Carbamazepina, cos’è e come funziona
La molecola della carbamazepina
E’ una molecola a struttura ciclica cioè caratterizzata dalla presenza di catene di atomi (generalmente di carbonio) chiuse ad anello. Appartiene alla classe delle Dibenzazepine. E’ un anticonvulsivante che agisce riducendo l’attività elettrica del cervello, infatti è uno dei principali farmaci usati nella cura dell’epilessia, una malattia causata da scariche anomale di impulsi delle cellule nervose cerebrali. Esso opera sul Sistema Nervoso Centrale e può essere impiegato anche per curare le nevralgie e i disturbi bipolari. La carbamazepina appartiene alla categoria dei farmaci di classe A quindi viene erogato gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale e per averlo è necessaria la ricetta medica.
Uso ed effetti indesiderati
E’ un farmaco che va usato con cautela seguendo la prescrizione del medico che valuterà attentamente il rapporto tra rischio e beneficio soprattutto quando il paziente presenta alterazioni ematologiche (ad esempio livello delle piastrine basso) o nel metabolismo del sodio, disfunzioni a carico del muscolo cardiaco dei reni o del fegato. Ovviamente si rende necessario valutare anche l’interiezione con altri farmaci o l’ipersensibilità dei singoli soggetti all’assunzione di questo medicinale.
L’uso di carbamazepina è assolutamente controindicato per quei pazienti che hanno sofferto di mutamenti del midollo osseo o di porfiria ( malattia rara causata dall’alterazione di un enzima ) per chi fa uso di antidepressivi triciclici, per chi soffre di disturbi atrioventricolari e naturalmente per tutti quei soggetti che, come già accennato, presentano una ipersensibilità specifica.
Gli effetti indesiderati che possono presentarsi con l’uso del farmaco sono: vertigini, sonnolenza, torpore, stanchezza, atassia, reazioni allergiche cutanee, riduzione di alcuni componenti del sangue o degli enzimi del fegato.
La carbamazepina può modificare l’efficacia dei contraccettivi presi per via orale e non va assolutamente assunta insieme all’Erba di San Giovanni ( usata come rimedio naturale per la cura della depressione ) dato che quest’ultima non solo inibisce l’efficacia antiepilettica ma può favorire gli attacchi.
Essendo la carbamazepina un farmaco fotosensibilizzante, durante la sua assunzione è sconsigliato sottoporsi a sedute abbronzanti o esporsi al sole.
Trattamenti a base di carbamazepina
Riguardo all’Epilessia il trattamento con carbamazepina deve iniziare con dosi giornaliere piuttosto basse che vanno aumentate fino al raggiungimento dell’effetto ottimale; dopo di ché il dosaggio potrà essere riportato al livello più basso purché mantenga il controllo delle crisi. Per quanto riguarda la Nevralgia del trigemino, la terapia sarà somministrata fino ala scomparsa del dolore ma non dovrà essere interrotta bruscamente così come per il trattamento dei disturbi bipolari.
Test del livello di carbamazepina
Per evitare effetti collaterali gravi nell’uso di carbamazepina è necessario che la sua quantità all’interno dell’organismo sia stabile, soprattutto quando si assumono altri medicinali o durante una pausa della terapia. A questo scopo esiste un test che ne quantifica la concentrazione nel sangue e che viene ripetuto ad intervalli regolari. E’ un test che si effettua con un semplice prelievo ematico e non richiede alcuna preparazione.
Innovazioni nella somministrazione
Fino a qualche anno fa la somministrazione di carbamazepina avveniva soltanto per via orale ma in seguito ad una ricerca americana è stata trovata una alternativa: somministrare il farmaco per via endovenosa, in diverse infusioni da 15 o 30 minuti ogni sei ore o in un’unica soluzione. Generalmente le infusioni vengono alternate alla terapia orale ma non si esclude che possano essere utilizzate interamente come opzione per i pazienti che hanno problemi con essa.
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