Danzaterapia: cos’è e a cosa serve
Tra le nuove terapie utili per ritrovare il benessere psicologico, e non solo, c’è la danzaterapia che prende sempre più piede nel nostro Paese. Si tratta di un ottimo strumento che permette al singolo di esprimersi attraverso la danza, esternando in questo modo tutti i sentimenti più profondi e reconditi.
E’ ormai noto il fatto che manifestare le proprie emozioni è un ottimo esercizio per chi desidera ritrovare il benessere psico-fisico e, possiamo dirlo con certezza, la danza aiuta non poco.
Attualmente esistono diverse forme di danzaterapia, sebbene da moltissimo tempo sia riconosciuta alla danza la capacità di “curare” la psiche e di apportare dei notevoli benefici al corpo umano.
Nascita della danzaterapia
Come sottolineato, questa “movimento-terapia” ha dei notevoli benefici. Sin dall’epoca primitiva si è intuito che la danza ha degli effetti positivi su corpo e mente, ma si sono dovuti attendere secoli prima che qualcuno incominciasse a usare questa serie di movimenti come una vera e propria cura, finalizzata all’espressione delle proprie emozioni in maniera non verbale.
Questo qualcuno è il ballerino slovacco Rudolf Von Laban che, per primo, ha capito l’importanza della danza a scopo terapeutico. Proprio lui ha messo a punto il cosiddetto “dramma della danza”, famoso metodo che serve proprio per cercare di esprimere le proprie emozioni attraverso il ballo.
La danza, quindi, è diventata uno strumento per esprimere personalità, stati d’animo, emozioni e tutto quello che è strettamente connesso alla sfera più intima. Il termine specifico, però, è stato coniato solo nel ‘900, grazie agli sforzi di M. Chace e T. Schoop, due ballerine di quella che veniva chiamata modern dance, che misero a punto un sistema che mirava a superare la rigidità della danza classica.
Il loro obiettivo primario era quello di far capire a tutti che la danza permetteva l’espressione, attraverso il corpo, di quelle che erano le emozioni più nascoste. Da quel momento, la danzaterapia è stata utilizzata per curare le reduci di guerra affette da psicosi o isteria.
Diverse scuole di pensiero
La danzaterapia viene oggi utilizzata per la cura mentale, ma anche in molti altri ambiti. Prima di capire quali, è bene imparare a riconoscere i vari tipi che esistono. Ogni metodologia che verrà presentata si basa su una diversa interpretazione del ballo e di quelle che sono le sue proprietà benefiche sulla mente.
Esiste il filone della danzaterapia analitica, molto diffuso negli Stati Uniti, che vede la danza come strumento finalizzato all’espressione dei contenuti più nascosti della mente e per questo viene unita sempre a delle sedute di psicoterapia.
C’è, poi, la danzaterapia che si basa sul metodo di una ballerina argentina, Maria Fux, che ha provato in prima persona l’esperienza della danza come cura alla depressione e ha voluto mettere a punto un metodo per aiutare gli altri a ritrovare il proprio equilibrio psico-fisico. Secondo questo metodo, la danza spontanea può aiutare la cura di stati depressivi e di disordine mentale, favorendo, invece, l’integrazione sociale e il benessere psicologico.
Questo metodo, inoltre, viene molto utilizzato in presenta di pazienti ciechi o sordi, ma anche con handicap fisici. Questa metodologia, a differenza di quella analitica, non si integra con alcuna forma di psicoterapia.
Applicazioni pratiche
La danzaterapia tende, in ogni caso, serve per migliorare il benessere psicologico di chi la pratica, ma anche per permettere allo stesso individuo di recuperare abilità mentali.
Proprio per questo motivo, vengono messi a punto dei veri e proprio programmi specifici che vanno a interessare l’area cognitiva, quella emotiva, quella relazionale e, naturalmente trattandosi di danza, quella psicomotoria.
In tutti questi ambiti, la danzaterapia è capace di apportare notevoli benefici. Stress, psicosi, disturbi alimentari, problematiche del linguaggio, nevrosi e comportamenti ossessivi vari sono tutti curabili attraverso questa innovativa terapia, che fa bene a corpo e mente.
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