Codeina, quali sono gli effetti e dove è contenuta
La codeina è una sostanza contenuta nella polvere dell’oppio che viene estratta dal papavero da oppio, dal punto di vista chimico è considerata un derivato della morfina, ma nonostante si trovi facilmente in natura attualmente viene prodotta in forma sintetica.
La codeina è una sostanza naturale dotata di proprietà analgesiche utile a trattare dolori lievi o moderati. Sicuramente le proprietà analgesiche della codeina sono nettamente inferiori rispetto a quelle della morfina, anche se gli effetti collaterali sono piuttosto limitati e non crea assuefazione o dipendenza.
Cos’è la codeina?
La codeina è un farmaco alcaloide, che associato al paracetamolo contrasta in maniera efficace il dolore senza influire sugli effetti collaterali. Largamente utilizzato per le sue proprietà tussive, in quanto inibisce lo stimolo della tosse a livello neurale, divenendo un alleato efficace contro la tosse secca senza muco.
Solitamente gli effetti della codeina insorgono subito dopo soli 20 minuti dalla sua assunzione, mentre l’organismo riesce ad eliminarla dopo circa tre ore, ecco perché i farmaci con codeina possono essere utilizzati solo ogni 4 ore.
La dose massima consigliata giornaliera per adulti è di 120 mq, mentre per i bambini con età maggiore a 12 anni la dose consigliata è 60 mq, ma per i bambini in età pediatrica inferiore ai 12 anni è assolutamente sconsigliata l’assunzione di codeina.
La codeina prodotta sinteticamente in laboratorio viene utilizzata come componente principale di molti farmaci antidolorifici e antitussivi, spesso in associazione con il paracetamolo. Impiegata nella terapia del dolore la codeina è spesso associata al paracetamolo, dato che vengono esaltate le proprietà antidolorifiche di entrambi i farmaci, ma senza necessariamente creare effetti collaterali.
Oltre alle proprietà analgesiche, diverse sono le controindicazioni presenti nella codeina tanto che l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ne ha proibito l’uso ai bambini con età inferiore a 12 anni.
Ma quali sono i farmaci che contengono codeina?
Diversi sono i farmaci che contengono codeina, ma spesso viene associata al paracetamolo per aumentarne l’effetto senza però compromettere la salute dei pazienti. La codeina è disponibile in commercio sotto forma di compresse, capsule, sciroppi, ma molti farmaci disponibili in commercio sono in combinazione con il paracetamolo. L’associazione codeina e paracetamolo è presente in diversi farmaci quali:
- Co-Efferalgan: farmaco soppressore della tosse e degli stati influenzali;
- Tachidol: usato per il trattamento del dolore crescente e della tosse secca;
- Lonarid: analgesico per il mal di denti, mal di schiena, nevralgie, cefalee e artralgie.
Sicuramente prima di assumere un farmaco che contiene codeina è bene consultare il proprio medico o farmacista di fiducia, ed è possibile acquistarlo solo a seguito di una prescrizione medica.
Codeina: controindicazioni e effetti collaterali
Già nel 2013 l’AIFA ha vietato l’uso di antidolorifici a base di codeina in pazienti con un’età inferiore ai 12 anni, data la tossicità provocata dagli oppioidi sui bambini soprattutto ai pazienti sottoposti alla rimozione di tonsille e adenoidi.
La codeina è al centro di diverse polemiche legate proprio alla possibile comparsa di effetti collaterali anche in pazienti adulti senza patologie particolari, ecco perché per evitare possibili effetti collaterali sarebbe bene prima di assumere tale farmaco chiedere un consiglio medico.
Se assunta in quantità eccessiva o per lunghi periodi di tempo la codeina potrebbe provocare nei pazienti sonnolenza associata a mal di testa, ma anche nausea, vomito, tachicardia, stipsi, o vertigini e broncospasmi, ecco perché i problemi respiratori legati ad un alto dosaggio di codeina potrebbero rivelarsi molto pericolosi.
La somministrazione di codeina in associazione ad ulteriori farmaci soprattutto se analgesici oppioidi deve assolutamente essere evitata, così come in concomitanza di trattamenti antidepressivi triciclici, o se si assumono o sono stati assunti nelle ultime due settimane farmaci impiegati per il trattamento della depressione o del morbo di Parkinson.
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