Scopriamo insieme le principali regole del Beach Soccer
Uno degli sport più praticati sulla sabbia durante le vacanze del periodo estivo è sicuramente il calcio, nella sua versione dilettantistica o, come dall’anno 2000 a questa parte, in quella professionalmente riconosciuta dalla FIFA, la quale organizza, nelle sue varie leghe nazionali, veri e propri campionato di calcio sulla spiaggia.
In questa sede, ci andremo ad occupare di questo popolare sport estivo, andando a conoscere le regole fondamentali del beach soccer, e cercando di capire il suo funzionamento che si basa comunque sulle regole generali del calcio, con opportune varianti specifiche studiate per adattarlo alla conformazione del terreno di gioco e alle conseguenze atletiche e tecniche che esso comporta.
Quando nasce il beach soccer?
Il Beach Soccer, conosciuto in Italia col nome di calcio da spiaggia, vede il suo riconoscimento ufficiale da parte della FIFA, il massimo organo federale calcistico mondiale, nell’anno 2000. Da quel momento in poi, ogni federazione nazionale ed internazionale organizza regolarmente campionati e tornei estivi di prestigio, che vedono giocare anche vecchie glorie del calcio tradizionale.
Ma vediamo nel dettaglio le regole del beach soccer e le sue differenze dal calcio su erba o da quello indoor.
Regole principali del beach soccer
Le principali regole che differenziano il beach soccer dal calcio più tradizionale vedono innanzitutto una squadra composta da 5 giocatori, portiere incluso, con altrettanti giocatori in panchina per il turn over.
Un’altra differenza peculiare è invece costituita dalla totale assenza di limiti alle sostituzioni dei giocatori, cosa che invece nel calcio a 11 classico è consentita al massimo per 3 volte.
Anche se ultimamente la FIFA ha sperimentato i cosiddetti giudici di porta, i quali si aggiungono al terzetto arbitrale di partenza, nel calcio tradizionale è uno solo l’arbitro che prende le decisioni, mentre nel beach soccer ve ne sono ben due.
Per quanto riguarda invece i tempi di gioco, essi sono costituiti da 3 tempi da 12 minuti ciascuno, divisi l’uno dall’altro da un intervallo di 3 minuti.
In caso la partita finisse in parità, si procede ad allungare il tempo di gioco con due tempi supplementari di 3 minuti ognuno, nei quali vale la regola del golden goal, ossia quella secondo cui il primo che segna ha vinto l’incontro, indipendentemente dal minutaggio complessivo e dal fatto che manchi un eventuale tempo di gioco alla fine del match.
In caso di ulteriore stallo di parità, si andrà all’esecuzione dei calci di rigore, nella consueta formula del calcio tradizionale.
Per quanto riguarda le punizioni, esse sono sempre dirette, e non prevedono alcun impiego di barriera; hanno inoltre l’obbligo di essere battute da colui che ha subito il fallo, il quale si incaricherà di battere direttamente a rete.
Un’altra differenza tra beach soccer e calcio tradizionale è costituita dal ruolo del portiere, il quale ha la facoltà di ricevere il pallone con le mani su un retropassaggio intenzionale da parte di un giocatore della propria squadra, anche se questo è effettuato con i piedi.
Una banale regola del beach soccer prevede inoltre un gioco a piedi nudi da parte dei partecipanti, i quali saranno a contatto diretto con il pallone e la sabbia.
Passando invece in rassegna le specifiche tecniche, un campo da beach soccer deve avere una lunghezza compresa tra i 34 e i 40 metri, ed una larghezza compresa tra i 24 e i 30 metri. Per quanto riguarda invece le dimensioni delle porte, esse sono del tutto simili a quelle del calcio a 5.
Il terreno di gioco, di forma rettangolare, deve essere poi delimitato da quattro linee laterali, larghe dieci centimetri, di colore blu o arancione.
Caratteristiche di gioco del Beach Soccer
A differenza di terreni in erba, o dal parquet del calcio indoor, la sabbia è decisamente più instabile. Perciò correre su questo campo implica un maggiore sforzo fisico da parte dei giocatori. Per tale motivo, un normale pallone da calcio sulla spiaggia viene realizzato in materiale più leggero di quello da calcio a 11 o a 5, al fine di favorire dribbling, cross, e tutti i fondamentali tecnici di uno sport molto dispendioso dal punto di vista delle energie.
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