Arginina: che cos’è, a cosa serve e quali sono gli effetti indesiderati
L’Arginina è un amminoacido utile per l’organismo umano per il mantenimento di numerose funzionalità fisiologiche e per il metabolismo cellulare: per i bambini, in particolare, è considerato essenziale e fino ai 14 anni è indispensabile assumerlo totalmente con l’alimentazione; successivamente, poi, può essere sintetizzata dall’organismo, in particolare a livello renale ed epatico, in quantità sufficiente per coprire il proprio fabbisogno. Tuttavia, esistono anche alcune condizioni, più o meno gravi, nelle quali la quantità di arginina garantita dal metabolismo diventa insufficiente, e pertanto è necessario intervenire attraverso il consumo di carne, frutta secca e alimenti vegetali ricchi di proteine come le proteine per raggiungere una quantità compresa tra i 3,5 e i 5 grammi al giorno.
A cosa serve l’arginina
Come accennato, la L-Arginina è un aminoacido classificato come condizionatamente essenziale (ovvero, essenziale in base all’età) per il ruolo chiave che assume in alcuni momenti fisiologici della vita, come l’adolescenza e la pubertà, ma anche per l’azione che svolge nel corso di alcune condizioni patologiche come traumi estesi e ustioni. La sua concentrazione nell’organismo è indispensabile per molte funzioni metaboliche: ad esempio, sono noti gli effetti positivi per regolare l’attività vasodilatatoria a carico delle arterie, grazie alla stimolazione della produzione di ossido nitrico, che migliora anche il livello di pressione sanguigna. In virtù del suo ruolo biologico e dell’ottima tollerabilità, la L-Arginina è considerata un integratore particolarmente utilizzato sia in ambito clinico che sportivo; gli appassionati di fitness, poi, trovano utile anche l’azione detossinante, perché l’inteso lavoro muscolare porta all’accumulo di ammoniaca nelle cellule muscolari, che invece questo amminoacido contribuisce a tenere sotto controllo. Inoltre, l’arginina fa parte della lista di sostanze gluconogenetiche, ovvero quelle indispensabili per reintegrare le riserve energetiche di zucchero nel sangue dopo un intenso lavoro fisico.
I benefici dell’arginina
Questo amminoacido riveste un ruolo fondamentale anche per il benessere del nostro sistema immunitario, perché interviene nella sintesi dei linfociti T. Una recente ricerca svela anche che l’omeostasi dell’arginina contribuisce a mantenere intatte le nostre funzioni cognitive, e addirittura che un deficit in tal senso potrebbe essere tra le cause dell’insorgenza del morbo di Alzheimer. Gli altri casi in cui si verificano carenze di arginina sono situazioni di stress psicofisico, gravi traumi o altre patologie, o in soggetti che seguono regimi alimentari sbilanciati o poco regolari.
Per approfondire: tutte le proprietà curative dell’arginina.
L’uso dell’arginina
Le importanti proprietà biologiche dell’Arginina hanno ovviamente spinto verso l’uso applicativo di questo amminoacido anche come base di integratori, oggi regolarmente in vendita anche al supermercato. In questo ambito, si sono diffusi impieghi di arginina in ambiti molto differenti tra loro: ad esempio, in cardiologia l’adeguata supplementazione di questo amminoacido crea un effetto diretto sulle pareti vascolari e nella produzione di mediatori vasoattivi, generando sollievo nei pazienti affetti da ipercolesterolemia, angina pectoris e ipertensione o migliorare le caratteristiche reologiche del sangue; applicazioni anche in campo della fertilità, perché l’arginina può migliorare la motilità e la qualità degli spermatozoi grazie a un’azione vasodilatatoria e antiossidante, che ha effetti anche sul contrastare problemi di erezione.
Le controindicazioni
Gli integratori a base di Arginina, se utilizzati ai dosaggi consigliati, in genere sono sicuri e ben tollerati. Quando però si assumono dosaggi elevati, superiori ai 15 g giornalieri, potrebbero manifestarsi rari episodi gastro-intestinali, come nausea, vomito, crampi addominali e diarrea. Ancor meno frequente è l’incidenza di cefalea, ipotensione e nefrotossicità. In generale, comunque, l’impiego di questo amminoacido è controindicato in caso di ipersensibilità a queste molecole organiche, in caso di rari sindrome genetiche, per le donne in gravidanza e nel successivo periodo di allattamento al seno.
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