Quali sono i sintomi della listeriosi e quali esami fare
La Listeriosi è una tossinfezione alimentare, dovuta ad una contaminazione da Listeria monocytogenes.
Listeria è un batterio che si trova nel terreno, nelle piante, e nelle acque. Anche gli animali, principalmente bovini e pollame, possono esserne portatori. Si tratta di un microrganismo molto resistente; a differenza di molti altri batteri di origine alimentare, tollera gli ambienti salini e le basse temperature fino a 2/4°C.
Pur essendo una malattia relativamente rara, sette casi ogni milione di esseri viventi, è tuttavia spesso molto grave, e necessita di ricovero in ospedale, ed ha un elevato tasso di mortalità. Gli ultimi dati dell’Istituto di controllo Europeo sull’alimentazione 2011 riferiscono 1300 casi di Listeriosi, ed una mortalità del 13%.
Il consumo di cibo contaminato è la principale via di infezione per l’uomo, ma, se pur raramente, si possono verificare casi di infezione anche tramite contatto con persone o animali già malati.
Listeria monocytogenes, si può trovare in molti alimenti, tra cui pesce affumicato, affettati, formaggi, questi ultimi soprattutto del tipo a pasta molle; talvolta si può riscontrare anche negli ortaggi crudi.
I sintomi della Listeriosi
Molto spesso i sintomi dell’infezione da Listeria monocytogenes sono molto simili a quelli dell’influenza: capogiri, stanchezza, febbre, mal di testa, mal di gola, nausea, vomito e diarrea. Talora invece, se il batterio raggiunge il cervello, può degenerare in complicazioni più gravi, come la meningite e la setticemia.
Le persone più vulnerabili sono i neonati, i bambini, le donne in gravidanza, gli anziani, e chi ha un sistema immunitario già debole.
L’unione Europea ha stabilito criteri per fissare il livello massimo di Listeria monocytogenes ammesso negli alimenti. Inoltre la Commissione Europea ha adottato un programma di monitoraggio continuato teso a quantificare la presenza di Listeria negli alimenti e quindi a fornire dati per valutare il rischio sulla salute pubblica.
Quali sono gli esami da fare
Per valutare la presenza di infezione da Listeria si procede con esami al microscopio per cercare i bastoncelli nel meconio (neonati) oppure nel liquido cerebrospinale negli adulti. Si può isolare il batterio anche eseguendo un’emocultura del sangue. Un altro metodo di indagine può essere la biopsia del fegato.
Per avere la risposta bisogna attendere dalle 24 alle 48 ore di coltivazione, poi bisogna fare altri test, quindi in tutto circa 7 giorni lavorativi.
Come si cura la Listeriosi
La cura principale è a base di antibiotici, soprattutto ampicillina o penicillina. Le dosi variano da paziente a paziente, ovviamente in base alla tipologia di infezione e all’età e allo stato di salute della persona infetta. Purtroppo in caso di bambini, anziani e immunodepressi una piccola dose di batteri è già molto aggressiva e sarà necessaria una terapia altrettanto forte.
Come si previene la Listeriosi
Cosa possiamo fare praticamente nella vita di tutti i giorni per prevenire questa bruttissima infezione?
Innanzitutto è fondamentale maneggiare il cibo in sicurezza, conservare gli alimenti nella maniera appropriata evitando di riporre in frigorifero prodotti scaduti, mantenere bassa la temperatura del frigorifero, cuocere accuratamente ogni tipo di carne e lavare con cura la frutta e la verdura, lavare mani, coltelli, taglieri, contenitori, dopo aver maneggiato e tagliato cibi crudi, evitare il contatto tra alimenti crudi e altri alimenti o utensili. Per evitare la contaminazione crociata bisogna evitare di utilizzare gli stessi coltelli o taglieri che abbiamo usato per carni crude o affettati, anche per la preparazione successiva di frutta o verdura cruda.
Consigliamo di evitare di acquistare frutta già tagliata o insalate pronte.
Ricordiamo inoltre che la cottura a temperature superiori a 65° uccide i batteri.
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