Lo Stetoscopio o Stetofonendoscopio, cos’è e a cosa serve
Stetoscopio o Stetofonendoscopio, una definizione
Lo Stetoscopio è lo strumento che nell’immaginario collettivo meglio rappresenta la categoria medica; il suo nome per esteso è Stetofonendoscopio e deriva dall’unione di due parole: Fonendoscopio e Stetoscopio.
La parola Fonendoscopio indica uno strumento usato per auscultare gli organi che si trovano all’interno del nostro corpo; per Stetoscopio si intende uno strumento per l’auscultazione del torace.
Storia dello strumento
Prima dell’invenzione di questo strumento l’auscultazione avveniva semplicemente tramite l’appoggio dell’orecchio da parte del medico, sul corpo del paziente.
Solo all’inizio del 1800, più precisamente nel 1816 si ricorse all’uso di un vero e proprio strumento grazie all’intuizione di un medico francese, tale Laennec, che ipossibilitato ad auscultare il torace di una paziente obesa ricorse inizialmente all’uso di un quaderno arrotolato che facesse da strumento di trasmissione del suono del battito cardiaco dal cuore della donna al suo orecchio.
In seguito venne utilizzato un cilindro di legno finchè nel 1851 arthur Leared inventò lo stetoscopio con due auricolari e nel 1852 George Camman lo migliorò fino alla sua produzione in serie.
Un ulteriore perfezionamento venne introdotto nel 1960 alla Howard Medical School dal dottor David Littman che lo rese più leggero e con una acustica migliore ma solo alla fine degli anni ’70 lo strumento venne migliorato definitivamente.
La funzione dello Stetoscopio
Qual è, dunque, la sua funzione? Lo scopo dello Stetoscopio quindi è quello di individuare suoni interni al nostro corpo che possano suggerire la presenza di una patologia dovuta ad un alterato funzionamento dei nostri organi interni percepibile uditivamente ( ad esempio una alterazione del battito cardiaco o una anomalia nella respirazione).
Stetoscopio acustico e Stetoscopio elettronico
Lo Stetoscopio acustico adempie alla sua funzione permettendo il passaggio di aria attraverso dei canali, esso infatti ha un corpo centrale costituito da un tubicino di plastica collegato da un lato a due auricolari, anch’essi tubicini, ma metallici, che nella loro parte finale hanno due piccoli gommini, come le comuni cuffiette per ascoltare musica e che ne facilitano l’introduzione all’interno del padiglione auricolare. All’altra estremità invece si trovano una così detta “campana” o un “disco” che poggiati sul corpo del paziente ne intercettano il suono proveniente dal suo interno.
Gli usi, la campana e il disco
A seconda che si usi la “campana” o il “disco” ci giungeranno meglio le onde dei suoni a bassa frequenza piuttosto che quelle ad alta frequenza. Quindi, mentre lo stetoscopio a campana è più adatto ad auscultare il suono dei polmoni, quello a disco è più adatto all’auscultazione del battito cardiaco.
Lo Stetoscopio elettronico
Lo Stetoscopio può essere anche elettronico e a differenza di quello acustico funziona tramite l’applicazione di un microfono sul corpo del paziente che permette però all’ambiente circostante di interferire nella trasmissione dei suoni che non risultano così completamente veritieri. Quelli più complessi trasformano in onde sonore gli impulsi elettrici rendendo il tutto maggiormente amplificato e più udibile.
Gli Stetoscopi elettronici, grazie al bluetooth permettono di trasferire e di immagazzinare i suoni su un computer in modo da poterli conservare al fine di costituire una memoria anamnestica del paziente e poterne osservare miglioramenti o peggioramenti.
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