Che cos’è l’Emiblocco anteriore sinistro: cure e conseguenze
A volte può succedere che, durante un banale esame di routine egc, effettuato quindi con l’uso di un elettrocardiogramma, per il lavoro o l’attività sportiva, si riscontri un emiblocco anteriore sinistro. Ma di cosa si tratta e quali sono le conseguenze?
Che cos’è l’emiblocco anteriore sinistro
Il cuore è un organo suddiviso in quattro cavità: l’atrio destro, l’atrio sinistro, il ventricolo destro e il ventricolo sinistro. Ed è composto da un tessuto muscolare che prende il nome di miocardio.
Il miocardio genere e riceve impulsi nervosi per la contrazione di atri e ventricoli. Questi impulsi che vengono spesso definiti elettrici, proprio per la loro natura molto simile ai segnali elettrici appunto, hanno la loro sorgente all’altezza dell’atrio destro del cuore, in una zona che viene chiamata nodo seno atriale. Il nodo seno atriale fa in modo che il nostro battito cardiaco sia normale, contraendosi alla giusta frequenza. Infatti, il nostro ritmo cardiaco viene anche chiamato ritmo sinusale. Esistono però alcuni centri di smistamento di questi impulsi definiti elettrici, che hanno la funzione di supporto per il nodo seno atriale. Questi centri sono il nodo atrioventricolare, il fascio di His e le fibre del Purkinje. Questo è il sistema che permette al nostro cuore di ricevere queste scariche elettriche.
L’emiblocco è quindi una condizione cardiaca che si sviluppa per la presenza di una lesione o un disturbo in grado di bloccare il segnale elettrico lungo il fascicolo anteriore della branca sinistri del fascio di His.
Si tratta quindi un’anomalia elettrica, non direttamente associata ad una patologia. Si riscontra frequentemente in soggetti obesi o in sovrappeso, affetti da bronchite cronica o enfisema polmonare, o in ipertesi.
Spesso chi presenta un emiblocco non sa nemmeno di averlo, proprio perché non soffre di particolari disturbi.
Quali sono le cause
Generalmente le principali cause dell’emiblocco sono l’ipertensione, la stenosi aortica o l’infarto del miocardio.
L’ipertensione arteriosa l’avrete probabilmente sentita nominare tantissime volte. Si tratta di uno stato permanente di elevata pressione arteriosa.
La stenosi aortica è un restringimento o un’ostruzione che sorge a livello della valvola aortica del cuore. La valvola aortica è un elemento cardiaco che regola il passaggio di sangue dal ventricolo sinistro all’aorta.
Infine, l’infarto del miocardio, si sviluppa quando l’afflusso di sangue al miocardio è inferiore alle richieste. Spesso provocato dall’aterosclerosi, l’infarto del miocardio coincide con la necrosi del tessuto miocardico, e determina una riduzione della capacità contrattile del cuore. In queste condizioni il cuore ha difficoltà a contrarsi e quindi ad ossigenare tutti i vari organi e tessuti del corpo.
Ovviamente tra i fattori di rischio c’è l’età avanzata. Infatti è più comune che l’emiblocco anteriore sinistro si verifichi nell’anziano, anziché nell’adulto. Ma non è il solo fattore. Altri potrebbero essere condizioni morbose, come quelle che abbiamo precedentemente citato: stenosi aortica, ipertensione, cardiomiopatia dilatativa e altre.
I sintomi
Come dicevamo, nella maggior parte dei casi, l’emiblocco anteriore sinistro non presenta alcun tipo di sintomo. Esistono poi rari casi in cui può essere associato a sincope o svenimenti, presincope, che avviene senza la perdita di coscienza, e che si sviluppano in maniera molto simile. Ovvero con un rallentamento del ritmo cardiaco. Questo rallentamento ovviamente comporta un minore flusso di sangue nei tessuto del corpo, e quindi del cervello. Per questo motivo, il nostro corpo svolge un’azione preventiva, con un black out, ovvero lo svenimento.
Il solo modo per diagnosticare un emiblocco anteriore sinistro è l’ECG, ovvero l’elettrocardiogramma. Di solito, per le persone alle quali viene riscontrato un emiblocco anteriore sinistro, l’ECG presenta sulle derivazioni periferiche una deviazione dell’asse del QRS compresa tra -45° e -90°.
Complicanze
A volte, ma si tratta di rari casi, un emiblocco anteriore sinistro, può causare anche una morte cardiaca improvvisa. Ma nella maggior parte dei casi, questo genere di complicanza, non è imputabile esclusivamente all’emiblocco anteriore sinistro, ma ad un’associazione di fattori scatenanti.
Cure e trattamenti
Di solito l’emiblocco anteriore sinistro viene trattato in maniera diversa, in base alle cause scatenanti. Se la causa è l’ipertensione probabilmente il paziente sarà sottoposto ad una terapia mirata alla riduzione della pressione arteriosa, che nel suo caso sarà troppo elevata.
Invece, chi ha un emiblocco anteriore sinistro causato da infarto, probabilmente sarà sottoposto a angioplastica, per liberare le arterie coronariche da eventuali ostruzioni.
Infine, può anche accadere che un emiblocco anteriore sinistro sia legato a condizioni che non richiedono cure, e il medico probabilmente si limiterà a tenervi sotto controllo.
A volte, quando l’emiblocco anteriore sinistro provoca la sincope, un medico potrebbe suggerire l’applicazione di un pacemaker, per la normalizzazione del ritmo cardiaco.
L’emiblocco anteriore sinistro e l’attività sportiva
Di solito, in soggetti giovani, che non presentano particolari problematiche correlate, l’emiblocco anteriore sinistro non impedisce di ottenere idoneità da parte della medicina sportiva. Ovviamente dovranno essere eseguiti accertamenti per scongiurare cardiopatie. Questo sia per discipline ad impegno cardiovascolare minimo che medio, nel caso di discipline ad elevato impegno cardiovascolare invece l’idoneità andrà decisa individualmente, caso per caso. L’idoneità in presenza di emiblocco anteriore sinistro sarà negata quando si sono verificati sintomi come la sincope, di cardiopatie a rischio di aritmie maligne o negli sport a rischio intrinseco.
L’emiblocco anteriore sinistro non è di per sé l’espressione di una cardiopatia. Diverso è il discorso quando è associato ad ipertensione arteriosa. Essere bradicardico può essere un vantaggio, gli elefanti per esempio hanno appena 20 battiti al minuto e sono tra gli animali più longevi di tutto il mondo animale. Spesso infatti la bradicardia può essere legata all’attività sportiva, che aumenta il tono vagale e riduce l’effetto delle catecolamine, che al contrario provocherebbero tachicardia.
Questo vuol dire che, in assenza di altre patologie, non avrete bisogno di rinunciare alla mountain bike o alla palestra, purché facciate periodicamente controlli medici per tenervi sotto controllo.
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