La spirometria: a cosa serve e come si fa
La spirometria è la misurazione della quantità di aria che viene utilizzata dai polmoni, nella respirazione. Ma come avviene il test e a cosa serve? Oggi vi spiegheremo cosa avviene durante l’esame della funziona respiratoria.
Come avviene la spirometria
La spirometria è, letteralmente, la misurazione del respiro. Si tratta di uno dei più comuni e diffusi esami per analizzare la funzione respiratoria. Questo esame avviene tramite l’uso dello spirometro, uno strumento che viene collegato alla bocca del paziente.
Non si tratta di un esame fastidioso o doloroso, ma viene eseguito agilmente grazie alla collaborazione con il paziente.
Per effettuare una spirometria, il paziente deve applicare sulla bocca una sorta di boccaglio e respirarci dentro. I denti devono andare tra le sporgenze e lo scudo, mentre le labbra sulla schermatura. Contemporaneamente uno stringinaso garantirà che la respirazione avvenga solo attraverso la bocca. Questo boccaglio, collegato con lo spirometro, servirà per misurare i risultati di una respirazione lenta e forzata. Il test verrà eseguito più volte, di solito almeno tre, per avere risultati più reali possibile.
Per misurare la capacità vitale forzata viene chiesto al paziente di inspirare più profondamente possibile, e di espirare il più forte possibile, più a lungo che può. Poi, al paziente viene chiesto di inspirare più che può, e successivamente di espirare in maniera rapida e decisa. Per essere considerata accettabile, la spirometria necessita di almeno tre spirogrammi accettabili.
Caratteristiche dello spirometro
Lo spirometro è uno strumento che rende visibili alcuni grafici, detti spirogrammi. I principali sono la curva volume-tempo, dove il volume viene misurato in litri e una curva fllusso-volume.
I risultati della spirometria
Grazie ad un test spirometrico sarà possibile misurare la funzione dei polmoni, in particolare il volume o la velocità, con cui l’aria può essere inspirata o espirata da un soggetto.
Solitamente i risultati vengono poi misurati in base ad uno standard di età, sesso, altezza e peso, per capire se il paziente inspira ed espira una massa d’aria sufficiente o inferiore alla media.
Esistono alcuni casi in cui la spirometria viene associata ad un test di broncodilatazione, soprattutto quando si riscontra un’ostruzione dei bronchi. In questo caso viene somministrato un farmaco broncodilatatore e, solo una volta che questo ha fatto effetto, viene praticata la spirometria.
Grazie alla spirometria si può prevedere la quantità di aria che il paziente muove durante l’atto respiratorio e l’aria che può essere contenuta nei polmoni dopo che si è espirata la massima quantità di aria possibile. I risultati dell’indagine indicano capacità, volumi polmonari e grado di apertura dei bronchi.
Diagnosi della spirometria
I risultati della spirometria vengono solitamente sintetizzati in quattro ipotetici quadri diagnostici: normale, ostruttivo, restrittivo e misto. Quest’ultimo è una combinazione tra ostruttivo e restrittivo.
Queste stati diagnostici possono a loro volta essere lievi, moderati, gravi o molto gravi.
Quando viene effettuata
La spirometria è utile per verificare la presenza di malfunzionamenti nel nostro apparato respiratorio. Solitamente questo esame viene richiesto dal medico per effettuare la diagnosi di alcune malattie oppure se, in caso di operazione chirurgica, esiste una percentuale di rischio.
La spirometria serve per identificare un’alterazione precoce della funzionalità respiratoria, affinché sia possibile mettere in pratica una prevenzione di un’eventuale malattia.
La spirometria viene praticata anche in caso di asma. In quel caso l’esame viene eseguito insieme ad un test di broncostimolazione, durante il quale vengono fatte inalare al paziente alcune sostanze irritanti per i bronchi, in dosi crescenti, per studiare il comportamento dei bronchi. Chi soffre d’asma ha bronchi particolarmente reattivi, che si contraggono in caso di basse dosi di questa sostanza.
Grazie alla broncodilatazione si possono individuare e quindi scegliere le migliori cure per asma e formulare una diagnosi di asma in totale assenza di sintomi.
L’asma
L’asma è una delle malattie più diffuse tra bambini e adulti. L’asma è una difficoltà respiratoria, spesso associata a oppressione toracica, tosse e respiro sibilante. Nonostante le cause dell’asma non siano ancora del tutto chiare, sembra dipendere da fattori ambientali, come l’inquinamento. Come dicevamo la diagnosi viene effettuata attraverso la spirometria, per misurare la capacità respiratoria di un individuo e valutare se esistono o meno dati che ne compromettono il funzionamento, spesso associati a test di provocazione bronchiale. Di solito questi ultimi vengono effettuati quando i sintomi caratteristici dell’asma non sono associati ad un test spirometrico normale. Nel caso in cui i bambini abbiamo meno di 5 anni, o il paziente sia anziano, potrebbero essere necessarie altre indagini.
Cosa si scopre con la spirometria
Grazie ad alla spirometria non vengono accertate solo patologie asmatiche, ma anche malattie ostruttive polmonari e malattie di tipo restrittivo, inoltre permette di seguire l’andamento e la guarigione di una malattia respiratoria, identificare individui che possono essere a rischio di barotrauma durante le immersioni, valutare i rischi relativi ad un intervento chirurgico, misurare la risposta ad un trattamento.
Quando viene riscontrata un’insufficienza polmonare di tipo restrittivo, significa che le vie aeree hanno un calibro normale ma i polmoni hanno ridotte capacità di espansione. Questo può verificarsi in caso di obesità, miopatie, poliomelite o endema polmonare, quando c’è una riduzione della superficie ventilatoria.
Su chi viene effettuata
Visto che la spirometria necessita di una collaborazione da parte del paziente, l’esame può essere utilizzato solo su adulti o bambini abbastanza grandi per comprendere le istruzioni del medico che esegue l’esame. La spirometria non può essere quindi praticata su persone incoscienti o sedate, sulle quali vengono praticati altri test respiratori.
Vengono esclusi dagli esami spirometrici i pazienti che abbiano registrato episodi cerebrovascolari, infezioni polmonari, interventi chirurgici toracici, addominali e oculari, infarto miocardico negli ultimi sei mesi o angina pectoris, aneurismi, ipertensione arteriosa o sintomi che potrebbero rendere difficoltosa la spirometria, come nausea o vomito.
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