La spondilosi cervicale: cause, sintomi e trattamento
La spondilosi cervicale è una malattia degenerativa che coinvolge il rachide cervicale, i corpi vertebrali ed i tessuti intervertebrali contigui, che si deformano lentamente ma progressivamente.
Sintomi e cause della spondilosi cervicale
La spondilosi cervicale colpisce il 50% degli uomini adulti e ben il 90% delle donne adulte, con sintomatologie molto diverse in base al soggetto. Se in molti casi essa è asintomatica, talvolta viene lamentata una rigidità localizzata o diffusa, specialmente al mattino, che tende ad attenuarsi nel corso della giornata. Può essere presente dolore al collo che può irradiare alla testa, partendo dalla zona posteriore fino alla zona frontale, limitando notevolmente la qualità della vita, che viene così compromessa.
Nei casi più gravi di degenerazione dei legamenti e dei dischi intervertebrali, le sofferenze possono essere più intense e provocare anche un certo grado di invalidità. La spondilosi cervicale può compromettere i nervi laterali alla colonna che vengono compressi, e in questo caso si parla di radicolopatia, oppure schiacciare il midollo spinale interno alla colonna, nel qual caso si parla di mielopatia. In tal caso alla sintomatologia già descritta, si aggiungono disturbi di tipo neurologico, con dolore, formicolio e intorpidimento diffuso e difficoltà nei movimenti, a seconda del tipo di nervo coinvolto. In base al tipo di disturbi, i soggetti affetti da spondilosi cervicale si dividono in:
- Gruppo I: disturbi di tipo radicolari
- Gruppo II: difficoltà nei movimenti fini con le mani, pesantezza agli arti inferiori, disturbi della sensibilità del tronco e agli arti inferiori, disturbi sfinterici, scosse elettriche lungo la colonna vertebrale e agli arti inferiori
- Gurppo III: disturbi localizzati al collo di modesta entità, a volte associati a vertigini, capogiri, acufene (suono fastidioso e insistente nell’orecchio)
Diversi sono i sintomi se viene colpita la zona lombare. In caso di spondilosi lombare il classico disturbo è un dolore cronico che peggiora in posizione eretta o camminando, la cosiddetta Claudicatio neurogena.
La degenerazione dei dischi intervertebrali della colonna è un fenomeno fisiologico con l’avanzare dell’età. Tuttavia altri fattori possono contribuire ad anticipare tale fenomeno e portare ad una spondilosi cervicale anche invalidante, come lesioni o fratture pregresse, oppure l’assunzione di posture scorrette a lungo nel tempo. Anche un eccessivo sforzo fisico protratto può portare alla degenerazione delle vertebre.
Il trattamento della spondilosi cervicale
Quando siano presenti dei deficit di tipo neurologico severi, il trattamento indicato è sicuramente quello chirurgico, diverso a seconda della zona da trattare e se ci si trova di fronte ad una radicolopatia o mielopatia. Generalmente tanto prima si interviene, tanto migliore sarà la ripresa a seguito dell’intervento: si stima un miglioramento significativo nel 70% dei pazienti trattati con chirurgia, mentre per il restante 30% la situazione risulta invariata, probabilmente perché si è intervenuti ad uno stadio troppo avanzato della degenerazione nervosa.
Le tecniche chirurgiche che possono essere utilizzate sono:
- La discectomia cervicale anteriore, quando ci si trovi di fronte ad un ernia del disco o un osteofita che preme su un nervo
- La laminectomia cervicale, nella quale il chirurgo rimuove pezzi di osso che comprimono il midollo spinale mediante una incisione nella parte posteriore del collo
- La sostituzione protesica del disco intervertebrale
Se i deficit neurologici sono lievi o inesistenti, e per lo più la sintomatologia è espressa dal dolore costante, si cerca di attuare un trattamento di tipo conservativo, mediante una dieta adeguata accompagnata da fisioterapia, ginnastica funzionale, sport come il nuoto e massaggi.
Alcuni esercizi sono piuttosto facili e possono essere praticati anche a casa, preferibilmente 3 volte al giorno
Rotazioni del collo: seduti con la schiena e il collo dritti, spalle leggermente indietro. Ruotare la testa guardando dietro oltre la spalla fino a sentire un moderato stiramento, mantenendo il collo dritto. Ripetere 10 volte da entrambi i lati
Retrazione del mento: seduti con schiena e collo dritto, spalle leggermente indietro. Tirare indietro il mento cercando di creare un “doppio mento” nella parte anteriore del collo. Fermarsi quando si sente uno stiramento moderato, mantenere la posizione per 2 secondi e ritornare alla posizione iniziale. Ripetere per 10 volte
Inclinazioni laterali del collo: seduti con schiena e il collo dritti. Portare la testa lateralmente ino alla spalla fino a sentire un leggero stiramento. Ripetere 10 volte da entrambi i lati.
Con l’aiuto di un fisioterapista è possibile creare un piano personalizzato in base alla propria situazione, intervenendo in maniera più mirata. Questo insieme di esercizi porterà ad enormi benefici: e trazioni delle vertebre aiutano a controllare i sintomi cronici o a dare sollievo negli episodi più gravi di dolore e artrosi. Il collo ne risulta anche rafforzato, così da prevenire la rigidità del collo. L’infiammazione e il dolore possono essere attenuati notevolmente grazie all’uso di tecniche più avanzate come la Tecar o gli Ultrasuoni, che penetrano in profondità sull’articolazione.
Si può ricorrere anche ad un osteopata per rimettere in equilibrio tutto il corpo, con sollievo anche dell’artrosi cervicale.
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