La nikefobia, la paura di vincere ad ogni costo
Spesso associata agli atleti e sportivi professionisti, i quali sono perennemente sottoposti allo stress da prestazioni eccellenti e da risultati da ottenere a qualunque costo, la nikefobia, ossia la paura di vincere, è una patologia nota agli psicologi già a partire dagli Anni ’70, e che coinvolge non solo questa particolare categoria di persone, ma anche tutti coloro che hanno paura di raggiungere obiettivi ambiziosi e conseguire risultati positivi nella vita.
In questa sede ci occuperemo di come affrontare la nikefobia e di quali cause si celano dietro questa paura inconscia situata all’interno della psiche umana.
Che cos’è la nikefobia?
Stando alla sua etimologia greca, la nikefobia è una problematica psicologica che diventa un vero e proprio blocco mentale, il quale impedisce al soggetto che ne è affetto di raggiungere risultati positivi nell’ambito professionale, familiare, nello sport e in qualsiasi ambito sociale della vita, senza doverne soffrire a livello psichico.
Per coloro che soffrono di nikefobia, la paura derivata dalla vittoria o dal successo non è riferita solamente ad essa, ma si rivolge soprattutto alle conseguenze che da tali esiti derivano, e dall’ossessione di dover ripetere tali prestazioni a tutti i costi, oppure dal dover necessariamente acquisire e mantenere il prestigio sociale che deriva dalle vittorie.
Cause principali della nikefobia
Un errore comune associato alla nikefobia è credere che essa sia costituita dalla paura del fallimento: infatti vi sono persone con una mentalità molto determinata, che magari fin da piccole sono state abituate a non considerare minimamente l’eventualità, specie in ambito sportivo, di non avere risultati positivi.
In realtà, l’ansia che deriva dalla nikefobia è insita, come detto in precedenza, nelle conseguenze che derivano dalla vittoria: infatti molti crolli psicologici avvengono a pochi passi dal raggiungere il traguardo prefissato, con l’insorgenza di veri e propri pensieri autodistruttivi e atti di auto-sabotaggio, al fine di potersi giustificare agli occhi degli altri e soprattutto ai propri con ostacoli creati con le proprie mani.
Infine il quantitativo di ansia legato alla vittoria rimane legato alle conseguenze da essa derivate, ossia dal doverla ripetere sempre per essere giudicato in maniera positiva dagli altri, e alla scarsa autostima, la quale viene compensata proprio tramite questo bisogno di apparire migliore e vincente alle altre persone.
Conseguenze della nikefobia
La nikefobia può portare il paziente ad autoescludersi dai gruppi sociali ai quali precedentemente apparteneva, isolandosi dal mondo e vivendo in solitudine anche estrema.
Inoltre vi sono conseguenze legate sia all’eccessiva aggressività che spesso si usa nell’agonismo, con la comparsa di sensi di colpa e la consapevolezza da parte del soggetto che vincere comporta conseguenze psicologiche molto pesanti per il proprio inconscio.
Infine, come abbiamo già accennato, una conseguenza della nikefobia riguarda la mitizzazione che il soggetto subisce da parte degli altri, e l’associazione delle vittorie e dei propri risultati positivi al suo carattere e alla sua reputazione, andando a saldare in maniera inscindibile l’uomo dall’atleta.
Come superare la nikefobia
Essendo una patologia legata all’inconscio, la quale di conseguenza si manifesta non in maniera volontaria nel paziente, la nikefobia va trattata con un’adeguata terapia psicoanalitica, la quale servirà in primis ad ammettere di avere questo problema, e successivamente permetterà di scavare a fondo per capirne le cause e le dinamiche.
Il primo fondamentale passo è dunque quello della razionalizzazione, ovvero dell’essere consapevoli di soffrire di nikefobia.
Il secondo grande step è costituito invece dal capire se il bisogno di eccellere sempre e comunque in qualunque ambito sia frutto di pressioni che il soggetto opera autonomamente su se stesso, o se invece le pressioni derivano da amici, familiari, o da datori di lavoro esigenti.
Infine, si andrà ad elaborare una strategia, la quale occuperà diverse sedute, a seconda dei tempi di elaborazione del soggetto, per superare il problema e riuscire a convincersi che vincere, dopo tutto, non è fondamentale nella vita per considerarsi una brava persona.
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