La mammografia, un esame utile per monitorare lo stato di salute del seno
Uno degli esami atti a controllare lo status di salute della donna è la mammografia, la quale si esegue a cadenze regolari nelle donne appartenenti alla fascia tra i 50 e i 69 anni, al fine di prevenire l’insorgenza del tumore al seno, una patologia che è tra le prime cause di morte nei soggetti di sesso femminile.
In questo articolo ci occuperemo di capire quando fare una mammografia e di capire in che cosa consiste tale procedura medica.
Che cos’è una mammografia?
La mammografia è un esame a livello radiografico del seno, che viene effettuato mediante l’impiego di raggi X a bassa intensità mirati in quella zona del corpo.
La paziente che deve subire questo esame è in posizione eretta, con uno dei due seni che viene appoggiato su di una superficie in plastica e che viene schiacciato da un’altra superficie che cala verso il basso, quasi fosse appunto una sorta di pressa.
Nonostante l’immagine preoccupante, la procedura non è assolutamente dolorosa, nonostante questi due piatti tengano serrato e saldo il seno per poter produrre una miglior immagine radiografica.
Questa procedura viene poi effettuata in maniera identica sull’altro seno, per un totale di quattro volte: infatti le immagini vengono fatte sia in orizzontale che con una prospettiva ribaltata di 90 gradi, per avere in totale quattro radiografie in piano ed in sezione dei due seni da far analizzare al proprio medico.
Nonostante le radiazioni, la mammografia è assolutamente sicura dal punto di vista della salute, grazie ad apparecchiature all’avanguardia e personale altamente specializzato.
Una volta terminato l’esame, il risultato della diagnosi apparirà leggibile dalle radiografie sviluppate dai tecnici radiografi, i quali impressioneranno su speciale pellicola le immagini acquisite durante il vostro esame.
Una volta ottenute le radiografie, potrete quindi farle valutare dal vostro medico di base, il quale valuterà se la vostra situazione richieda diagnosi più approfondite (tac, risonanze magnetiche) a seconda della lettura delle lastre.
A cosa serve una mammografia?
La mammografia, nel momento in cui viene eseguita a cadenza regolare nel corso della vita di una donna, è il modo più semplice e sicuro per analizzare mutamenti morfologici del seno, e per prevenire formazioni tumorali, anche se può che compaiano nelle radiografia delle anomalie che di per sé non significano necessariamente l’insorgenza di un tumore.
Va precisato comunque che l’efficacia di questo esame non è certa al 100%: infatti non tutti i tumori sono evidenti nella mammografia, soprattutto nella fase precedente alla menopausa, in cui il seno è più denso a livello di tessuti, così come spesso si possono scambiare per tumori eventuali formazioni cistiche o fibrotiche, le quali necessitano di approfondimenti clinici mirati e specifici.
Lo screening mammografico: uno strumento utile per la prevenzione del tumore al seno.
Da anni tutte le Asl italiane adottano la procedura dello screening mammografico per la fascia di età compresa tra i 50 ed i 69 anni, usate per controllare le donne che sono in salute e per monitorare la conformazione dei loro seni. Lo scopo dello screening mammografico è ovviamente diagnosticare un eventuale tumore alla mammella prima che sia troppo tardi; per questo è bene sottoporsi a tale procedura con frequenza almeno biennale.
Non tutti i medici però concordano su tale frequenza: infatti ogni paziente costituisce un caso a sé, e qualora fosse necessario, è bene eseguire una mammografia almeno una volta all’anno; inoltre molti specialisti consigliano di anticipare a 40-45 anni l’età in cui cominciare ad effettuare una mammografia di routine, sempre allo scopo di prevenire tumori che, nell’età fertile, complice anche gli ormoni ancora a livelli ottimali, proteggono la donna da queste patologie.
Stando ai dati in possesso del Ministero della Salute, In Italia più di 30.000 donne l’anno soffrono di tumori al seno, e sempre sulla base di tali dai, l’80% di queste potrebbe sopravvivere grazie ad una diagnosi precoce mediante screening mammografico.
Come detto in precedenza, le linee guida del ministero della Salute raccomandano alle donne di età compresa fra i 50 ed i 69 anni di effettuare una mammografia almeno con frequenza biennale, qualora non vi siano particolari complicazioni quali casi in famiglia di tumori al seno e predisposizioni genetiche. In questi casi, il vostro medico vi consiglierà sicuramente un monitoraggio più serrato.
Per quanto riguarda invece la fascia di età superiore ai 70 anni, si consiglia in generale di aumentare ulteriormente la frequenza dell’esame, eseguendolo una volta ogni 12 mesi: infatti in questo periodo della vita di una donna l’incidenza del cancro alla mammella risulta essere di gran lunga maggiore.
Inoltre, come già sottolineato in precedenza, la diagnosi di un eventuale formazione cancerosa alla mammella risulta essere molto meno soggetta ad errori, a causa della minore consistenza del tessuto muscolare del seno, il quale si presenta più ricco di materiale adiposo e più povero di tessuto ghiandolare.
Il contrario avviene nella fascia tra i 35 ed i 45 anni, durante la quale, complice anche la fertilità, il seno è invece più fibroso e denso a livello ghiandolare e muscolare.
Consigli per affrontare l’esame della mammografia e controindicazioni
Un consiglio su quando effettuare la mammografia è quello di prendere appuntamento lontano dal vostro ciclo mestruale: infatti il dolore in quei giorni aumenta notevolmente, in quanto il seno è più sensibile e teso a livello ghiandolare e muscolare; è bene perciò fissare un appuntamento nella prima metà del vostro ciclo, al fine di non dover sopportare un dolore maggiore.
Un’altra fase durante la quale la mammografia non deve essere effettuata è quella della gestazione, specialmente durante i primi tre mesi, a causa dei possibili danni al feto da parte dei raggi X.
Un’altra avvertenza è invece quella di non usare deodoranti e profumi per il corpo nel giorno della mammografia: spesso infatti tali prodotti inficiano la qualità della diagnostica e delle radiografie, con formazione di puntini sulle lastre che possono essere scambiati per formazioni calcificate.
E’ bene inoltre avere sempre con sé una cartella coi vostri precedenti medici, qualora ovviamente ne abbaiate avuti, oltre che a saper descrivere bene tutti gli eventuali sintomi e cambiamenti morfostrutturali del vostro seno che avete percepito con l’autopalpazione.
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