Rupofobia: cause, sintomi e cure della patologia
Si definisce rupofobia la paura dello sporco. La patologia in questione contiene in sé la parola ῥύπος, rùpos, che significa sudiciume. Si tratta di una vera e propria fobia ossessiva, molto grave, che affligge donne e uomini di tutte le età e che si manifesta in modo molto chiaro.
Caratteristiche della rupofobia
Come sottolineato, la rupofobia è un disturbo ossessivo che spinge il soggetto che ne soffre a compiere in maniera ripetuta sino all’estremo l’atto della pulizia personale o dell’ambiente in cui vive.
Un tipico esempio di soggetto affetto da rupofobia è colui il quale si lava in continuazione le mani oppure lava la propria abitazione diverse volte al giorno.
Nel corso degli anni, si è arrivati a capire che si tratta di un disturbo di ansia e, stando a quella che è l’interpretazione psicoanalitica, si tratta della paura di non riuscire a sopportare le personali mancanze, che vengono vissute come ombre, scure e sporche, di cui sbarazzarsi. Come inuito da Jung, si tratta di un sintomo di un’angoscia interiore che, quindi, viene esteriorizzata attraverso questi atteggiamenti compulsivi e questo attaccamento maniacale alla pulizia, per paura che il sudiciume si impossessi della propria persona e della propria abitazione, nonché, inconsciamente, della propria anima.
Il malato di rupofobia ha paura di qualsiasi contatto con la polvere, metalli e altri materiali, tanto che, nei casi più gravi, si esce di casa muniti di guanti che hanno una funzione protettiva.
Si narra che finanche Winston Churchill soffrisse di tale disturbo, passando gran parte del suo tempo sotto la doccia.
Sintomi della rupofobia
La prima cosa che c’è da dire quando si affronta qualsiasi tipo di discorso su patologie connesse all’ansia è che, talvolta, si possono scambiare degli atteggiamenti leggermente più ansiosi del solito per dei campanelli d’allarme, anche se in molti casi non sono per nulla connessi con questo disturbo nello specifico.
Quali sono, quindi, i segnali e i sintomi che ci devono far pensare proprio alla rupofobia? Vediamoli subito.
La prima cosa da osservare e da ritenere un sintomo è il cosiddetto pensiero magico. Il rupofobico tende a compiere delle azioni e ad evitarne delle altre, a vedere certi oggetti e a non vederne altri, a ripetere le azioni un certo numero di volte pensando che il tutto possa cambiare il corso degli eventi. Proprio per questo, coloro i quali sono affetti da tale disturbo, puliscono ossessivamente ciò che può essere attaccato da germi, sperando che ciò non accada.
Altro campanello d’allarme è il costante evitare tutte quelle situazioni che possono avere a che fare con lo sporco o la contaminazione. Anche l’indecisione e la lentezza nel prendere una decisione, anche per aspetti banali della vita, è un campanello d’allarme da tenere presente, così come le preoccupazioni ipocondriache e la ripetuta richiesta d’aiuto a medici e specialisti per avere delle conferme e delle rassicurazioni.
La vita del rupofobico è, quindi, completamente dedicata alla pulizia, al cercare il modo per evitare il contatto con i germi, che potrebbero aggredirlo in ogni istante, e cercando di essere pulito sempre, costantemente e in maniera ineccepibile.
Cause della rupofobia
La causa della rupofobia, come detto in apertura, deve essere ricercata in uno stato d’ansia connesso alla paura del proprio mondo interiore. Se ci si sente sporchi e inadeguati, anche dal punto di vista morale, non si accettano quelle che possono essere le ombre del proprio subconscio e, pertanto, si tende ad estremizzare la pulizia esteriore del corpo e dell’ambiente circostante.
Cura della rupofobia
Sostanzialmente, si può dire che la terapia cognitivo comportamentale per la rupofobia è simile a quella messa in atto per tutti i disturbi d’ansia.
La prima cosa che si deve fare se si vuole curare questo disturbo è affidarsi a uno specialista, in grado di scandagliare a fondo l’animo di chi ne soffre, andando, in primis, a far sì che questo riesca a individuare mentalmente la scena che genera ansia. A tal fine, vengono proposti una serie di esercizi specifici, che prevedono la creazione di una scala di situazioni che portano ansia. Sempre con l’immaginazione, poi, verranno affrontate una ad una tutte le situazioni, a partire da quella che risulta provocare meno problemi.
Questa pratica dell’esposizione, che avviene su diversi livelli e il cui contenuto varia di volta in volta e di paziente in paziente, è molto utile sia per la rupofobia che per qualsiasi disturbo ossessivo compulsivo. Ricordiamo che
chi soffre di disturbo ossessivo compulsivo viene letteralmente divorato da mille pensieri e immagini disturbanti e, pertanto, si ritrova a creare tutta una serie di comportamenti e compulsioni, che servono proprio per ridurre l’ansia.
La cosa preoccupante è che questi comportamenti ossessivi occupano gran parte della vita quotidiana di chi ne soffre, andando a inficiare la qualità della vita e finendo per stremare il soggetto. Se non si agisce in tempi più o meno rapidi, il malato di rupofobia vedrà aggravarsi il problema, riscontrando un aumento della frequenza dei pensieri ossessivi.
Proprio per questo motivo, la terapia cognitivo comportamentale per il disturbo ossessivo compulsivo cerca di far parlare il malato dei pensieri che ha, in modo tale da evitare l’esecuzione dei comportamenti compulsivi. Naturalmente tutto questo richiede del tempo, ma si tratta di uno dei pochi mezzi che si hanno a disposizione.
Si può dire anche che un trattamento di tal tipo, ossia cognitivo comportamentale, serve a ridurre i sintomi della rupofobia, cercando di andare a ristrutturare e riorganizzare i pensieri distorti del soggetto. Man mano che la terapia andrà avanti, chi soffre di questo disturbo capirà che si tratta solo ed esclusivamente di un’ossessione, legata a qualcosa di interiore e non di certo alla reale paura di un attacco di germi che potrebbe causare chissà quali conseguenze.
Chi soffre di rupofobia deve liberarsi da quelli che sono i suoi problemi interiori, in modo tale da non sentirsi più né sporco né inadeguato: solo in questo modo si potrà sfuggire dall’ossessione per la pulizia. Serve, quindi, una giusta terapia finalizzata, per lo più, al cambiamento di prospettiva e, soprattutto, alla comprensione di quelli che sono i propri problemi che scatenano ansia e disturbi ossessivi.
Curarsi in Italia
Probabilmente non lo si sa, ma nel nostro Paese ci sono tantissime persone che soffrono di tale disturbo e che risultano essere letteralmente ossessionate dalla pulizia di casa e persona. Proprio per questo, sempre più specialisti offrono il loro servizio per cercare di fronteggiare la situazione.
Esistono dei centri specializzati, ma anche dei professionisti che operano per conto proprio in strutture private. Il primo passo verso la guarigione è quella di trovare un buon terapeuta capace di affrontare la patologia e le ansie ad essa connesse nel miglior modo possibile.
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