Ipocondria: significato, cos’è e rimedi
La mente può non essere la nostra principale alleata, e anzi alle volte genera alcuni disturbi particolarmente gravi e perturbanti, come l’ipocondria, che non ci consente di vivere con serenità le nostre giornate.
Era il 1673 quando, al Palais Royal di Parigi, Molière portava per la prima volta in scena la sua commedia “Il malato immaginario”, che racconta le vicende di Argante, persona affetta da ipocondria, e del codazzo di medici, dotti e sapienti che cerca di curarlo, con risultati esilaranti.
Parliamo di oltre tre secoli fa, eppure la storia si rivela quanto mai attuale, perché ancora al giorno d’oggi questo disturbo psicologico continua a minare la serenità di tante persone, e anzi ha trovato nuova “linfa” nelle pagine web che descrivono i sintomi delle varie malattie, in cui le persone riconoscono i loro problemi “immaginari”.
Ipocondria: paura delle malattie
In estrema sintesi, l’ipocondria può essere descritta come la preoccupazione costante, ossessiva, infondata e alle volte addirittura delirante, di avere una malattia, solitamente grave.
Chi ne soffre interpreta ogni piccolo malessere che patisce come sintomi premonitori di una patologia, e così si autoconvince di essere malato, anche se gli esami e le analisi mediche (anche le più accurate e specifiche) cui si sottopone evidenziano l’infondatezza di questo timore.
Questo scarto tra realtà e paura genera un vero e proprio condizionamento della vita della persona colpita, che influisce sulla sua sfera personale, sui rapporti sociali e affettivi, sulla sfera lavorativa, sfociando anche, nei casi più gravi, in depressione, frustrazione acuta, comportamenti pericolosi per sé come l’assunzione impropria di farmaci.
Ipocondria: sintomi e cura
L’ipocondria tende a manifestarsi nel periodo della cosiddetta “mezza età”, in particolare in persone già insicure, fragili e che vivono in ambienti ansiogeni, e si manifesta con disturbi analoghi a quelli di depressione e ansia, e anzi frequentemente ci sono sintomi in comune tra queste patologie, come il senso di disagio, l’eccessiva preoccupazione, il senso di panico, la mania ossessivo-compulsiva, la fobia sociale, che durano lungamente nel tempo.
Questa patologia viene in genere diagnosticata se il paziente continua a mostrare segni di quell’autoconvincimento per un periodo superiore ai sei mesi, e ovviamente dopo che gli esami clinici hanno escluso problemi reali; esiste anche una forma “leggera”, che di solito subentra in periodi di forte stress (la morte di un parente caro o di una persona importante), che però si può risolvere autonomamente una volta superato il trauma.
Segnali preoccupanti. Maggiore rilevanza medica la possiede invece la tipologia più acuta, definita ipocondria delirante, nella quale il paziente ha una ossessione fissa e quasi maniacale per eventuali malattie all’apparato gastrointestinale e cardiocircolatorio, che lo porta a sottoporsi a continue visite specialistiche che, ovviamente, non rivelano alcuna irregolarità.
Il percorso di guarigione è molto complicato, perché solo l’intervento di uno psicologo specialista può apportare benefici, ma insieme al giusto trattamento (che può prevedere anche la somministrazione di antidepressivi) è importante la completa collaborazione del paziente, che deve iniziare un percorso di convincimento sull’infondatezza dei propri malanni (evitando di fare autodiagnosi e spostando l’attenzione dalle proprie sensazioni corporee).
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