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Home » Herpes genitale: cosa sapere quando si aspetta un bambino

Herpes genitale: cosa sapere quando si aspetta un bambino Salute

Herpes genitale: cosa sapere quando si aspetta un bambino

L’herpes è una patologia molto contagiosa e fastidiosa. Fastidio che accentua quando questo virus colpisce la zona dei genitali. Il web è pieno di foto che ritraggono alcune manifestazioni di questa malattia ma di cosa parliamo e come si scatena?

Herpes genitale: ecco da quale virus nasce

L’herpes genitale si manifesta con la comparsa di fastidiose e dolorose vescicole biancastre che interessano genitali, labbra, natiche o la zona anale. A scatenare questa problematica è, in genere, il virus herpes simplex di tipo II e può essere trasmesso dalla madre al neonato al momento del parto. In alcuni casi può derivare anche dal contagio del virus herpes simplex di tipo I, molto più frequente nelle zone alte del corpo (è quello che interessa la bocca ad esempio). È una malattia molto contagiosa che interessa sia la pelle che la mucosa dell’area genitale.

I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

Tra le malattia sessualmente trasmissibili è una delle più note e frequenti. Secondo uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’OMS, sono circa 14 milioni le donne europee colpite da questa particolare infezione. L’herpes genitale femminile è molto più diffuso rispetto a quello maschile. C’è da sapere, inoltre, che non esiste una vera e propria cura capace di debellare il virus definitivamente ed è, quindi, facile considerare che possano ripresentarsi delle recidive.

Rischio recidiva, quando preoccuparsi?

Così come accade per l’herpes che interessa le labbra, anche quello genitale torna con insistenza nei periodi in cui le difese immunitarie dell’individuo sono più basse. È possibile, infatti, che si manifesti successivamente al ciclo mestruale o in periodi di forti stress psicologici ed emotivi. A variare è, però, l’intensità.

Herpes genitale e gravidanza, cosa sapere

Nelle donne che soffrono di questo problema, la riattivazione nel corso della gravidanza non rappresenta un reale rischio per la salute del bambino, soprattutto se manca ancora qualche mese al parto.

Gli anticorpi materni proteggono il feto e più in generale il virus non riesce a superare la barriere protettiva rappresentata dalla placenta. In questo caso il virus sarà tenuto a bada attraverso il ricorso a farmaci a uso locale (creme o cerotti).

Ben più seria è la situazione quando la mamma contrae questa patologia, per la prima volta, proprio durante i nove mesi della gestazione o nella fase finale della gravidanze. Qui, infatti, c’è il rischio che il bambino entri in contatto, durante il parto, con le vesciche e quindi con il virus.

Cosa accade se il bambino entra in contatto con il virus?

Le conseguenze di un contagio da parte del neonato possono essere anche di grave entità. Nei casi più fortunati il piccolo può generare problematiche che vanno dalla congiuntivite all’esantema diffuso. In quelli più seri, invece, il contagio può generare infezioni che interessano gli organi interni, cervello compreso.

In alcuni casi può subentrare una meningite fulminante. Come evitare il contatto? In caso di infezione il medico interverrà con un cesareo, evitando quindi il contatto del neonato con la zona interessata dall’infezione e tutelandone la salute.

Attenzione al primo contagio

Se l’herpes genitale non rappresenta un problema in gravidanza per le donne che ne soffrono abitualmente, lo è – e anche serio – per quelle che lo manifestano per la prima volta nel corso dei nove mesi. In questo caso, infatti, il rischio di contagio per il feto è molto alto.

Il virus rischia di superare la barriera protettiva della placenta danneggiando seriamente il feto. I problemi possono essere molteplici. In alcuni casi il virus, infatti, ritar

da lo sviluppo del feto o agisce sul cervello comprimendolo. Gli organi del bambino possono essere compromessi. In questo caso, contrariamente a quello che accade in gravidanze normali, il ginecologo può considerare meno rischioso intervenire con la somministrazione alla madre di antivirali.

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