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Ipokaliemia, cause, sintomi e terapia Salute

Ipokaliemia, cause, sintomi e terapia

In questo articolo affrontiamo l’ipokaliemia, ovvero la carenza di potassio nel sangue. Per carenza di potassio si intendono valori più bassi di 3,5 mg per litro di sangue, ma solitamente la carenza riguarda l’intero organismo di una persona, quindi coinvolge molti organi che utilizzano questa preziosa sostanza, come il cuore, i muscoli, il sistema nervoso.

L’ipokaliemia si presenta di frequente nei soggetti immunodepressi, nei malati cronici, nei reduci da importanti interventi chirurgici, negli anziani, nelle persone che assumono costantemente diuretici.

Il termine ipokaliemia deriva dalle parole latine: ipo = basso, kalium = potassio, emia = nel sangue, al contrario dell’altra condizione patologica, l’iperkaliemia, da iper = grande, alto, che denota una forte presenza di potassio.

Che cos’è il potassio

Il potassio è un minerale elettrolita, in grado di trasportare stimoli elettrici, ed è un macroelemento, ossia una di quelle sostanze di cui il corpo ha grande necessità, insieme al suo compagno fisso, il sodio. Il suo simbolo chimico è la lettera K, e non possiamo disporne in altro modo se non con l’alimentazione.

Troviamo il potassio in molti vegetali: uva, banane, dattero, albicocche secche, cavoli, fagioli e gli altri legumi, porri, mandorle, noci, pere, patate, spinaci, asparagi; è presente anche in alcuni cereali, come il frumento e il riso, e nel pesce azzurro.

Quali sono le cause dell’ipokaliemia?

La carenza di potassio nel sangue, e di conseguenza nell’organismo di una persona, può essere causata da molteplici motivi. Come già accennato, il potassio viene assorbito solo tramite l’alimentazione, ma viene anche perduto quotidianamente tramite urine e sudore.

Quando i reni funzionano bene, riescono a bilanciare le entrate con le uscite ed a mantenere un livello sufficiente e costante di potassio, quindi si può già concludere che una delle cause è il malfunzionamento dei reni.

Altre cause possono essere la denutrizione, quindi anche diete severe fatte senza controllo del medico, cure prolungate a base di diuretici, assunzione di argilla, eccessiva sudorazione, vomito e diarrea, consumo di alcolici, tumori, sale usato senza moderazione, cure a base di cortisone.

Quali sono i sintomi dell’ipokaliemia?

I disturbi più comuni della carenza di potassio sono debolezza, stanchezza, senso di affaticamento, gambe pesanti e crampi ai muscoli delle gambe; anche formicolii e sete esagerata potrebbero essere ricondotti all’ipokaliemia.

Il sintomo più grave, comunque, è l’alterazione dell’ecg; in altre parole, se durante l’elettrocardiogramma, vengono evidenziate aritmie inaspettate, con battiti ectopici atriali e ventricolari, tachicardia e fibrillazione, è il caso di controllare immediatamente il livello di potassio nel sangue; un intervento tempestivo può salvare una vita.

Meno frequentemente, la carenza di potassio provoca confusione mentale, difficoltà di concentrazione, insonnia, irritabilità, epilessia. Negli adolescenti, anche l’acne può essere un sintomo di ipokaliemia.

Quali terapie adottare

Se occorre un provvedimento urgente, il medico prescriverà la dose giusta di cloruro di potassio da somministrare subito tramite endovena. Altrimenti, sarà necessario aggiungere del potassio in capsule o compresse. La cosa migliore rimane comune sempre una buona alimentazione.

La dose minima di potassio che tutti dovremmo ingerire ogni giorno dovrebbe essere 3,5 grammi al giorno, mentre secondo l’Oms, Organizzazione Mondiale della Sanità, ne assumiamo soltanto 700 mg.

Ricordiamoci di aggiungere poco sale ai nostri piatti, perché il cloruro di sodio di cui è composto, abbassa drasticamente il livello di potassio; dovremmo consumare almeno cinque porzioni di frutta e verdura, meglio se cruda, purché ben lavata più volte, anche con l’aggiunta di un cucchiaino di bicarbonato prima dell’ultimo risciacquo.

Alcuni cibi jolly

100 grammi di banana contengono 400 mg di potassio, una patata media cotta in forno con la buccia ne contiene 500, 100 grammi di fichi secchi ne contengono 983 mg, i pomodori secchi 3423, il ketchup 5900, il latte di mucca 1650, i fagioli 1400.

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