Belladonna: rimedio omeopatico. Cos’è e a cosa serve
La Belladonna è una pianta molto diffusa in tutta l’area del Mediterraneo, e da secoli viene utilizzata sia come potente anestetico, che come pericoloso veleno. La Belladonna è inoltre un rimedio omeopatico, oggi andremo a vedere a che cosa serve e quali disturbi vi aiuterà a risolvere.
Che cos’è
La Belladonna è una pianta che fa parte della famiglia delle solanacee, come il pomodoro e la patata, ed è molto comune in tutto il Mediterraneo, proprio perché cresce in zone incolte e soleggiate, meglio se montane e collinari. La sua crescita incolta avviene in Europa, soprattutto in Sicilia, sulle Alpi e gli Appennini, in Nord Africa, ma anche in Asia orientale.
Il nome Belladonna deriva dal suo uso cosmetico, perché durante il Rinascimento le donne nobili utilizzavano un collirio preparato con questa pianta per rendere gli occhi più lucidi e dilatare la pupilla. Infatti la pianta contiene atropina, una sostanza che agisce direttamente sul sistema nervoso parasimpatico. Ma il nome Belladonna è anche legato alle sue proprietà letali, in quanto pericoloso veleno. Che proprio come una donna dall’aspetto gradevole, può attrarre, ma se infastidita o sottovalutata, diventa mortale.
Anticamente la Belladonna era conosciuta come Pianta della Streghe, e associata a riti sabba. L’intossicazione caratterizzata da disordini psicomotori e allucinazioni, si pensava fosse dovuta a rituali magici.
I frutti della pianta di Belladonna, lucide bacche nere, infatti sono invitanti all’aspetto, così come anche gradevoli al gusto, ma velenose per l’uomo. Mangiandole rischierete forme di delirio, sete e vomito, e in alcuni casi gravi convulsioni e morte.
Come dicevamo, la Belladonna contiene un alcaloide, l’atropina appunto, che ha effetti rapidi su alcuni trasmettitori nervosi. Infatti questa sostanza diminuisce le secrezioni bronchiali, ferma l’azione del nervo vago e modifica il battito cardiaco. I suoi principi attivi sono molto utilizzati nei medicinali, come già avveniva in passato, proprio per la loro potenza.
Le foglie della Belladonna invece, venivano utilizzate come rimedio naturale contro le punture di vespa.
Però proprio per la sua tossicità elevata la Belladonna non si deve assolutamente utilizzare in una forma estrattiva tradizionale, ma solo ed esclusivamente come specialità medicinale.
L’atropina
Dalla pianta della Belladonna viene ricavata l’atropina, molto conosciuta fin dall’antichità, sia in medicina che in cosmetica. Nel medioevo veniva utilizzata come anestetico durante le operazioni chirurgiche. L’atropina viene utilizzata nella composizione di colliri utilizzati in esami oculistici, perché blocca i recettori muscarinici presenti nell’occhio e induce alla midriasi, che blocca la messa a fuoco.
La bacca velenosa
Gran parte della fama della Belladonna proviene dalle sue proprietà estremamente tossiche. Gli effetti dell’ingestione possono essere diversi, dal delirio alle allucinazioni.
La Belladonna venne utilizzata anche in epoca romana, per uccidere le moglie di imperatori o personaggi fastidiosi che intralciavano il potere.
Nel medioevo, i cacciatori, bagnavano prima la punta delle frecce con un estratto di Belladonna, affinché gli animali non avessero scampo.
I sintomi di un avvelenamento da Belladonna sono le mucose secche la difficoltà a deglutire, le pupille midriatiche, ovvero aperte ma senza riflesso, con paralisi di accomodazione e ipersensibilità alla luce, la pelle del corpo secca e arrossata, tachicardia, febbre, irrequietudine, confusione, allucinazioni e spasmi. E nei casi più gravi, arresto respiratorio.
I sintomi dell’avvelenamento insorgono rapidamente e si accompagnano a nausea e assenza di vomito. Di solito, gli individui avvelenati da Belladonna, non riescono a tenersi in piedi e barcollano come fossero ubriachi. La pelle si scalda e diventa purulenta.
Nei bambini si presentano spesso convulsioni, mentre negli adulti un delirio furioso con allucinazioni e talvolta tendenza a mordere.
Nei casi non letali si osserva un lento miglioramento delle condizioni, con febbre e sudori.
Quando si usa in omeopatia
La Belladonna viene molto utilizzata in medicina e in omeopatia. Ha diversi principi attivi: viene utilizzata come anestetico, per la sua azione antinfiammatoria e anche come coadiuvante per l’insonnia.
La Belladonna è un rimedio utilizzato per curare tutti i problemi legati alla necessità di stimolare il sistema nervoso. In particolare di tutte quelle malattie con congestione localizzata o generalizzata, che si accompagnano, nella loro espressione cutanea, da caldo, rossore e bruciore.
La Belladonna si trova sia in pillole che in granuli, ma anche in gocce o supposte. I medicinali omeopatici a base di Belladonna hanno effetti terapeutici per curare alcuni malesseri legati alle vie respiratorie, come faringiti, rinofaringiti, tracheobronchiti e tonsilliti. Anche le riniti allergiche possono trarre giovamento dalla somministrazione di pillole di Belladonna. Inoltre è molto potente anche contro spasmi e coliche del tratto gastro-intestinale e biliare, contro asma, dismenorrea e tremori. Utile anche per chi soffre di disturbi della pelle, come acne, eczemi e eritemi. O per chi ha mestruazioni dolorose o soffre di mal di denti.
La Belladonna inoltre si rivela essere molto utile per curare numerosi generi di infezioni.
La Belladonna è però sconsigliata in caso di asma bronchiale e bradicardia, o di glaucoma. Inoltre questo medicinale può interferire con altre sostanza, come antidepressivi, antispastici, antistaminici, anticolinergici, neurolettici e con i farmi utilizzati per trattare il morbo di Parkinson.
In tutti questi casi è fondamentale consultare un medico.
Il dosaggio
Per il dosaggio è sempre bene attenersi alla prescrizione del vostro medico. Il dosaggio della Belladonna solitamente è di 3 granuli o 5 gocce, dalle 3 alle 6 volte al giorno.
Effetti collaterali
Se si assume un sovra-dosaggio di Belladonna si rischiano alcuni effetti collaterali, come la bocca secca, una considerevole diminuzione del sudore, tachicardia, disturbi di minzione e di accomodazione, allucinazioni e stati spasmici.
Per questo motivo è sempre bene attenersi alle dosi indicate dal medico. In caso si dovessero presentare questi sintomi, è bene farsi vedere da uno specialista.
Le dosi solitamente sono molto variabili, in base all’età e al peso del paziente. Infatti i bambini reagiscono alla Belladonna in maniera più sensibile, rispetto agli adulti.
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