
Fosfatasi alcalina: cosa sapere
La fosfatasi alcalina, nota anche semplicemente con la sua sigla ALP, è un enzima che viene prodotto sulla membrana plasmatica della cellule chiamate a svolgere un ruolo di primo piano nella sintesi del tessuto osseo. È possibile trovarlo, in elevate concentrazioni, anche ai bordi delle cellule del fegato che si legano con i dotti biliari. Queste particolari cellule dell’organismo sono gli osteoblasti. La fosfatasi alcalina sierica viene misurata in qualità i marcatore nella diagnosi di patologie legate al fegato o allo scheletro.
ALP di cosa parliamo
Passando al microscopio la fosfatasi alcalina scopriamo che si tratta di un enzima della famiglia delle idrolasi composto da tre forme isonziematiche – intestino, epatobiliare e ossa –, a cui va ad aggiungersene una quarta transitoria, quella placentare, nel corso della gravidanza. È presente in alcuni tessuti del corpo, anche se ossa e fegato rappresentano quelli con una maggiore concentrazione. Questo enzima si trova anche nella placenta (durante la gestazione), nei reni e nell’intestino. Le diverse forme di fosfatasi alcalina – che si differenziano proprio a seconda del tessuto a cui fanno riferimento – si distinguono e si classificano sotto il nome di isoenzimi.
Perché i valori possono alterarsi e diventare elevati?
A differenza di altri marcatori tumorali, la fosfatasi alcalina può subire delle variazioni verso l’alto anche per ragioni molto diverse. Esistono delle malattie che implicano l’alterazione di questo enzima o delle condizioni fisiologiche, come una crescita rapida negli adolescenti, che registrano tra le naturali conseguenze del loro sviluppo proprio l’aumento di questo enzima. Ecco perché è fondamentale confrontarsi con il proprio medico prima di tirare conclusioni affrettate.
ALP alte di cosa possono essere spia?
Nella maggior parte dei casi, l’alterazione della fosfatasi può essere un segnale d’attenzione che porta il medico a indagare al meglio sulla salute di ossa e fegato. Come visto, però, esistono diverse patologie, che nulla hanno a che fare con i tumori, che implicano una crescita dei valori di questo enzima. Quali? Tra queste: l’ipovitaminosi D, l’iperparatiroidismo, il morbo di Paget, l’osteoporosi. L’osteomielite e le metastasi ossee, purtroppo, implicano anche esse la crescita dei valori di questo enziam nel sangue.
Le condizioni fisiologiche che alterano la ALP
I bambini in periodi di crescita particolari, quando è più rapida, presentano fosfatasi alcalina più elevata dei valori considerati normali. Lo stesso accade se si analizza il sangue di una donna che affronta la seconda parte di una gravidanza. In questo caso, però, è bene evidenziare che il fenomeno può tradursi in una situazione patologica e sfociare nell’ittero gravidico. Anche in presenza di periodi in cui stanno guarendo fratture ossee o nel corso della menopausa, quando l’osteoporosi diventa un rischio sempre più concreto, il valore della presenza di ALP nel sangue può risultare alterato.
ALP e valori bassi, cosa significano?
Può capitare, invece, che dal test del sangue, che si effettua con un tradizionale prelievo ematico, i valori della fosfatasi risultino bassi. Cosa vuol dire? Le cause che possono incidere sulla riduzione dei valori di questo enzima sono davvero numerose e possono essere più o meno gravi. Solo qualche esempio che spazia dall’anemia perniciosa alla sindrome latte-alcali, dall’eccesso di vitamina D alla celiachia. E ancora, si ricorda che valori bassi possono essere conseguenza di nefrite, malattie genetiche, cattivo regime alimentare, fibrosi cistica o insufficienza placentare.
Lascia un commento