bilaterale, oppure un rigonfiamento scrotale nei maschi;
- fastidio o dolore dovuto alla tensione nel sollevamento di pesi o durante attività fisica;
- senso di debolezza o di pressione all’inguine;
- bruciore e dolore all’inguine.
Una particolare tipologia di ernia inguinale è quella strozzata, ossia un’ernia che blocca l’afflusso sanguigno nell’intestino, causandone la necrosi dei tessuti. Tale condizione richiede una attenzione medica immediata e la somministrazione di relative cure.
Se non trattata, l’ernia strozzata può portare a sintomi quali nausea, vomito e soprattutto gravi infezioni che possono portare al decesso del paziente se non si interviene immediatamente a livello chirurgico, con la rimozione dell’ernia ed eventualmente di una porzione di intestino strozzato o in necrosi.
Cura per l’ernia inguinale
Le ernie inguinali che si ingrossano o diventano strozzate devono essere necessariamente trattate mediante intervento chirurgico, anche in pazienti di età neonatale, ai quali si evita la possibile incarcerazione dell’ernia stessa, ossia la formazione di un blocco intestinale a causa del gonfiore dell’ernia e del conseguente rilassamento muscolare dell’area circostante.
Il tempo di recupero varia a seconda delle dimensioni dell’ernia, della tecnica che viene impiegata, dall’età del paziente e dalle sue situazioni psicofisiche.
I due principali tipi di intervento chirurgico per risolvere l’ernia inguinale sono un intervento a cielo aperto, nel quale si interviene sulla zona inguinale anestetizzando il paziente a livello totale o con anestesia epidurale.
In questo tipo di intervento, il chirurgo effettua un’incisione nell’inguine, in modo tale da riuscire a rimettere l’ernia nella relativa sede addominale e intervenendo sulla parete muscolare con dei punti di sutura e con l’applicazione di una rete in fibra sintetica per fornire un sostegno supplementare all’ernia stessa.
L’altra tecnica utilizzata è la chirurgia laparoscopica, che viene eseguita in anestesia totale. mediante l’utilizzo di un tubo, con all’interno una telecamera che invia un’immagine ingrandita ad un monitor, si va ad intervenire direttamente sull’ernia con appositi strumenti di precisione atti a ridurne il gonfiore e a rimetterla nella sua apposita sede addominale.
Coloro che decidono di affidarsi ad un intervento in laparoscopia, beneficiano di un tempo di recupero inferiore al normale intervento; tuttavia, nel caso si abbiano già avuti interventi addominali, oppure le dimensioni dell’ernia siano troppo grandi, questa tecnica non può essere applicata con efficacia, optando di conseguenza per l’’intervento tradizionale.
Indicazioni post-intervento ed eventuali complicazioni
Di solito al termine dell’intervento si consiglia l’assunzione di farmaci antidolorifici per i giorni successivi all’operazione.
Un paziente che ha appena subito un intervento all’ernia inguinale, deve astenersi per forza dal sollevamento di pesi e dallo svolgere attività pesanti per svariate settimane. Ovviamente, più il paziente è giovane d’età, più il suo fisico gli permette un recupero in tempi minori, con un impatto meno doloroso e con minori complicazioni.
L’operazione, sia in laparoscopia che con intervento tradizionale, è solitamente sicura: infatti le possibili complicanze dovute alla rimozione dell’ernia inguinale sono abbastanza rare. Ciononostante, è bene conoscere gli eventuali rischi connessi a questo intervento, al fine di valutare con maggiore responsabilità eventuali sintomi postoperatori.
Tra le complicanze possibili vi sono sintomi connessi all’anestesia generale, soprattutto in pazienti anziani o con problemi di salute legati a patologie precedenti. Questi sono nausea, vomito, ritenzione urinaria, mal di gola e mal di testa.
Rischi e complicanze più gravi e rare sono infarto del miocardio, ictus, polmonite, trombosi venose o problemi legati alla coagulazione del sangue. Al fine di ridurre il rischio di trombosi è bene alzarsi dal letto appena le condizioni fisiche lo permettono.
Un’altra eventualità da considerare è che l’ernia ricompaia alcuni anni dopo l’operazione, il che è abbastanza comune nei pazienti.
Il sanguinamento intestinale è un altro rischio raro ma comunque possibile con questo tipo di intervento.
Sempre parlando di complicazioni rare, vi sono la comparsa possibili infezioni legate all’intervento e all’incisione, le quali, possono provocare febbre, rossore, gonfiore e dolore alla ferita suturata.
Estremamente rari sono invece patologie connesse agli organi interni nei pressi della zona in cui si è intervenuti, vale a dire intestino, vescica, reni, nervi, vasi sanguigni, e tutti gli organi appartenenti all’apparato genitale e riproduttivo di entrambi i sessi.
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