
Fistola anale, sintomi, cause e cura
La fistola anale è un piccolo tunnel infetto che permette all’ano e alla cute che lo circonda di comunicare. Per definirsi tale, deve svilupparsi nella sede che divide il retto dall’ano, dove si trovano le ghiandole anali esocrine.
Ci troviamo di fronte a un problema piuttosto complicato, che solitamente si manifesta come stadio finale dell’infezione delle ghiandole sopra citate e che, nella maggior parte dei casi, sfocia in ascesso. Le fistole anali si formano a seguito di un’infezione non curata, dove le ghiandole anali si infiammano a causa di agenti patogeni; in questo caso di forma una sacca carica di pus che, quando si rompe, provoca la comparsa delle fistole.
Fistola anale: quali sono le cause?
Le fistole anali possono avere molteplici cause responsabili della loro comparsa, tra cui ulcere anali, cancro al retto, malattie trasmesse tramite rapporti sessuali non protetti, problemi a carico del sistema immunitario, malattie infiammatorie intestinali come il morbo di Crohn o la diverticolite, tubercolosi o complicazioni a seguito di operazioni nei confronti dell’intestino.
Le donne sembrerebbero correre un minore rischio rispetto agli uomini e, secondo le statistiche, i più colpiti sono i giovani adulti tra i 20 e i 40 anni.
Quali sono i sintomi delle fistole anali?
I sintomi sono solitamente piuttosto evidenti, pertanto non si tratta di una patologia asintomatica, anche se nelle prime fasi potrebbe essere possibile non accorgersi del problema. Tra i primi sintomi dovuti alle fistole troviamo sicuramente irritazione, prurito, gonfiore a livello dell’ano soprattutto durate la defecazione, perdite continue di feci, muco o pus.
In alcune circostanze, il dolore diventa talmente insopportabile da non riuscire nemmeno a compiere alcuni tipi di movimenti. Ci sono occasioni in cui è possibile osservare perdite di sangue e un incremento della temperatura corporea. Se questi sintomi non vengono presi in considerazione, la malattia può degenerare e tramutarsi in ascesso, il quale rappresenta uno dei maggiori rischio di tumori maligni.
Come si formano le fistole anali
Come si è capito, le fistole anali sono causate da quella che viene definita anche infezione ascessualizzata, comunemente detta ascesso, che non è stata curata come si deve. Ma come si forma nello specifico una fistola anale? Si deve dire che si tratta di una infezione che si origina a livello della cripta e qui i patogeni trovano terreno fertile per riuscire a penetrare nell’apparato sfinterico, andando a raggiungere quelle che sono le cripte delle ghiandole anali. Se queste ultime si infiammano, dato che possono verificarsi dei passaggi di patogeni attraverso le feci, si va a formare una grande sacca di pus dalla quale si forma la fistola anale.
Tuttavia, c’è da dire che, a seconda dei casi, la formazione della fistola anale può essere molto differente. Questo significa che, in alcuni casi, nelle cripte anali rimangono bloccati alcuni residui fecali o secreti mucosi, che causano l’infezione delle ghiandole. In altre situazioni, invece, il processo infettivo può essere provocato da quello che è l’ingresso di materiale fecale nei tubuli escretori, così come può essere provocato anche da un blocco del deflusso delle ghiandole.
A questo punto si deve ricordare che ascesso anale e fistola anale altro non sono che due stadi evolutivi della medesima malattia, dato che l’ascesso rappresenta la complicanza acuta di un’infezione, mentre la fistola anale ne costituisce la sua forma cronica. Inoltre, c’è anche da ricordare che non esiste fistola anale senza ascesso
Varie tipologie di fistole anali
- Va da sé che le fistole anali non sono tutte uguali e, pertanto, queste ultime sono classificate in base tanto a quella che è la struttura quanto in base alla localizzazione.
Nello specifico, in funzione della struttura, si distinguono le seguenti tipologie di fistole - Fistole rettilinee: presentano un unico canalicolo di comunicazione
- Fistole con diramazioni: si osservano più canali di collegamento
- Fistole a ferro di cavallo: collegano lo sfintere anale alla pelle che vi si trova attorno, andando a passare attraverso il retto.
Se invece si guarda quella che è la localizzazione del canalicolo fistoloso, si distinguono
- fistole alte: sono quelle poste al di sopra della linea dentata
- fistole basse: sono quelle poste al di sotto.
Come si diagnostica una fistola anale?
Per poter diagnosticare il disturbo è necessario sottoporsi a una visita proctologica, previa anestesia locale. Solitamente viene fatta un’ecografia endoanale per poter controllare e valutare se ci siano arrossamenti e gonfiori locali, perdite di sangue, presenza di pus o cicatrici chirurgiche.
Nel caso in cui le fistole siano particolarmente complicate da analizzare, viene richiesta una risonanza magnetica perianale.
Trattamento delle fistole anali
Cosa comprende il trattamento delle fistole perineali? Di certo, il trattamento comprende antibiotici, immunosoppressori nonché immunomodulanti anche se, c’è da notare, che nella maggior parte dei casi, l’efficacia terapeutica degli antibiotici è molto scarsa, dato che, molto spesso, quando si interrompe la terapia medica, non sono rare le recidive.
Una terapia che, invece, sembra dare dei risultati migliori è quella con gli immunomodulanti. La terapia immunomodulante sistemica o locale con anti-TNFα, porta, quindi, non solo a una guarigione in breve tempo, ma i risultati perdurano e le recidive sono molto rare.
Nonostante tutto, si deve notare quella che è la scarsa tendenza alla regressione definitiva, che, nella maggior parte dei casi, porta il paziente a doversi sottoporre a un intervento di chirurgia, talvolta molto delicato.
In questo caso, il chirurgo dovrà decidere cosa fare e come agire. L’operazione, quindi, deve essere pensata in base alla struttura e alla lunghezza della fistola e serve per l’eradicazione permanente del processo suppurativo. Per chi teme che questo porti a delle situazioni di incontinenza fecale si deve dire che, grazie alle tecnologie moderne, ciò non accade quasi mai ed è un pericolo che è stato scongiurato.
Come comportarsi dopo l’intervento?
Quasi sicuramente accuserete un lieve dolore e non bisognerà assolutamente preoccuparsi, così come eventuali perdite di sangue. Potreste assumere antidolorifici e applicare degli impacchi con acqua tiepida o calda. Per rendere più semplice l’evacuazione, il medico vi potrebbe prescrivere dei lassativi o dei farmaci in grado di rendere le feci meno solide.
Inoltre, per ridurre i rischi di contrarre infezioni, c’è la possibilità che vi vengano suggeriti anche degli antibiotici. Cercate sempre di curare con attenzione la ferita e riposatevi.
Lascia un commento