Il calazio, un’infiammazione della palpebra molto dolorosa
Una patologia relativa agli occhi molto diffusa è il calazio, ossia una infiammazione della regione palpebrale dovuta all’irritazione di una ghiandola in essa situata.
In questo articolo ci occuperemo di stabilire quali cause concorrono alla comparsa del calazio, e quale terapia, naturale o farmacologica, impiegare per la sua cura e la sua rapida guarigione.
Che cos’è il calazio?
Il calazio si caratterizza per il rigonfiamento della palpebra, superiore o inferiore, dovuto a sua volta dall’infiammazione alla ghiandola di Meibomio, produttrice di sebo, la quale è sita proprio nella regione palpebrale.
Il gonfiore alle palpebre, nonostante sia evidente ad occhio nudo, è di norma di dimensioni molto contenute, ed è situato al di sotto dello starato epiteliale delle palpebre.
Alcune volte tuttavia alcuni calazi si caratterizzano per dimensioni più grandi, con conseguenze per la vista in quanto va a deformare l’occhio, compromettendo una buona visione.
Nella maggior parte dei casi, il calazio tende a sparire dopo qualche settimana in modo naturale e spontaneo; tuttavia, in alcune occasioni può lasciare una cicatrice sulla palpebra infiammata, oppure la perdita di qualche ciglio o ancora lesione al bordo palpebrale, specie se ci si sottopone ad un intervento chirurgico di rimozione.
Ma in linea di massima, il calazio tende a scomparire senza lasciare la benché minima traccia, specie se curato nel modo più opportuno.
Calazio Vs Orzaiolo
Il calazio, a causa della sua conformazione, spesso può essere scambiato per un orzaiolo, altra patologia oftalmica che si caratterizza per il gonfiore palpebrale.
La differenza tra calazio ed orzaiolo è costituita dal fatto che il primo è più distante dal margine della palpebra rispetto al secondo; inoltre, l’orzaiolo è di gran lunga più doloroso rispetto al calazio.
Infine, l’origine dell’infiammazione che causa l’orzaiolo è insita in un follicolo palpebrale, mentre, come detto in precedenza, l’infiammazione del calazio è dovuta all’irritazione della ghiandola di Meibomio.
Cause principali della formazione del calazio
La causa principale della formazione del calazio è da imputare alle ghiandole di Meibomio, le quali, nel momento in cui il sebo si addensa e non riesce a uscire dalla ghiandola stessa, vanno appunto ad infiammarsi.
Il gonfiore della palpebra nasce proprio dal mancato riassorbimento del sebo da parte delle ghiandole, le quali sono costrette a dirottarlo sui tessuti della palpebra stessa, la quale arriva a gonfiarsi e ad arrossarsi.
Un altro fattore scatenante del calazio è la predisposizione del soggetto alla blefarite, ossia ad un’infiammazione del bordo palpebrale.
Sintomi principali
Coloro i quali sono affetti da calazio manifestano una serie di sintomatologie peculiari, che riportiamo di seguito in elenco:
Gonfiore della palpebra superiore o inferiore;
Visione offuscata, qualora le dimensioni del calazio fossero considerevoli;
Dolore alla regione palpebrale.
Come abbiamo avuto modo di sottolineare in precedenza, molte patologie oftalmiche presentano sintomi simili a quelli sopraelencati; perciò invitiamo tutti coloro che manifestano tali affezioni a consultare il proprio medico di fiducia per una visita accurata, al fine di confermare la diagnosi e trovare la cura migliore.
Terapia per la cura del calazio
Il calazio può essere lasciato tranquillamente sfogarsi, senza alcuna terapia farmacologica o naturale: infatti nell’arco di un mese tende a riassorbirsi spontaneamente.
Tuttavia, qualora il dolore fosse insopportabile o vi fossero conseguenze per la vista, andiamo ad elencare alcuni rimedi naturali e terapie farmacologiche adatte a risolvere questo tipo di problematica agli occhi.
Rimedi naturali
In prima analisi, si può procedere a sfiammare la regione palpebrale con il calore: infatti applicare una garza tiepida per 10-15 minuti, per un totale di 4 volte al giorno, aiuta a ridurre il gonfiore e a liberare il sebo che ostruisce la ghiandola di Meibomio.
Un altro rimedio di origine naturale, sempre in termini di impacchi, è l’applicazione di una mistura calda costituita da un litro e mezzo di acqua bollente, un cucchiaio di bicarbonato di sodio e alcune gocce di olio essenziale di ginepro.
Il tutto va applicato sul calazio una volta raggiunta una temperatura tiepida.
In alternativa è possibile ovviare alla mancanza di tali ingredienti in cucina con un più classico impacco a base di infuso di camomilla, il cui liquido può essere utilizzato anche a freddo per altre patologie infiammatorie degli occhi, immergendoli aperti direttamente nella camomilla fredda.
Un altro rimedio naturale per la cura del calazio è costituito dal cavolo, ed in particolar modo dalle sue foglie: infatti una volta sbollentate, possono essere sminuzzate e applicate all’interno di una garza sterile sul calazio.
Allo stesso modo di può imbibire la stessa garza col liquido di cottura del cavolo, per ottenere un effetto altrettanto benefico.
Un buon metodo per evitare di grattarsi è infine quello di ungere con olio extravergine di oliva la palpebra affetta da calazio, per renderla morbida e d alleviare la sensazione di fastidio.
Rimedi farmacologici per il calazio
Ovviamente esistono anche terapie a base di farmaci per curare e risolvere definitivamente il gonfiore palpebrale dovuto alla presenza di un calazio.
In primo luogo, una terapia farmacologica efficace è costituita dalla somministrazione di farmaci antinfiammatori steroidei, sotto forma di punture o di compresse.
La seconda terapia a base di farmaci consigliata per la cura del calazio è costituita da antibiotici per uso topico, spesso in forma di crema, oppure di colliri antibiotici specifici, o infine dalle classiche compresse.
Tale terapia va comunque effettuata su precisa prescrizione medica, ed è bene informarsi sui possibili effetti collaterali derivati dalla somministrazione di farmaci antibiotici, specie se si è soggetti allergici.
Terapia chirurgica per la rimozione del calazio
Come extrema ratio, specie se il calazio compromette la visione corretta, andando a deformare l’occhio, si può procedere alla sua rimozione mediante intervento chirurgico in anestesia locale.
Tale intervento è di solito di natura ambulatoriale, ed ha una durata di 30 minuti.
Una volta anestetizzata la palpebra, il medico andrà ad incidere il calazio stesso per rimuoverlo, sollevando la parte posteriore della palpebra.
Come terapia post-operatoria, si consiglia spesso l’assunzione di antidolorifici e colliri antibiotici per un decorso totale di una settimana, dopo la quale verrà effettuata la visita di controllo.
Al giorno d’oggi si può effettuare la medesima procedura anche con l’ausilio e l’impiego della tecnologia laser, molto più precisa e caratterizzata dal medesimo decorso post-intervento.
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