Favismo: che cos’è e come si cura
Il favismo è una patologia congenita che deriva da un difetto di un enzima che di solito si trova nei globuli rossi. La mancanza di questo enzima genera una distruzione dei globuli rossi e una conseguente anemia nel momento in cui il soggetto che ne è affetto assume fave, piselli e alcuni farmaci che scatenano l’attività di distruzione dei globuli rossi, già debilitati. Per questo motivo, la malattia è chiamata fin dall’antichità la “malattia delle fave”.
Il difetto si trasmette in modo genetico, attraverso il cromosoma X del DNA: gli uomini si ammalano di solito della forma più grave mentre le donne sono di solito portatrici sane del gene, che possono trasmettere ai propri figli, oppure si ammalano di forme più lievi di questa malattia.
L’anomalia è diffusa soprattutto in Africa ma si riscontra anche nell’aria asiatica e nel bacino mediterraneo, soprattutto in alcune zone specifiche come la Grecia e la Sardegna.
Le cause del favismo
Come si è detto, l’impossibilità di assumere alcuni legumi, come le fave e i piselli, è spesso associata ai soggetti fabici. In realtà gli individui affetti non possono non solo mangiare questi legumi ma neanche inalare o assumere altre sostanze come la naftalina o alcuni farmaci come gli antipiretici, gli analgesici, gli antimalarici e anche alcuni antibiotici. La carenza dell’enzima detto “glucosio-6-fosfato deidrogenasi” è la causa scatenante delle conseguenze sul sangue, che può portare anche allo sviluppo di forme di ittero.
Sintomi e conseguenze del favismo
Il favismo si manifesta di solito in modo improvviso, entro massimo 2 giorni dall’assunzione di fave fresche e altri elementi sopra descritti. Il paziente assume una colorazione della pelle giallo intensa e, nei casi più gravi in cui la distruzione dei globuli rossi è elevata, il colorito e le mucose diventano pallide, con urine molto colorate e sintomi di un collasso al sistema cardiocircolatorio. I primi sintomi di favismo sono, oltre al colorito anomalo della pelle, la comparsa di febbre, di difficoltà respiratorie, di un polso dai battiti accelerati ma deboli.
Cosa fare se il favismo colpisce i bambini
Il favismo è un’anomalia che si manifesta di solito in età infantile. Il bambino deve essere a conoscenza della sua condizione così da non assumere alimenti e farmaci potenzialmente “incriminati”.
L’anomalia va prontamente comunicata anche alla scuola e ad ogni eventuale medico o pediatra che dovesse prendere in carico il ragazzo. Quest’ultimo deve poi avere sempre con sé un elenco di medicinali da evitare assolutamente in caso di bisogno.
Se l’ittero conseguente al favismo colpisce il bambino, bisogna subito effettuare un ricovero ospedaliero, senza adottare nessuna iniziativa fai da te. I genitori del ragazzo dovranno solo cercare di ricordare cosa il ragazzo ha assunto, tra cibo e medicinali, nelle 12-48 ore precedenti alla comparsa dei primi sintomi.
Rischi del favismo
Se il paziente fabico è consapevole della propria anomalia, può facilmente evitare problemi, astenendosi dai cibi e dai farmaci pericolosi per la sua salute, che possano provocare una crisi acuta.
Se invece il favismo si manifesta in modo acuto, la sopravvivenza del paziente potrebbe essere messa a dura prova: l’unica terapia possibile è infatti una pronta trasfusione di sangue fresco, talvolta accompagnata anche da dialisi nel caso in cui il soggetto soffra anche di insufficienza renale.
La cosa importante è quindi che il paziente sia potato d’urgenza in ospedale, riceva la trasfusione e faccia successivamente tutti i controlli necessari ad appurare il proprio deficit enzimatico per scongiurare qualsiasi altra ripetizione della crisi.
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