
Cefalea a grappolo: cause e rimedi
La cefalea a grappolo è un problema che colpisce un unico lato della testa con dolore intenso, ad intervalli di fasi regolari, con carattere periodico. I periodi di fastidio sono chiamati “grappoli” (in inglese “cluster”) e si alternano a periodi di remissione spontanea, con la scomparsa di dolore. È proprio il nome dei periodi di attività a dare il nome a questo disturbo, proprio perché si tratta di attacchi ravvicinati e piuttosto frequenti.
La frequenza e l’intensità di questo tipo di cefalea può essere varia con episodi che possono durare singolarmente anche per tre ore, anche se di solito si tratta di meno di un’ora. Inoltre le crisi possono avere intervalli all’interno di una singola giornata, o ripetersi dopo alcuni giorni. La cefalea a grappolo è una delle cefalee primarie, come l’emicrania e la cefalea di tipo tensivo, per quanto sia sicuramente meno diffusa.
Cefalea a grappolo terapia
Le terapie della cefalea a grappolo si basano soprattutto sulla riduzione del mal di testa, riducendone i tempi di durata; allo stesso momento si cerca di prevenire i nuovi attacchi. Essendo i dolori improvvisi e capaci di placarsi in poco tempo, non sono utilizzati antidolorifici, che si rivelano spesso inefficaci, poiché potrebbero entrare in funzione solo dopo che il dolore sia già scomparso.
Il trattamento si basa quindi su una gestione dei disturbi della cefalea a grappolo. Quindi per quel che riguarda la cura farmacologica è possibile intervenire in due modi: alleviando il dolore, quindi una terapia d’attacco; oppure per prevenire gli attacchi, attraverso una terapia profilattica. Per scegliere quale è la terapia più indicata è importante chiedere consiglio al proprio medico.
La terapia farmacologica infatti può anche avere effetti collaterali e può non essere indicata per alcuni soggetti, soprattutto se affetti da altre patologie. Inoltre in alcuni casi in cui il trattamento con i farmaci fosse inefficiente, si potrebbe pensare di provvedere con un intervento chirurgico, che prevede l’inibizione del dolore operando sulla conduzione tramite nervo trigemino.
Cefalea a grappolo sintomi
La cefalea a grappolo ha una comparsa improvvisa senza che sia preceduta da alcun segnale. I sintomi sono diversi: si prova un dolore unilaterale e lancinante e solitamente colpisce la zona che si trova attorno all’occhio o dell’occhio stesso. Il dolore può essere penetrante ma può presentarsi anche come un forte bruciore, provocando sudorazione e pallore, nonché un senso di irrequietezza. Può capitare poi che il dolori si irradi in altre parti del volto e della testa, ma anche sul collo e sulle spalle.
Proprio l’occhio interessato può avere diversi problemi ed arrossarsi, anche a causa di una forte lacrimazione. A questa può seguire il naso che cola dalla narice corrispondente all’occhio stesso e gonfiore. Anche il diametro della pupilla può diminuire, mentre la palpebra può subire un edema.
I grappoli possono durare da un minimo di una settimana ad un massimo di dodici settimana, con date che possono essere regolari nel tempo. Si tratta di attacchi cronici se durano per più di un anno.
Cefalea a grappolo cause
L’eziologia è ancora ignota: si parla probabilmente di una disfunzione dell’ipotalamo che può avere il suo ruolo. Il dolore è provocato da un’eccessiva dilatazione dei vasi sanguinei del cranio, che provocano eccessiva pressione sul nervo trigemino. Quest’ultimo è il nervo che veicola le informazioni sensoriali del viso.
Di solito gli attacchi si ripetono con regolarità nell’arco di una giornata, mentre le fasi dei grappoli è normalmente stagionale. Solitamente è legato all’orologio biologico di ogni singolo individuo, che viene solitamente individuato proprio nell’ipotalamo; questo gestisce i ritmi circadiani che nel caso della cefalea a grappolo sono scompensati. Proprio questo giustificherebbe la regolarità dei fastidi.
Esistono inoltre alcuni fattori che potrebbero essere connessi a questo disturbo, come fattori ormonali – è stato infatti riscontrato un aumento di ormoni quali la melatonina e il cortisolo – e scompensi per quello che riguarda i neurotrasmettitori.
I fattori di rischio invece sono riguardanti il sesso dell’individuo, essendo un disturbo riscontrato soprattutto negli uomini, e la genetica: se infatti un parente stretto ha già sofferto di cefalea a grappolo ci sono maggiori probabilità di incidenza. Anche l’età è molto importante, poiché solitamente il problema si inizia ad intravedere poco precedentemente ai trent’anni, anche se può comparire in altri momenti.
Altri fattori “esterni” possono essere lo stress, l’effetto jet lag, e i disturbi del sonno, ma anche il fumo e l’alcool possono portare a questo tipo di problema.
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