Celiachia, sintomi e diagnosi
La celiachia è una malattia che colpisce l’apparato digerente e provoca danni notevoli nei confronti dell’intestino tenue, considerato il fatto che interferisce con l’assorbimento dei nutrienti provenienti dal cibo.
Chiunque sia affetto da questa patologia è intollerante al glutine, una proteina che possiamo trovare nel grano, nell’orzo e nella segale. Se questo elemento viene assunto, il sistema immunitario reagisce distruggendo i villi intestinali e il soggetto in questione potrebbe risultare malnutrito, nonostante mangi regolarmente.
Questo disturbo si trasmette geneticamente e potrebbe manifestarsi dopo un intervento, dopo la gravidanza, dopo il parto, dopo un forte stress emotivo o a seguito di un’infezione virale. Solo negli Stati Uniti colpisce oltre due milioni di persone, soprattutto nel caso in cui presentino altre malattie genetiche come la sindrome di Turner o la sindrome di Down.
Possiamo inoltre dire che la celiachia incide molto sullo sviluppo femminile e viene considerata come una malattia di malassorbimento o come una reazione immunitaria errata nei confronti del glutine.
Celiachia: quali sono le cause e i sintomi?
Non ci sono cause precise in merito a questa malattia, poiché si tratta di un disturbo ereditario, anche se secondo alcune ricerche è stato possibile dimostrare che l’insorgenza della celiachia potrebbe essere dovuta al rotavirus, un virus che provoca enterite ed è piuttosto comune nella popolazione mondiale.
Per quanto riguarda i sintomi, possiamo dire che variano da persona a persona, poiché in alcuni casi riguardano l’apparato digerente e in altri organi diversi. La sintomatologia più frequente, soprattutto nei bambini e nei neonati, verte nei confronti della dissenteria, gonfiore addominale, vomito, dimagrimento immotivato, feci maleodoranti, oleose e pallide e irritabilità.
A causa del cattivo assorbimento dei nutrienti, i più piccoli possono presentare altri problemi correlati alla celiachia, come ritardi della crescita, statura bassa, problemi dello sviluppo nel neonato, ritardi nella pubertà e problemi nei confronti dello smalto dentale verso i denti definitivi.
Negli adulti le possibilità di manifestare sintomi correlati all’apparato digerente sono più scarse, ma possiamo trovare un’ampia varietà di complicazioni collegate ad altre parti del corpo, come dolore alle ossa e alle articolazioni, anemia sideropenica immotivata, affaticamento, artrite, ossa fragili oppure osteoporosi, ansia, depressione, stomatite aftosa nel cavo orale, dermatite erpetiforme, nessuna mestruazione, convulsioni, sterilità o aborti spontanei continui, formicolii e intorpidimenti di mani e piedi.
La celiachia presente numerosi pericoli, poiché chi è affetto da questa malattia potrebbe andare incontro ad altre patologie piuttosto serie, come il diabete di tipo 1, le malattie autoimmuni di fegato e tiroide, sindrome di Sjogren, artrite reumatoide e morbo di Addison.
Celiachia: come si diagnostica?
Riconoscere questo problema può essere complicato, poiché numerosi sintomi vengono spesso associati ad altri disturbi. Per prima cosa, è necessario effettuare precise analisi del sangue: solitamente manifesteranno livelli elevati di autoanticorpi, ma potrebbe non essere sufficiente per escludere la possibilità di essere malati.
Prima di effettuare queste analisi, è necessario seguire una dieta con alimenti a base di glutine, poiché in caso contrario gli esiti potrebbero risultare negativi proprio per l’assenza di questo elemento. Un altro strumento diagnostico è la biopsia intestinale, dove durante una gastroscopia verranno asportati dei piccoli pezzi di tessuto dall’intestino tenue per verificare se i villi presenti sono danneggiati.
Quali sono gli alimenti da consumare in una dieta per celiaci?
I celiaci devono seguire un preciso regime alimentare, considerato il fatto che l’assenza di glutine viene considerata come una sorta di cura (nonostante la malattia rimanga comunque nel nostro corpo).
Gli alimenti permessi in una dieta di questo tipo sono il riso, la crema di riso, il mais, i chicchi di mais, i pop corn fatti in casa, la quinoa, la crema di mais e tapioca, il grano saraceno, la manioca, il figlio, il sesamo, la soia, pane, grissini, pasta, pasta ripiena, gnocchi, focacce e pizze realizzati con ingredienti specifici e concessi.
Gli alimenti a rischio sono la farina di riso, l’amido di riso, il malto, il destrosio, l’amido, la farina di carrube, la farina di cocco, la farina di castagne, la farina di ceci, la farina di mandorle, la farina di grano saraceno, la tapioca, la farina di soia, la fecola di patate, la farina di miglio, la farina di sesamo, le cialde di mais e patate, le fibre vegetali e quelle dietetiche, i fiocchi di mais, di riso, di soia senza malto, le gallette di riso, i pop corn confezionati e i risotti in busta o surgelati con aromatizzanti.
Gli alimenti che non devono essere consumati sono l’amaranto, il teff grass, mentre quelli vietati in assoluto sono il frumento, la segale, l’avena, l’orzo, il farro, spelta, kamut, sorgo, triticale, glutine di frumento, di segale, di avena, di orzo, di farro, di spelta, di kamut, di sorgo, di triticale, la farina, l’amido, i semolini e i fiocchi di tutti i cereali elencati sopra, la pasta comune, gli gnocchi di patate, gli gnocchi alla romana, i pizzoccheri, pane, pancarrè e pan grattato, piadine, crostini di pane, salatini, taralli, crackers, fette biscottate, cracotte, crepes, germe di grano, grissini, muesli, porridge, couscous, seitan, muscolo di grano, crusca di cereali vietati, frik, cracked grano, gries, tabulè, bulgur, polenta taragna (se unita alla farina di grano) e particole.
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