Fegato ingrossato, sintomi e cause
Il fegato ingrossato è una patologia che interessa molte persone, molte più di quelle che si potrebbe immaginare. Non va sottovalutata perché potrebbe essere la spia di malattie molto più serie e preoccupanti, ma non è sempre così.
Epatomegalia, di cosa parliamo
In medicina questo fenomeno è noto con il nome di epatomegalia. Quali sono i suoi sintomi e come è possibile capire se se ne soffre o meno? Si tratta di una patologia che, nella maggioranza dei casi, non presenta sintomi particolari. È possibile avvertire un fastidioso dolore addominale solo in rarissimi casi, quando l’aumento di volume dell’organo è tale da assumere dimensioni davvero preoccupanti in tempi molto brevi. Il medico, invece, attraverso la palpazione sarà in grado di evidenziare eventuali trasformazioni nella volumetria del fegato, che dovranno necessariamente trovare riscontro in un’ecografia e in esami clinici ed ematici.
Perché il fegato si ingrossa?
Le ragioni alla base della trasformazione della volumetria di questo organo interno possono essere di natura molto diversa. Il fegato ingrossato in sé non può essere indicato come una vera e propria patologia ma rientra, invece, tra le conseguenze di altre malattie. Spesso alla base di questa problematica c’è una causa scatenante da ricercare nell’abuso di alcol. È una delle ragioni più diffuse alla base dell’accumulo di grasso sulle pareti dell’organo e nei casi più gravi può sfociare in una patologia complessa e pericolosa: l’epatite.
Anche la formazione di masse tumorali può alterare la volumetria del fegato, in questo caso la crescita dell’organo si può accompagnare anche alla comparsa di dolore nella zona addominale corrispondente a quella in cui l’organo è alloggiato. In questo caso, alla palpazione il fegato apparirà duro proprio come diretta conseguenza della presenza del tumore. Il fegato ingrossato, se generato da masse tumorali, può accompagnarsi anche all’ittero, un fenomeno noto e spesso associato ai primi giorni di vita del neonato che implica una tipica colorazione giallastra dell’incarnato. Tra i sintomi che possono comparire: vomito, stanchezza cronica, nausea e anoressia.
Ci sono patologie infettive, come la mononucleosi (nota come la malattia del bacio, che comporta anche l’ingrossamento della milza), che implicano l’ingrossamento del fegato.
Questo fenomeno è una diretta conseguenza anche di patologie come l’emocromatosi, l’insufficienza cardiaca congestizia o la cirrosi. In quest’ultimo caso si verifica la sostituzione del normale tessuto epatico da parte di una rete di tessuto cicatriziale. All’interno di questa rete si trovano epatociti in rigenerazione. Anche in presenza di cisti epatiche si può determinare un ingrossamento dell’organo. In un organo con cisti, infatti, sono proprio queste ultime a ingrossarsi e a diventare dolorose, con conseguenze dirette sulla volumetria dell’intero fegato.
Come curare il fegato ingrossato
Come per molte patologia, anche il fegato ingrossato riesce a guarire se viene individuata la reale ragione alla base della sua presenza. Lo studio dei sintomi e una prima diagnosi medica si rendono quindi necessari per valutare gli adeguati accertamenti da mettere in pratica. In molti casi, è sufficiente una dieta ad hoc per risolvere la problematica. Ma non è sempre così. Sono diversi i soggetti affetti da fegato ingrossato che devono assumere farmaci o sottoporsi a un intervento chirurgico.
Il ruolo dello sport
In molti casi a giocare un ruolo determinante sullo stato di salute del nostro fegato è anche lo stress. Il tran tran della vita quotidiana porta molte persone a non riuscire ad assumere ritmi di vita sani e salutari. Come intervenire? Un contributo importante nello smaltire tossine, tra i primi nemici del fegato, arriva dallo sport. Che sia yoga o corsa, l’attività fisica aiuta a ripulire il corpo con effetti benefici su tutto l’organismo.
Cosa mangiare
Come detto, l’alimentazione gioca un ruolo di primo piano per la salute del fegato. Tra i rimedi naturali da preferire – perché sì, tutto sommato i cibi possono proprio essere considerati rimedi naturali – c’è il re dei condimenti: l’olio extravergine di oliva, per le sue straordinarie proprietà antiossidanti. La dieta mediterranea è il modello da seguire, per la vasta scelta di vegetali e frutta che la caratterizzano. Pasta e riso vanno cotti bene, latte e derivati, invece, vanno consumati scremati. Fondamentale è bere molto, non solo acqua ma anche tisane a base di tè verde, depurante.
Curare il fegato con l’omeopatia
Per favorire la salute del fegato è possibile fare ricorso anche a rimedi omeopatici. Esistono in natura diverse piante e principi attivi che aiutano a curare e preservare quest’organo da eventuali patologie, compresa quella del fegato ingrossato.
Ad esempio, in caso di fegato gonfio e infiammato, caratterizzato dalla presenza di dolore a ogni singolo movimento, è consigliabile assumere la bryonia. Viene prescritta quando i dolori si concentrano nella regione ipocondriaca destra.
Il lycopodium, invece, è consigliato in presenza di congestione epatica, con dolore nella zona posteriore e laterale destra. I dolori, in questo caso, sono costanti ma non lancinanti.
Si ricorre al mercurius, invece, per intervenire su dolori sordi del fegato. Anche in questo caso il fegato può presentarsi ingrossato e si può registrare anche la presenza di ittaro, la lingua si presenta coperta da una patina giallastra. In questi pazienti si registra anche una forte tendenza all’inappetenza e alla depressione.
La nux vomica è consigliata per i soggetti che hanno sviluppato problemi epatici come diretta conseguenza dell’abuso di alcol o di abitudini alimentari non corrette. Quando si è in presenza di un’insufficienza funzionale, invece, è possibile assumere lo phosphorus che consente di riequilibrare l’attività epatica. Nei soggetti in cui si rende necessaria l’assunzione di questo principio, molto spesso l’ittero è uno dei sintomi più diffusi.
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