Calprotectina nelle feci: un modo per rilevare le malattie intestinali
La calprotectina è una proteina che si trova nel corpo umano ed è concentrata soprattutto nei granulociti neutrofili. Grazie alla sua azione batteriostatica e micostatica simile a quella dei più comuni antibiotici, la calprotectina svolge un ruolo importante nelle funzioni di difesa dell’organismo.
Utilità della calprotectina per rilevare le infiammazioni
La calprotectina è presente in diversi materiali prodotti dal nostro corpo, come la saliva, il siero, le urine, le feci.
È tuttavia la sua concentrazione nelle feci ad essere utile a rilevare l’eventuale presenza di infiammazioni intestinali. La concentrazione di questa proteina nelle feci sarà più elevata della norma in caso di malattie all’intestino, soprattutto se riguardano le infiammazioni all’apparato digerente. A differenza dei tradizionali valori utilizzati per riscontrare le infiammazioni, ovvero il PCR e il VES, la calprotectina riesce ad evidenziare anche stati lievi dell’infiammazione, che non riescono a modificare i valori di VES e PCR. I valori di calprotectina nelle feci poi restano stabili fino a 7 giorni a temperatura ambiente e per alcuni mesi, se il materiale è congelato ad una temperatura di -20° C.
I soggetti affetti da malattie infiammatorie intestinali di tipo cronico avranno un livello di calprotectina nelle feci molto elevato; gli individui che hanno invece l’intestino irritabile avranno una concentrazione di calprotectina inferiore a coloro che soffrono di malattie croniche ma comunque superiore ai soggetti sani.
Test della calprotectina: in presenza di quali sintomi va effettuato?
Il test della calprotectina nelle feci va effettuato in presenza dei sintomi più comuni delle malattie intestinali, come:
- diarrea ricorrente, con o senza espulsione di sangue;
- forti dolori addominali, da non confondersi con gli attacchi di appendicite;
- febbre e dimagrimento, associato a diminuzione del senso di appetito;
- emissione di muco a livello rettale.
Il test può essere effettuato anche in presenza di feci molli.
La presenza di muco nell’intestino può anche dipendere da un processo infiammatorio delle vie aeree che, grazie alla deglutizione, arriva all’intestino; per questo motivo, prima di effettuare il test e ipotizzare la presenza di infiammazioni a carico dell’intestino, è necessario escludere qualsiasi coinvolgimento delle vie respiratorie.
Un aumento della calprotectina può anche essere favorito dall’assunzione di farmaci antinfiammatori; è necessario quindi che il medico che svolge l’analisi sia a conoscenza dell’eventuale assunzione degli stessi e del loro dosaggio da parte del paziente.
Con quale frequenza effettuare il test della calprotectina?
In caso di pazienti affetti da malattie intestinali di tipo cronico, il test della calprotectina si esegue di solito due o tre volte l’anno, così da verificare l’andamento della concentrazione di calprotectina nelle feci e una sua eventuale normalizzazione.
Cosa fare se la calprotectina è alta?
In presenza di un elevato livello di calprotectina nelle feci, il medico può prescrivere ulteriori indagini come la colonoscopia, l’ileoscopia o l’ecografia all’addome. Poiché la calprotectina è particolarmente alta in presenza di cancro del tratto gastro-intestinale, il test della calprotectina è particolarmente utile nella prevenzione e lo screening di questo tipo di tumore, più di quanto non lo sia la presenza di sangue nelle feci.
Se invece il livello di calprotectina nelle feci è basso, non ci saranno patologie intestinali organiche ma potrebbe esserci una sindrome di colon irritabile oppure altre patologie, come ad esempio la celiachia.
Cosa fare prima di eseguire il test?
Prima di effettuare il test della calprotectina non è necessario praticare un digiuno ma è meglio astenersi dall’attività fisica almeno nei due giorni precedenti. Meglio poi non effettuare il test durante il ciclo mestruale o in caso di emorragie intestinali e emorroidi. A causa delle interazioni di cui abbiamo parlato, è possibile che il medico prescriva una momentanea sospensione dei farmaci antinfiammatori assunti dal paziente, nel periodo precedente al test.
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