Ernia ombelicale, quando è necessario l’intervento chirurgico
L’ernia ombelicale è la fuoriuscita di piccole parti di intestino, che si infila nello spazio che si crea fra i muscoli dell’addome.
L’addome è la parte centrale del nostro corpo, che ha la funzione importantissima di proteggere e contenere ben sette metri di anse intestinali, che si trovano raggomitolati sotto uno strato di peritoneo, che è una sottile, ma resistente, membrana fatta di siero e fibre; poi c’è un consistente strato di muscoli, affiancati e sistemati in modo da formare una vera e propria parete; infine c’è l’ultimo strato, la pelle, quella che tutti noi vediamo dall’esterno.
L’ernia ombelicale viene fuori quando nel sistema c’è una falla; in realtà nel sistema, l’unico strato interessato da questo problema, è quello dei muscoli, che per un motivo o per un altro, possono aver perduto la propria originale compattezza; questo può accadere, per esempio, quando una persona non esercita alcuna attività fisica, adatta a dare forza e tono ai muscoli dell’addome; oppure può accadere dopo una malattia o una lunga convalescenza, che anche in questo caso, può aver causato una perdita di tono muscolare; più raramente che negli uomini, può accadere anche alle donne, soprattutto dopo una gravidanza, che, come si può ben immaginare, ha messo a dura prova l’elasticità della muscolatura addominale.
Ma l’ernia ombelicale può fuoriuscire anche nei bambini, anzi, per meglio dire, proprio nei lattanti; i piccoli non hanno potuto ancora rinforzare i propri muscoli addominali, per ovvie ragioni, pertanto, quando si sforzano molto in lunghi ed intensi pianti, soprattutto in alcune posizioni sfavorevoli, quando sono piegati su sé stessi, purtroppo a volte vanno incontro a questo spiacevole inconveniente. Nel caso dei lattanti, infatti, la parete addominale è più vulnerabile nei dintorni dell’ombelico, dove fino a qualche tempo prima, c’era il cordone ombelicale di collegamento con la propria mamma; solitamente questo disturbo dei lattanti, sparisce dopo qualche tempo, con la crescita.
Le cause più comuni dell’ernia ombelicale
Oltre a quelle fisiologiche che abbiamo già citato, le altre cause che possono provocare la fuoriuscita dell’ernia ombelicale, possono essere: l’obesità, che va di pari passo con la rilassatezza dei muscoli, l’ascite, ossia la formazione di liquidi nella cavità intestinale, precedenti interventi chirurgici nella stessa zona, dialisi peritoneale.
I sintomi dell’ernia ombelicale
L’insorgenza di questo disturbo può avvenire anche senza sintomi, al principio, se la fuoriuscita è minima, e se i muscoli sono dilatati già in modo consistente, una piega intestinale può farsi largo facilmente e senza difficoltà attraverso la parete muscolare, insieme al peritoneo; in questo caso, il paziente interessato potrebbe subire questo disturbo senza neanche accorgersene, magari provocandolo con uno starnuto, un colpo di tosse, uno sforzo maggiore del solito, oppure un movimento sbagliato compiuto stando piegati su sé stessi.
Dopo qualche tempo, la quantità di budello intestinale può aumentare, oppure può accadere che i muscoli tendano in modo naturale a riassumere la loro posizione originale, e a questo punto compare il dolore, o il bruciore, e all’osservazione e al tatto, si nota una protuberanza, un gonfiore, una tumefazione nei pressi dell’ombelico.
In altri casi, il dolore è immediato e persiste nel tempo; a volte l’ernia rientra al suo posto, e il paziente continua la sua vita senza dare molta importanza alla cosa. Altre volte l’ernia ombelicale si fa sentire solo in determinate situazioni, come dicevamo sopra, con un colpo di tosse, o durante uno sforzo.
Complicazioni dell’ernia ombelicale
L’ernia ombelicale tende ad aumentare con il tempo, e questo può diventare pericoloso; gli intestini possono incastrarsi, attorcigliarsi, annodarsi intorno alla parte fuoriuscita. In queste situazioni viene impedito l’afflusso di sangue alla parte di intestino che rimane isolata, e la patologia in questione diventa ernia strozzata.
Le altre complicazioni possono essere: incarceramento, intasamento, infiammazione; l’incarceramento dell’ernia ombelicale avviene quando il tessuto circostante si riassesta attorno all’ansa intestinale fuoriuscita, e non le permette più di rientrare.
L’intasamento avviene quando nell’ansa fuoriuscita si accumulano delle feci; questo causa un blocco dello scorrimento naturale del contenuto dell’intestino, e predispone all’intervento urgente.
L’infiammazione dell’ernia ombelicale è uno stato della mucosa intestinale, che, a causa del mancato ricambio del flusso, e di conseguenza del mancato drenaggio, si infiamma e provoca dolore intenso durante la digestione.
In questi casi si avvertono sintomi più preoccupanti, quali nausea, vomito, diarrea, costipazione, e la pelle intorno all’ernia ombelicale diventa bluastra e livida. Credo sia superfluo aggiungere che a questo punto l’intervento chirurgico non è più rinviabile e deve essere eseguito con urgenza.
L’intervento chirurgico per ernia ombelicale
Il paziente si prepara almeno una settimana prima, sospendendo tutte le eventuali terapie farmacologiche a base di FANS, farmaci antinfiammatori non steroidei, tipo l’aspirina per intenderci, in quanto queste sostanze costituiscono un rischio di emorragia durante l’intervento.
Almeno sei ore prima dell’intervento, meglio se sono dodici, il paziente deve rimanere a digiuno, e la sera prima assumerà un blando lassativo o farà un clistere, per ottenere un ambiente il più possibile pulito e sgombro.
Se l’intervento avviene in laparoscopia, viene somministrata un’anestesia locale, e il paziente rimane sveglio; questo tipo di intervento prevede una serie di incisioni nei pressi dell’ernia ombelicale, i quali serviranno per l’ingresso degli strumenti di precisione che dovranno intervenire sulla parte malata. Il primo è il laparoscopio, che possiede all’estremità una piccola microcamera, allo scopo di mostrare all’equipe chirurgica il campo d’azione all’interno del corpo; a seguire gli altri strumenti, tra i quali un microscopico bisturi.
L’intervento classico a cielo aperto, invece, prevede un’incisione sotto all’ombelico o lateralmente ad esso, per accedere all’ernia ombelicale; il chirurgo riposiziona l’intestino al suo posto, e richiude il tessuto al di sopra con dei punti di sutura, a volte inserendo una rete di materiale sintetico per rendere più resistente la parete addominale.
Nella maggior parte dei casi, il paziente può tornare a casa la sera stessa, o al massimo il giorno dopo, dovrà stare tranquillo per i primi giorni, senza compiere movimenti bruschi o faticosi, ed in convalescenza moderata per almeno venti o trenta giorni, a seconda della situazione.
Nei primi giorni successivi all’intervento, il paziente dovrà aver cura di mantenere asciutti i punti di sutura, ma già dal quarto – quinto giorno, sarà possibile fare la doccia.
L’attività lavorativa potrà essere ripresa dopo venti o trenta giorni, secondo la prescrizione del chirurgo. Sempre a discrezione del medico di fiducia, si può decidere di acquistare una fascia contenitiva da indossare per i primi due – tre mesi. Solitamente non ci sono recidive.
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