Paratiroidi, due ghiandole che causano problemi ormonali e di sintesi metabolica
Il nostro corpo ha al suo interno una serie di ghiandole, le quali contribuiscono a diverse funzionalità quali lo smaltimento di tossine (ad esempio il fegato), oppure alla regolarizzazione glicemica (il pancreas) e metabolica. quest’ultima in particolare è gestita dalla tiroide, una ghiandola molto importante che spesso subisce alterazioni sostanziali.
In questa sede ci occuperemo tuttavia di due piccole ghiandole situate nella medesima della tiroide, ossia le paratiroidi, e capiremo la loro esatta funzione e le loro possibili disfunzioni.
Cosa sono le paratiroidi
Le paratiroidi sono piccole ghiandole situate all’altezza del collo, dietro la ghiandola tiroidea, e più precisamente sono localizzate su ambo i lati della stessa tiroide. Le ghiandole paratiroidee secernono un omonimo ormone, il paratormone, il quale contribuisce a controllare i parametri ed i valori del calcio e del fosforo all’interno del nostro corpo.
La loro forma è quasi ovale, e possiedono dimensioni e peso variabili, con un diametro compreso fra 4 e 15 millimetri ed una massa specifica che oscilla fra gli 0,2 e gli 0,5 grammi. Le paratiroidi sono suddivise in due superiori e due inferiori, distribuite equamente su ogni lato della tiroide, anche se a volte la loro posizione può oscillare, arrivando a toccare il mediastino e il timo.
Di norma, il rilascio dell’ormone paratiroideo si attiva quando il livello di calcio nel sangue è basso. Nel momento in cui il livello del calcio aumenta, il rilascio dell’ormone paratiroideo è invece soppresso.
L’ormone paratiroideo
L’ormone paratiroideo, denominato appunto paratormone, contribuisce a svariate funzioni regolatrici del nostro organismo, soprattutto inerenti al rilascio del calcio, che serve ai denti e alle ossa, e al fosforo, che garantisce energia a muscoli e cervello. Una di queste è costituita dal rilascio del calcio all’interno delle ossa, il quale viene assorbito dall’intestino mediante il suo passaggio nel flusso sanguigno.
Il paratormone evita inoltre l’espulsione da parte dei reni del calcio attraverso il normale ciclo di minzione, garantendoci un apporto regolare e ottimale; provoca invece l’eliminazione, sempre ad opera dei reni, del fosfato in forma di urina.
L’ importanza del paratormone è fondamentale quindi per il ruolo metabolico del calcio all’interno dell’organismo umano, in quanto esso concorre alla trasmissione del segnale nervoso, alla contrazione muscolare, alla coagulazione del sangue e al corretto funzionamento di altri ormoni.
Patologie relative alla paratiroide
Le malattie principali che colpiscono la paratiroide sono molto simili a quelle relative alla tiroide, vale a dire ipoparatiroidismo ed iperparatiroidismo. Nel primo caso si ha un’attività paratiroidea troppo scarsa, con rilascio ormonale non adeguato; nella seconda ipotesi invece si ha a che fare con un eccesso di paratormone rilasciato nell’organismo.
Entrambe le patologie hanno conseguenze gravi, se non diagnosticate e curate in maniera adeguata.
Iperparatiroidismo
una eccessiva attività delle paratiroidi porta ad un aumento sostanziale e grave della sintesi del paratormone, che ha come conseguenza un aumento dei livelli di calcemia nel sangue, ossia dei livelli di calcio. L’ipercalcemia influenza il riassorbimento osseo ad opera degli osteoclasti, indebolendo la struttura minerale delle ossa stesse proprio in virtù dell’accelerazione del processo di sintesi del calcio ad opera del paratormone. Lo scheletro, di conseguenza, diviene decisamente più fragile e soggetto a fratture spontanee e deformazioni delle ossa.
Una conseguenza secondaria dell’ipertiroidismo interessa anche i reni, i quali vengono danneggiati causa di una maggior escrezione all’interno delle urine di calcio e fosfato, favorendo quindi la comparsa di calcoli renali, calcolosi, uretriti e coliche.
La più probabile causa dell’iperparatiroidismo è rappresentata dalla comparsa di un tumore benigno di una di entrambe le ghiandole paratiroidee, il quale può viene trattato mediante intervento chirurgico specifico di rimozione.
Per quanto riguarda invece i sintomi più comuni legati all’iperparatiroidismo, essi sono:
- astenia;
- bruciori di stomaco;
- vomito;
- depressione;
- disturbi d’umore
- dolori all’addome;
- dolori alla mano e al polso;
- dolori renali;
- ingrossamento del collo.
La cura per l’iperparatiroidismo coincide nella maggioranza dei casi con l’asportazione delle ghiandole ipotiroidee, e con una conseguente terapia farmacologica a base di calcio e vitamina D.
Ipoparatiroidismo
Si parla invece di ipoparatiroidismo nel momento in cui l’attività ghiandolare, e il conseguente rilascio di ormone paratiroideo, è talmente scarsa da richiedere un intervento mirato a riequilibrare il nostro sistema endocrino, ripristinando la corretta sintesi del calcio.
Il problema principale legato all’ipoparatiroidismo è infatti strettamente legato ad un calo dei livelli della calcemia all’interno del sangue, cosa che nelle sue manifestazioni più gravi può provocare disturbi nervosi e spasmi dolorosi nei muscoli, oltre che a determinare un anomalo deposito di calcio in vari organi, all’interno dei nervi e degli occhi, provocando la comparsa della cataratta.
Al fine di ripristinare corretti livelli di calcemia e di ormone paratiroideo, si consiglia generalmente una terapia medica che prevede la somministrazione di calcio e vitamina D attiva, che serve a fissare quest’ultimo nelle ossa, evitando complicazioni quali l’insorgere dell’osteoporosi.
Spesso una causa di ipoparatiroidismo è costituita da decorsi postoperatori particolarmente complicati, determinati specialmente da interventi nella regione del collo e della tiroide, che come conseguenza possono aver danneggiato, o addirittura asportato del tutto, le ghiandole paratiroidee superiori ed inferiori.
I sintomi che fungono da campanello di allarme per la patologia dell’ipotiroidismo sono invece i seguenti:
- stanchezza;
- debolezza muscolare;
- nausea;
- stipsi;
- dolore addominale;
- minzione frequente;
Una delle principali cure per l’ipoparatiroidismo è costituito dalla somministrazione di calcio e di vitamina D per via endovenosa o mediante terapia farmacologia per via orale, a seconda della gravità del paziente. Gli integratori di vitamina D sono necessari perché aiutano anche a regolare i livelli del calcio nel sangue, stimolando il suo assorbimento da parte dell’intestino e dei reni.
Al fine di monitorare la calcemia occorrono esami del sangue regolari per controllare calcio e vitamina D. Solitamente la terapia farmacologica ha durata permanente, e il medico curante richiederà spesso esami del sangue e controlli periodici specifici per tarare la terapia ormonale sostitutiva nella maniera migliore e più efficace.
Per quanto riguarda invece un possibile intervento di chirurgia, si può procedere con lo spostamento di una delle ghiandole superiori od inferiori, al fine di supplire alla mancanza di ormone paratiroideo; addirittura in alcuni stati si può effettuare l’impianto di un serbatoio a rilascio graduale di ormone sintetico paratiroideo, anche se vi sono molte complicazioni.
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