Il morbo di Graves: sintomi e cura
Il morbo di Graves è una sindrome caratterizzata da ipertiroidismo e gozzo, alla base del 60-80% degli ipertiroidismi.
Cos’è il morbo di Graves e i suoi sintomi
Il morbo di Graves, detto anche morbo di Basedow, malattia di Flaiani-Basedow, malattia di Parry o gozzo tossico diffuso, è una patologia autoimmune a decorso cronico con remissioni e recidive, che colpisce le cellule della tiroide provocando ipertiroidismo e gozzo. Talora si può associare a oftalmopatia e dermopatia.
Il morbo di Graves è la più frequente causa di ipertiroidismo (60-80%), con un’incidenza che varia, a seconda delle zone geografiche, tra l’1,5 e il 3% circa della popolazione. I soggetti maggiormente interessati dal problema sono le donne; il picco di incidenza lo si registra tra i 40 e i 60 anni di età.
Essendo una patologia a base autoimmune la sua origine, pur essendo, sotto molti aspetti, ancora ignota, è sicuramente influenzata da componenti genetiche ed ereditarie; gli esami del siero di soggetti affetti dalla patologia in questione rivelano la presenza di anticorpi anomali diretti contro il recettore del TSH, l’ormone che stimola la sintesi degli ormoni tiroidei; la presenza di questi anticorpi causa un incremento della sintesi e della secrezione di ormoni tiroidei causando una tireotossicosi da iperfunzionalità tiroidea.
In circa l’80-85% dei soggetti affetti da morbo di Graves si riscontra anche la presenza di autoanticorpi anti-tireoperossidasi.
La sintomatologia del morbo di Graves è alquanto variegata. All’inizio la malattia ha un esordio piuttosto subdolo, in quanto i sintomi e i segni non sono particolarmente specifici; generalmente, le prime manifestazioni sono quelle di tipo psichico, ansietà, irritabilità, inquietudine, problemi nell’addormentarsi, affaticabilità mentale, depressione ecc. Questi sintomi e segni permarranno anche in seguito e, con l’andare del tempo, saranno accompagnati da altre manifestazioni che caratterizzano tipicamente la tireotossicosi: a livello oculare si registreranno alterazioni oculo-palpebrali; tipico del morbo di Graves è l’esoftalmo (ovvero la tipica protrusione dei bulbi oculari che conferisce al soggetto un’espressione particolarmente ansiosa e spaventata, quasi allucinata), generalmente preceduto da aumentata lacrimazione, fotofobia e sensazione di corpo estraneo nell’occhio.
A livello dell’apparato cardiovascolare si registrano l’incremento della frequenza cardiaca, cardiopalmo, aritmia cardiaca (fino ad arrivare alla fibrillazione atriale), scompenso cardiaco ecc.
Si hanno poi manifestazioni a livello dell’apparato neuromuscolare come tremori delle mani, alterazioni del trofismo e della forza muscolare, astenia, facile affaticabilità ecc.
Anche a livello dell’apparato gastrointestinale si registrano diversi disturbi; l’iperfagia è tipica, ma viene quasi sempre compensata dal calo ponderale; frequenti sono la diarrea e la scialorrea; nelle forme più gravi della patologia si registrano anche problemi a livello epatico.
A livello cutaneo si registrano varie alterazioni; la pelle è spesso iperidrosica, calda e sottile; piuttosto comuni gli arrossamenti a carico del viso e del collo; la tolleranza al caldo è molto scarsa e il soggetto mal si adatta alle temperature elevate; in una ridotta percentuale di malati si registra mixedema pretibiale, una dermopatia generalmente associata all’esoftalmo.
In chi è affetto da morbo di Graves è possibile l’instaurarsi di osteoporosi (a causa dell’aumentato turnover osseo e del ridotto assorbimento intestinale di calcio; condizioni causate dall’ipertiroidismo).
Altri sintomi e segni sono il calo della libido, i disturbi del ciclo mestruale (generalmente amenorrea od oligomenorrea) e la riduzione della fertilità.
Tipica del morbo di Graves è infine la presenza di gozzo diffuso (aumento dimensionale della ghiandola tiroidea).
Diagnosi del morbo di Graves
In buona parte dei casi, per la semplice diagnosi di ipertiroidismo è sufficiente l’esame clinico del soggetto (si analizza la storia del paziente e si ricercano i sintomi e i segni citati in precedenza); la conferma della diagnosi di morbo di Graves richiede però l’effettuazione del dosaggio degli ormoni tiroidei FT3 e FT4 e del TSH (questi esami rivelano livelli molto bassi di TSH, perché la sua produzione è soppressa e, al contrario, valori molto elevati di FT3 e FT4) nonché la ricerca degli anticorpi anti-recettore del TSH e degli anticorpi anti-tireoperossidasi.
Al fine di effettuare la valutazione del volume della tiroide e della sua vascolarizzazione e per ricercare la presenza di noduli, va effettuato un esame eco-color-doppler.
Il trattamento del morbo di Graves
Trattare il morbo di Graves significa sostanzialmente curare la condizione di ipertiroidismo così da ripristinare una normale funzionalità della tiroide; questo consente un netto miglioramento delle condizioni cliniche.
Di norma, una volta effettuata la diagnosi di malattia di Basedow-Graves, è necessario che, oltre a iniziare il trattamento farmacologico, il soggetto osservi un periodo di riposo di alcune settimane.
Non sempre, però, il trattamento con i farmaci riesce nell’intento di determinare una remissione duratura del ipertiroidismo (anzi, ciò avviene, sfortunatamente, soltanto in poco meno di un terzo dei casi); questo comporta, dopo il trattamento con farmaci in caso di recidiva (o nel caso in cui la malattia non sia soggetta a remissione), il ricorso alla terapia radiometabolica con iodio radioattivo oppure alla tiroidectomia.
Ciò viene deciso in base a diversi fattori (condizioni generali di salute, età, presenza o no di oftalmopatia, pianificazione di eventuali gravidanze ecc.).
Se non trattata, la malattia di Basedow-Graves può comportare gravi complicazioni tra cui difetti di nascita durante la gravidanza, aumento del rischio di un aborto spontaneo, perdita minerale ossea e, in casi estremi, la morte. La condizione è spesso accompagnata da un aumento della frequenza cardiaca (tachicardia), che può portare a ulteriori complicazioni al cuore tra cui la perdita del normale ritmo cardiaco (fibrillazione atriale) una situazione a rischio di ictus cerebrale. Se gli occhi sono rigonfiati abbastanza da non poterli chiudere completamente di notte si può verificare secchezza con un rischio di un’infezione corneale secondaria che potrebbe portare alla cecità. La pressione sul nervo ottico può portare a difetti del campo visivo e anche alla perdita della vista. Un prolungato ipertiroidismo non trattato può portare alla perdita di tessuto osseo, che può risolversi quando viene iniziato il trattamento.
Il trattamento del morbo di Graves in stato di gravidanza
Per quanto riguarda le donne in gravidanza, la gestione della malattia di Basedow-Graves è basata su un controllo particolarmente attento del dosaggio dei farmaci tireostatici e sul costante monitoraggio della madre e del feto. Una donna affetta da morbo di Graves e che desidera avere un figlio o che resta incinta dovrà essere seguita in modo multidisciplinare (gestione endocrinologica, ginecologica e neonatologica).
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