Linfonodi ascellari ingrossati, cause e sintomi
Non sono poche le donne che, di fronte a linfonodi ascellari ingrossati, tendono a preoccuparsi notevolmente. Nella maggior parte dei casi si pensa ad un possibile tumore nei confronti della mammella, poiché si tratta di uno dei principali sintomi nel caso in cui ci si trovi di fronte a linfonodi ascellari metastatici.
In queste circostanze decisamente serie, potremo percepire le linfoghiandole dure e immobili al tatto. Queste piccole ghiandole si trovano in numerose parti del nostro corpo e vengono utilizzate per raccogliere la linfa, poiché appartengono al nostro sistema linfatico. Nel caso in cui si abbia a che fare con un tumore maligno, quest’ultimo si diffonderà attraverso il sangue e la linfa.
Ci troviamo di fronte a una patologia piuttosto seria: quando si parla di cancro alla mammella in fase iniziale è praticamente impossibile trovare dei linfonodi ingrossati, concentrando quindi l’attenzione su altri fattori scatenanti, come le infezioni.
Cosa sono i linfonodi
I linfonodi svolgono importanti funzioni, tra cui quella di produrre gli anticorpi necessari per il nostro sistema immunitario. Quando ci ammaliamo, anche queste ghiandole diventano più grosse, diventando a volte anche dolenti e immobili al tatto. Basta una semplice bronchite o la mononucleosi per scatenare questa reazione e, di conseguenza, non bisogna per forza associare il problema a un tumore.
In questa occasione, i linfonodi tendono a diminuire dopo la nostra guarigione. I linfomi e le leucemie possono essere altre cause scatenanti, anche se il fattore scatenante più comune è la depilazione: tale procedimento potrebbe scatenare infiammazioni o reazioni allergiche, così come l’impiego di deodoranti particolarmente aggressivi che ostacolano la sudorazione.
In questo caso, potrebbe essere utile rivolgersi a un dermatologo per risolvere il problema. Detto questo, abbiamo pensato che potrebbe essere utile illustrarvi tutti i sintomi, la diagnosi e le terapie più efficaci in caso di ingrossamento:
- Un rigonfiamento anomalo del linfonodo che può essere visibile sia alla vista che attraverso il tatto;
- Dolore nella zona relativa al linfonodo;
- Gonfiore nelle aree vicine;
- Nodi linfatici che crescono velocemente;
- Infezioni correlate alle vie respiratorie, come raffreddore e mal di gola;
- Gonfiore nei confronti degli arti
Nel caso in cui notaste i linfonodi ingrossati per più di due settimane, magari accompagnati da perdita di peso, problemi respiratori, febbre continua o sudorazione durante la notte, è assolutamente consigliato il consulto di un medico. Detto questo, è altrettanto significativo effettuare la giusta diagnosi, che avverrà tramite anamnesi ed esami clinici.
Se tutti questi accorgimenti non dovessero risultare sufficienti, il paziente dovrà sottoporsi a queste procedure:
- Emocromo completo, ovvero un esame di laboratorio in grado di fornire importanti informazioni in merito a globuli rossi, bianchi e piastrine;
- VES;
- Proteina C reattiva;
- Ecografia dell’addome;
- Reattività nei confronti della tubercolosi;
- Radiografia del torace;
- Biopsia nei confronti del linfonodo aumentato di dimensione
Esistono diverse cure a riguardo, ma prima di stabilire che cosa assumere è necessario capirne la causa. Se ci si ritrova di fronte a un’infezione di tipo virale causata da virus, saranno somministrati gli antibiotici; se invece il disturbo è di origine neoplastica, si procederà con la chemioterapia, la radioterapia o l’intervento chirurgico con esportazione.
Un discorso diverso deve essere fatto nei confronti dei bambini, che dovrebbero essere visitati da pediatri e otorinolaringoiatri.
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