
Spondiloartrite: sintomi, cause e rimedi
Quando si parla di spondiloartrite ci si riferisce a una serie di malattie che racchiudono molteplici caratteristiche cliniche e genetiche, tutte contraddistinte da una particolare infiammazione nei confronti dello scheletro assile, ovvero quello composto da testa, gabbia toracica e colonna vertebrale.
Il dolore accusato è di carattere muscolare, che tuttavia può intaccare anche la cervicale. Dal punto di vista clinico, possiamo distinguere diverse tipologie di spondiloartrite, ovvero quella anchilosante, quella psoriasica, quella indifferenziata e la sindrome di Reiter. Ci troviamo di fronte a un disturbo reumatico, cronico e autoimmune, esattamente come la sclerodermia e la sinovite.
Spondiloartrite: le caratteristiche delle diverse forme
La spondiloartrite anchilosante è una patologia reumatica cronica che intacca la colonna vertebrale e, nel corso del tempo, può colpire anche tendini, legamenti, occhi e persino cuore. Ci troviamo di fronte a un’infiammazione progressiva che inizia dove i tendini o i legamenti sono attaccati all’osso, come lo sterno o la sinfisi pubica.
I sintomi si manifestano piuttosto lentamente, con dolori e rigidità della schiena per settimane e addirittura mesi; solitamente, l’esordio avviene intorno ai 16-24 anni, con mialgie e dolori muscolari che vanno ad intermittenza. In alcuni casi, durante tosse e starnuti, il male si intensifica.
La spondiloartrite psoriasica unisce l’artropatia cronica infiammatoria a una psoriasi della cute. Dal punto di vista sintomatologico, può manifestarsi in diversi modi: ciò è dovuto alla compromissione dello scheletro assiale o delle articolazioni periferiche, con un interesse particolare rivolto nei confronti anche delle articolazioni di mani e piedi.
Le enteroartriti si manifestano in pazienti con patologie infiammatorie a carico dell’intestino, come il morbo di Crohn, la rettocolite ulcerosa e il morbo di Whipple.
Con il termine spondiloartrite indifferenziata intendiamo parlare di una malattia infiammatoria cronica che colpisce l’apparato locomotore e la sua localizzazione è solitamente periferica, quindi non assile, sia articolare che extra-articolare (solitamente rivolta ai tendini). Ci troviamo di fronte a una condizione piuttosto comune e, in molti casi, si verifica durante l’età pediatrica, giovanile, negli adulti e dopo i 50 anni.
La sindrome di Reiter si manifesta intorno ai 30 anni di vita e può provocare uretritre e cervicite, congiuntivite e artrite. Esistono due diverse forme di questa patologia, epidemica ed endemica ed è possibile manifestare anche diarrea, ulcere orali, cheratoderma blennorragico e balanite cercinata. L’uretrite e cervicite si manifestano prima che la patologia abbia intaccato l’intestino e durano circa una decina di giorni.
Caratteristiche comuni
Al momento, c’è da sottolinearlo, le spondiloartriti sono sotto la lente di ingrandimento e si sta cercando di capire sempre di più in merito alle varie forme sopra elencate. Tuttavia, sebbene ogni forma abbia le sue caratteristiche e i sintomi specifici, c’è da dire che lo studio delle spondiloartriti sieronegative sta dimostrando che si sono delle caratteristiche in comune, anche alla luce del fatto che il terreno genetico è per tutte il medesimo. Pertanto, non risulta difficile intuire che spesso ci sono delle vere e proprie sovrapposizioni di quelli che sono i sintomi delle varie forme.
Ciò significa, quindi, che alcuni sintomi sono in comune e, pertanto, potrebbe anche risultare difficile, almeno in un primo momento, fare delle diagnosi nette e precise, inquadrando il soggetto in un quadro clinico che non lasci spazio a molti dubbi. Di certo, si può partire parlando di spondiloartrite sieronegativa e poi si deve procedere oltre per inquadrare la precisa classe di appartenenza.
Alla luce di quanto appena detto, si deve anche sottolineare che, nel corso degli anni, è stato necessario introdurre un nuovo concetto, che è quello di entesoartrite indifferenziata: in questo caso non c’è un preciso quadro classificativo, sebbene molte caratteristiche siano comuni alle spondiloartriti.
I caratteri comuni delle varie spondiloartriti sono tanti e, volendoli raggruppare tutti, si deve fare un elenco dettagliato, in modo tale da fare chiarezza:
- Negatività per il fattore reumatoide: questo è un primo nonché mportantissimo elemento che permette la diagnosi di spondiloartrite che, dunque, si differenzia dall’artrite reumatoide. In questo caso, la classificazione è semplice e non lascia spazio a dubbi.
- Coinvolgimento infiammatorio del rachide: in questo caso, si parte con un forte mal di schiena che dura da almeno 3 mesi e che si accentua dopo il riposo e migliora dopo esercizio fisico (anche prima dei 40 anni).
- Artrite periferica mono od oligoarticolare e asimmetrica: si tratta di un altro segno distintivo che va a differenziare queste patologie dall’artrite reumatoide, dato che, invece, quest’ultima coinvolge le articolazioni in maniera simmetrica.
- Tendiniti o capsuliti: sono un segno distintivo che si avverte soprattutto nella prima fase della malattia.
- Associazione con antigeni di istocompatibilità di classe I di tipo HLA B27: coloro i quali hanno questo genere sono maggiormente predisposti a spondilite anchilosante.
- Tendenza ad aggregazione familiare: molto spesso ci sono casi di spondiloartriti sieronegative (anche di diverso tipo) all’interno della stessa famiglia.
- Coinvolgimento extra-articolare: in questo caso si deve sottolineare che queste malattie molto spesso si evolvono verso quelli che sono quadri infiammatori a carico dell’occhio, dell’intestino, della valvola aortica, del parenchima polmonare, della cute, delle mucose e dell’apparato genitale.
Esistono dei rimedi per la Spondiloartrite?
Fortunatamente vi sono soluzioni che possiamo adottare per far fronte a questa malattia: prima di tutto, bisognerà restare supini a letto, sfruttando un cuscino piuttosto sottile per prevenire ed evitare la degenerazione della patologia. Inoltre, è fondamentale effettuare una diagnosi il prima possibile, poiché attraverso il nuoto è possibile far fronte a tutti i dolori a cui saremo costretti ad andare incontro con il tempo.
Bisognerà inoltre smettere di fumare e seguire un processo di riabilitazione, spesso associata a terapia farmacologica a base di analgesici reperibili senza alcuna difficoltà.
Lascia un commento