Amilasi pancreatica: di cosa si tratta e come leggere i valori
L’amilasi fa parte di una categoria di enzimi che vengono generalmente prodotti dal pancreas (anche se una parte di essi viene prodotto anche dalle ghiandole salivari e, nelle donne, dalle tube di Falloppio) e fornisce un ottimo contributo per quanto riguarda la digestione. Quando c’è un malfunzionamento del pancreas, questi enzimi entrano più liberamente nella circolazione: quali sono le cause scatenanti e, soprattutto, quali possono essere le conseguenze?
Il ruolo dell’amilasi pancreatica
Come abbiamo già detto precedentemente, l’amilasi (e più precisamente l’alfa amilasi) fa parte del gruppo degli enzimi digestivi, e il suo compito consiste nel trasformare dei carboidrati complessi (come l’amido e il glicogeno) in prodotti più semplici e facilmente assimilabili (come il maltosio, il glucosio e le destrine): questo processo fa sì che il nostro organismo possa trarre i nutrienti necessari da queste sostanze rendendola, appunto, facilmente digeribili.
Proprio per questo motivo l’enzima amilasi è possibile trovarlo già a partire dalla saliva, prodotta dalla bocca (che è per l’appunto il punto di inizio della digestione dei carboidrati e del glicogeno), e trovarlo poi non come si potrebbe pensare nello stomaco, bensì dopo il duodeno, ossia nel primo tratto dell’intestino tenue, con il riversamento del succo pancreatico nel tubo digerente.
Perché si misurano i valori dell’amilasi pancreatica
Rispetto a ciò che si potrebbe pensare su questo genere di esami, la misurazione dell’amilasi è molto utile per poter verificare che il pancreas lavori a pieno regime e, soprattutto, in modo corretto. Proprio per questo motivo, è importante che l’amilasi prodotta dal pancreas venga dosata e separata da quella prodotta dalle ghiandole salivari o, nel caso delle donne, dalle tube di Falloppio.
Bisogna, inoltre, verificarne la presenza nel sangue e nelle urine, ricordando che l’amilasi non è l’unico enzima che può indicare un malfunzionamento del pancreas (anche la lipasi e l’elastasi possono svolgere il ruolo di “indicatori di pericolo”).
Come si misurano i valori dell’amilasi pancreatica
L’amilasi viene solitamente misurata tramite un esame del sangue (per quanto concerne l’amilasi totale, considerando quindi sia l’amilasi pancreatica che la lipasi) e delle urine, dopo un digiuno di almeno continuativo di almeno 8 ore, dopo il quale va assolutamente evitato il consumo di alcol, poiché l’assunzione di quest’ultimo potrebbe falsare i valori del test. A partire dal risultato degli esami è possibile stabilire il livello di amilasi nella circolazione e distinguere due casi estremi, che adesso andremo ad analizzare.
Amilasi pancreatica bassa, cosa vuol dire
Generalmente è normale trovare una bassa concentrazione di amilasi all’interno della circolazione sanguigna, ma questo non vuol dire sempre che non vi siano pericoli per la vostra salute.
Tali volte, infatti, quest’esito è il segnale di determinate patologie: in alcuni casi, la bassa presenza di alfa amilasi è coincisa con la cirrosi dei soggetti analizzati; anche l’epatite potrebbe essere causa di una bassa presenza di amilasi; in casi estremi, anche il tumore al pancreas potrebbe essere la causa di una bassa concentrazione di amilasi nel sangue. È sempre opportuno verificare le vostre condizioni con esami più specifici, facendo sempre affidamento al vostro medico.
Amilasi pancreatica alta, cosa vuol dire
Una presenza alta di alfa amilasi nella circolazione può essere indicatore di varie condizioni: potrebbe dipende da un abuso di Alcool; nel caso di pazienti donne, potrebbe invece dipendere da una gravidanza o dalla rottura di una tuba di Falloppio.
Altre cause generalmente conosciute sono: infiammazione delle ghiandole salivari; pancreatite; orecchioni; perforazione intestinali; ostruzione biliare. In ogni caso, visto che nel sangue non dovrebbe esserci un’alta concentrazione di amilasi, è bene procedere con ulteriori esami per accertare la presenza di patologie che interessano il pancreas (siano esse acute o lievi).
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