Dolori addominali? Perdite vaginali anomale? Potrebbe trattarsi di iperplasia endometriale
L’iperplasia endometriale o endometrio iperplastico, è una patologia localizzata o diffusa dell’epitelio endometriale, cioè il rivestimento interno dell’utero, che solitamente precede una formazione neoplastica successiva.
Quali sono le cause dell’iperplasia endometriale
Lo sviluppo dello strato interno dell’utero, l’endometrio, dipende strettamente dall’equilibrio ormonale di ogni donna, in particolare dall’equilibrio tra estrogeni e progesterone, i due ormoni femminili più importanti. Se questo equilibrio viene alterato con aumento eccessivo della quota di estrogeni rispetto a quella di progesterone, l’endometrio risponde con un maggior numero di mitosi, cioè di moltiplicazioni delle cellule che lo compongono, andando incontro ad iperplasia, cioè ad un aumento del suo volume dovuto ad un aumento esponenziale del numero delle sue cellule.
Un aumento di estrogeni può verificarsi in diverse situazioni, come l’obesità, i tumori secernenti estrogeni, terapie farmacologiche particolari, o in caso di menopausa o gravidanza.
La menopausa tipicamente provoca un’alterazione nel rilascio ormonale dell’organismo e questo rende alquanto intuitivo comprendere come la menopausa abbia un suo ruolo nell’insorgenza dell’iperplasia endometriale; per questo motivo gli screening ginecologici sono assolutamente consigliati dopo i 55/60 anni d’età, proprio perché è ormai estremamente noto come la menopausa possa essere, in alcuni casi, favorire l’insorgenza di alcuni disturbi come, ad esempio, nel caso dell’iperplasia endometriale
L’iperplasia endometriale, come detto, trova una delle sue cause principali nel rilascio di ormoni estrogeni, se ne deduce quindi abbastanza facilmente che questo disturbo gioca un ruolo fondamentale in alcune dinamiche connesse ad infertilità; può capitare, infatti, che la difficoltà a restare incinta sia direttamente correlata ad anomalie a carico dell’endometrio. In questi casi il trattamento più efficace contro i problemi di infertilità non può che passare attraverso un’adeguata terapia ormonale, starà ovviamente al ginecologo definire i farmaci e la posologia adatta a contrastare questo tipo di problema.
La classificazione dell’ iperplasia endometriale
Mediante l’esame istologico di un campione del tessuto endometriale, prelevato mediante biopsia della mucosa uterina o per raschiamento, è possibile identificare tre tipi principali di iperplasia:
- Iperplasia endometriale tipica: con iperplasia diffusa all’epitelio ghiandolare ma senza alterazioni della struttura delle singole cellule. Il rischio di sviluppo di neoplasia in questi casi è di circa l’1,6%. A sua volta suddivisibile in:
- Semplice: se le ghiandole appaiono “cistiche”
- Complessa: se sono presenti numerose figure mitotiche e affollamento cellulare
- Iperplasia endometriale atipica: iperplasia diffusa accompagnata da alterazioni delle singole cellule, come la perdita della polarità del nucleo, disposizione a rosetta dei gruppi cellulari etc. In questi casi il rischio di sviluppo di una neoplasia sale al 22%
- Iperplasia endometriale polipoide: iperplasia diffusa accompagnata dalla presenza di polipi, solitamente benigni, che vanno tuttavia asportati mediante intervento chirurgico.
Sintomi dell’iperplasia endometriale
L’iperplasia endometriale è una patologia che non presenta una sintomatologia particolarmente importante, anzi spesso risulta essere asintomatica e viene diagnosticata durante un normale controllo di routine dal ginecologo.
Talora però può provocare dolore addominale, e si può presentare lo spotting, cioè delle piccole perdite di sangue e lontano dal periodo delle mestruazioni. In questo caso sarà bene ricorrere ad un ginecologo e verificare la presenza di iperplasia endometriale, o di eventuali altre patologie che possano causare lo spotting, mediante una ecografia transvaginale.
La terapia della iperplasia endometriale
Le forme più lievi di iperplasia endometriale solitamente vengono trattate mediante terapia farmacologica, a base di progestinici, mediante le minipillole o POPs, per riequilibrare il rapporto estrogeni/progestinici.
In alcune forme di iperplasia endometriale, come quella polipoide, sarà necessario ricorrere ad una terapia chirurgica come l’isteroscopia operativa.
Qualora i trattamenti ormonali e chirurgici falliscano, o si presentino diverse recidive, può essere necessario procedere con una isterectomia, cioè l’asportazione dell’utero.
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