Metadone, a cosa serve e quali sono gli effetti collaterali
Il metadone è un oppioide sintetico, utilizzato in medicina come analgesico nella terapia del dolore, e come sostituto delle sostanze stupefacenti, in fase di cura disintossicante.
Si dice oppioide per dire qualunque sostanza chimica, in grado di indurre gli stessi effetti della droga naturale, l’oppio, la morfina, o altri simili. Tali sostanze agiscono nel sistema nervoso centrale e nel tratto gastrointestinale, dove si trovano dei recettori, alle quali si legano; in pratica come se si trattasse di una chiave e di una serratura, la chiave è la sostanza oppioide, la serratura è il recettore, che viene attivato dalla sostanza.
Il metadone fu sintetizzato per la prima volta nel 1937, durante la guerra, quando in Germania venne a mancare la quantità di morfina necessaria per gli interventi chirurgici e per calmare il dolore dei feriti; negli anni seguenti la sua formula fu messa a punto per raggiungere anche un altro scopo, quello di rallentare il transito intestinale, nel caso di interventi su questa parte del corpo.
Già dal 1960, negli Stati Uniti, fu adottato nella cura della tossicodipendenza, essendo stato riconosciuto ufficialmente, in quei paesi, il ruolo del metadone come sostituto della sostanza stupefacente; in Italia questo compito gli è stato affidato dal 1980, quando si cominciò ad utilizzarlo, prima come trattamento dei sintomi da astinenza, poi come vero e proprio sostituto durante lo svezzamento da droghe; in seguito il metadone è entrato a pieno titolo in ospedale per il trattamento del dolore cronico o del dolore oncologico, in alternativa alla morfina e agli altri simili, ossicodone o idromorfone.
Dal 2005, l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha incluso nella lista dei farmaci essenziali.
Qual’è la caratteristica vincente del metadone
Abbiamo già spiegato come gli oppioidi agiscano, legandosi ad alcuni recettori situati nel sistema nervoso centrale e nel tratto gastrointestinale; il metadone viene metabolizzato dal fegato, diventando così un elemento facilmente utilizzabile dall’organismo, raggiunge i suoi recettori e provoca il rilascio di endorfine; tutto il metadone in eccesso, non utilizzato subito, viene però immagazzinato nel fegato e nel sangue. Questa è l’arma vincente del metadone, il cosiddetto rilascio prolungato nel tempo, che lo fa essere efficace per ventiquattro ore; quando le prime molecole sono state metabolizzate, inizia il processo di metabolizzazione delle altre che sono state immagazzinate, e così via, fino ad esaurimento.
E’ stata proprio questa sua singolare caratteristica, che lo reso nel tempo il miglior farmaco per la cura delle tossicodipendenze.
Controindicazioni per l’uso di metadone
Il metadone non può essere utilizzato nei pazienti con episodi di patologie bronchiali o polmonari ostruttive, nella malattie cardiache, con problemi gravi al fegato o ai reni, nei diabetici, in coloro che soffrono di pressione bassa, oppure di pressione alta, di insufficienza respiratoria, di attacchi d’asma, di stitichezza, o di accertata ipersensibilità ai componenti stessi.
Si consiglia prudenza nel trattamento di donne in stato di gravidanza, in quanto il metadone passa attraverso la placenta ed anche nel latte materno; non sono state comunque riscontrate gravi anomalie nel feto, durante il trattamento, ma occorre uno stretto controllo su madre e figlio lungo tutto il periodo; in modo particolare occorre monitorare la quantità di metadone assorbita dal feto o dal neonato, perché purtroppo capita di frequente che siano soggetti a vere e proprie crisi di astinenza.
Effetti collaterali del metadone
Gli effetti collaterali più gravi sono sicuramente la difficoltà di respirazione, il rallentamento del flusso sanguigno, shock o arresto cardiaco. Meno gravi ma più frequenti sono invece la stitichezza, l’euforia, il disorientamento, i capogiri, le vertigini e la sudorazione.
Il sistema genitale ed urinario sono anch’essi coinvolti nella possibilità di alcuni effetti collaterali, attribuibili all’uso di metadone: difficoltà ad urinare, diminuzione della minzione, di conseguenza ritenzione idrica, e persino impotenza e diminuzione del desiderio sessuale.
Tutto sommato, il parere degli studiosi è unanime nel considerare il metadone responsabile di un numero minore di effetti collaterali rispetto ad altri oppioidi, ma di sicuro il suo utilizzo è da prendere in considerazione solo se strettamente necessario e sotto rigoroso controllo medico.
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