
Cicatrici acneiche, quali sono e come si risolvono
Le cicatrici acneiche sono danni permanenti della pelle, provocati da una malattia presa spesso un po’ sottogamba, l’acne, giovanile o meno.
Una maggiore attenzione ed una terapia più accurata e precisa, in fase iniziale e durante tutta la progressione della malattia, potrebbero aiutare a prevenire questi fastidiosi danni, che in seguito sono molto difficili da curare.
Le cicatrici acneiche possono essere di natura diversa e di forma diversa, a seconda delle quali, il dermatologo ed il chirurgo dermatologo, devono studiare il trattamento più adeguato, che possa fornire la migliore speranza di guarigione.
Quanti tipi di cicatrici acneiche esistono
Intanto queste cicatrici possono essere atrofiche o ipertrofiche, il che significa che possono avere una forma scavata in profondità, oppure costituire dei rilievi che si rilevano facilmente, passando le dita sulla pelle del viso.
Oppure possono essere semplicemente delle macchie, quindi in questo caso si dicono cicatrici discromiche, nel qual caso risulta più semplice trovare una soluzione estetica anche momentanea, con un semplice fondotinta; sono cicatrici superficiali, con un colore che può variare dal rosa chiaro al rosso scuro.
Ci sono poi delle differenze anche all’interno di queste tre classi di cicatrici acneiche appena citate, infatti si può riferire il tipo “pozzetto“, in inglese “ice pick”, che denota una cicatrice molto profonda e molto delineata, come se fosse un poro molto dilatato; poi c’è la “box car“, anch’essa molto profonda, ma con i bordi frastagliati e spigolosi, quasi taglienti; infine ci sono le “scodelle“, un po’ meno profonde, e con i bordi più morbidi e meno definiti.
Alcune di queste caratteristiche si sommano e si accavallano, ad esempio una cicatrice atrofica può essere a pozzetto o a scodella, mentre una cicatrice ipertrofica, solitamente è una tipica box car.
A seconda della tipologia e della gravità delle cicatrici acneiche, si distinguono varie strategie.
Come si rimedia alle cicatrici acneiche
Le strategie proposte dal dermatologo o dal chirurgo dermatologo, sono varie e dipendono dal tipo di cicatrice. Negli anni passati esistevano pochi metodi per poter curare le cicatrici acneiche e le possibilità di riuscita erano davvero basse. La tecnica privilegiata era la dermoabrasione, praticata tramite una fresa, che richiedeva una grandissima abilità dell’operatore, e non aveva nessuna capacità di stimolare la pelle ad autorigenerarsi. Oggi si pratica soltanto la microdermoabrasione, più precisa e più affidabile.
Se il paziente si aspetta una guarigione totale e rapida delle cicatrici acneiche, non dovrebbe neanche iniziare, e i motivi sono due: i risultati che si ottengono non sono mai soluzioni al cento per cento, ma variano tra il cinquanta e l’ottanta per cento di percentuale di guarigione. Inoltre, tutto il processo di terapia e relativa risoluzione, può durare anche molti mesi, e deve essere pianificato per poter intervenire nei mesi autunnali ed invernali, perché il sole, in primavera ed in estate, potrebbe vanificare tutto il lavoro.
Le tipologie che ottengono i risultati migliori, sono le cicatrici acneiche discromiche e quelle atrofiche. Nelle cicatrici ipertrofiche, il trattamento generalmente più utilizzato è la tecnica di resurfacing, che mira ad eliminare i dislivelli cutanei provocati dalle cicatrici; un buon livellamento è già una buona tappa, in quanto la luce gioca un ruolo molto importante, ed in presenza di dislivelli, crea numerose zone d’ombra, mettendo in evidenza le cicatrici.
Nelle altre due tipologie invece, è possibile lavorare con il peeling chimico, prevalentemente a base di acido salicilico oppure tricloroacetico, ma anche con il laser Co2, e con il peeling diatermico; nelle depressioni è possibile utilizzare un filler, tipo l’acido ialuronico, ma l’effetto dura soltanto qualche mese ed innesca un meccanismo a catena, che costringe ad una infinita serie di applicazioni e provoca un invecchiamento precoce della pelle; migliore e più duraturo l’impiego di parti della pelle del paziente prelevate da altro sito.
Il chirurgo dermatologo ha maggiori possibilità: può intervenire mediante microscollamento termico, provocando il sollevamento della pelle depressa, la microescissione, tramite bisturi molto speciali, oppure l’autotrapianto della cute.
In ogni caso si consiglia di evitare qualunque metodo fai da te, e di affidarsi soltanto a medici specializzati.
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