Usi ed abusi della tintura di iodio
La tintura di iodio è una composizione a base di acqua depurata ed etanolo, con l’aggiunta del 7% di iodio e 5% di ioduro di potassio; è usata come disinfettante ed antisettico.
La preparazione avviene prima mescolando l’acqua allo ioduro di potassio, in seguito si aggiunge lo iodio e si fa sciogliere bene, infine con l’alcool etanolo si raggiunge il contenuto desiderato. L’azione disinfettante viene espletata soprattutto dallo iodio, che ha un altissimo potere ossidante, ma anche grazie alla combinazione con l’alcool.
La storia dei disinfettanti
I disinfettanti furono utilizzati per la prima volta durante le guerre dei primi anni del secolo scorso, quando i medici in trincea si trovavano a dover fronteggiare una quantità infinita di ferite di tanti tipi diversi, che troppo spesso si complicavano in gravissime infezioni, fino a portare i soldati feriti alla morte per setticemia, tetano o cancrena. I primi ad occuparsene furono Dakin e Carrel, nel 1912, rispettivamente americano e francese, i quali utilizzarono un composto a base di ipoclorito di sodio, in pratica la candeggina. Ma la svolta arrivò con il medico istriano Antonio Grossich, il quale nel 1908 riuscì a mettere a punto un nuovo disinfettante di colore rosso, la tintura di iodio; nel 1911-12 venne introdotta negli ospedali da campo della guerra italo-turca, con risultati più che soddisfacenti, sia per la disinfezione del tavolo operatorio prima dell’intervento, sia come sterilizzazione della ferita dopo aver applicato i punti di sutura.
Si calcola che i soldati salvati in questo modo dalla morte furono più del 90%.
A cosa serve la tintura di iodio
Abbiamo visto che il suo primo utilizzo è avvenuto in sala operatoria, sul campo di battaglia. Ma questo disinfettante è sopravvissuto, e dopo tanti anni lo troviamo ancora al pronto soccorso, e ancora in sala operatoria, e anche nelle nostre case. E’ utile per scoraggiare la proliferazione dei batteri nei casi più disparati, ma le due funzioni privilegiate restano la disinfezione e la sterilizzazione in campo medico, anche se oggi esistono molti altri sussidi, più moderni e specializzati.
Per disinfettare una ferita, occorre prima lavarla bene, togliendo eventuali frammenti o detriti, poi stendere una sola volta la tintura di iodio, senza ripassare, più tardi vedremo perché; in questo modo si blocca la moltiplicazione dei batteri e si stimola la cicatrizzazione.
Il medicinale è spesso inserito anche nei kit di primo soccorso, accanto agli altri presidi medici consigliati.
Un altro uso frequente della tintura di iodio è per curare la micosi delle unghie, in una forma incolore, chiamata anche tintura bianca di iodio.
Avvertenze e controindicazioni
La tintura di iodio va usata solo sulla pelle integra, e l’uso è esclusivamente esterno. Non deve essere utilizzata da persone con problemi alla tiroide, perché lo iodio in essa contenuta potrebbe alterarne le funzioni, soprattutto se in dosi eccessive e con bendaggi occlusivi.
A tal proposito, si consiglia l’uso della tintura di iodio in una sola frizione per volta, passandola con delicatezza sulla pelle e lasciandola scoperta. Non è consigliabile passare più volte sulla stessa zona perché la soluzione in realtà è caustica, e può quindi provocare ustioni sulla pelle, fino al secondo grado di scottatura. Inoltre non bisogna coprire la pelle così disinfettata, perché questo amplificherebbe l’assorbimento dello iodio nell’organismo del paziente.
Lo iodio che dovesse raggiungere la circolazione sistemica e penetrare nel feto di una donna in gravidanza, potrebbe causargli gravi danni, per cui se ne sconsiglia completamente l’uso in questa condizione.
Se si seguono questi piccoli e brevi consigli, si possono evitare i fenomeni di iodismo di seguito elencati: sapore metallico in gola, bruciore e intensa salivazione, bruciore agli occhi e alle mucose del naso, gonfiore della gola, edema polmonare, dispnea, bronchite; questo può avvenire, lo ripetiamo ancora, nei casi in cui si esagera con la quantità di tintura di iodio spennellata e con il bendaggio occlusivo della ferita.
Il dottor Ludovico Moncalvi, nel suo articolo “Uso ed abuso della tintura di iodio nella pratica medico-chirurgica”, ne sconsiglia l’uso anche nelle persone bionde, con pelle bianca e delicata, agli individui linfatici e seborroici, perché risulterebbero ipersensibili a questa sostanza.
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